Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee – Recensione

Ammettiamolo: quando abbiamo scoperto che il tanto atteso Pokémon per Nintendo Switch quest’anno non si sarebbe fatto vedere, lasciando il posto alla sua variante soft Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee, a molti sono cadute le braccia. Provate poi ad immaginare cosa è passato per la mente dei fan quando, dopo la parentesi di Pokémon GO che nell’estate 2016 ha fatto impazzire il mondo per qualche mese, le solidissime meccaniche delle amate uscite standard sono state piegate all’approccio estremamente casual che aveva contraddistinto l’applicazione mobile… Nel frattempo abbiamo avuto modo di provare il gioco in diverse occasioni ma l’idea di avere solo un riempitivo nella line up di Nintendo Switch (che quest’anno, finora, ha lasciato parecchio a desiderare…) era fortissima. Ora che abbiamo provato a fondo questo Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee siamo pronti a raccontarvi se le paure dei fan hanno, o meno, trovato conferma.

Per inquadrare Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee occorre innanzitutto riconoscerlo: si tratta di un remake del primissimo Pokémon Giallo, versione deluxe degli storici primi capitoli per GameBoy Pokémon Blu e Rosso. La regione è la mitica Kanto, teatro anche delle avventure della prima serie animata che rivive a modo suo in questa uscita inserendo i mitici antagonisti Jessie e James del Team Rocket. La storia alla base è quella di qualsiasi altro Pokémon, ossia affrontare un viaggio tra cittadine e percorsi di varia natura per sfidare i capipalestra e diventare il più grande allenatore del mondo. Ai 151 Pokémon originali da catturare per completare il Pokédex si aggiungono ulteriori variabili provenienti per esempio da Alola, area del mondo visitata in Pokémon Sole/Luna. Sono però aggiunte curiose e simpatiche che rimandano ad altri episodi ma che non elevano il numero di mostri collezionabili dalla cifra detta poco fa.

Affrontiamo subito l’elefante nella stanza che ha preoccupato i tanti fan della serie: i mostri in Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee, nella stragrande maggioranza dei casi, si catturano con lo stesso sistema di Pokémon GO. Niente battaglia casuale in cui si cerca di indebolire il mostro per poi tentare di catturarlo con la Poké Ball… stavolta per intascare i mostri selvatici basta un lancio della sfera, seguendo lo stesso meccanismo del gioco mobile che prevede un cerchio fisso e uno che si restringe al suo interno. Il lancio può avvenire tramite Joy-Con singolo nel caso stiate giocando sulla TV, o tramite pulsante se si gioca in mobilità. Non potrete invece usare i Joy-Con in coppia o nel guscio che ricrea un controller standard, né potrete usare il Pro Controller.

Questa scelta poco attenta stupisce, visto che si potevano benissimo mappare i pulsanti di questi accessori nello stesso modo di quando si porta a spasso la console: in questo caso il lancio della Poké Ball si effettua semplicemente premendo un tasto, trascurando addirittura l’uso del touch screen che avrebbe replicato alla perfezione l’azione già eseguita su smartphone. Purtroppo la banale pressione del pulsante in portabilità appiattisce ulteriormente il processo di cattura che per molti è considerato sacro, con l’unico vantaggio di far splendere più del solito i comandi di movimento. In questo modo entra in scena il tempismo nell’eseguire il lancio, accompagnato anche da un gesto che deve essere preciso per mandare la poké ball nella giusta direzione. I primi mostri si catturano facilmente anche perché stanno fermi, ma quando iniziano a comparire gli Zubat un po’ di abilità pratica è richiesta. Per facilitare la cattura, la cui probabilità è indicata dal colore del cerchio che si restringe, si possono dare alcune bacche che renderanno il bersaglio meno combattivo, oppure potrete usare le più potenti Mega Ball e affini.

Sempre riguardo la semplificazione di questa uscita, si aggiunge l’assenza degli incontri casuali. Ora i pokémon selvatici sono ben visibili nell’area di gioco e, anche se spesso compaiono nell’erba alta, è facile vederli scorrazzare di fuori di essa dando l’impressione di un mondo più vivo rispetto al passato. Questo ha dato l’opportunità di inserire mostri che hanno un’aura blu o rossa e che indentificano esemplari più piccoli o più grandi della norma, la cui cattura può fornire punti esperienza extra. Purtroppo però la dimensione esaurisce qui la sua funzione, venendo addirittura dimenticata quando si cercano questi esemplari nel poké box che contiene i mostri catturati. Ad ogni modo, se si gioca usando i sensori di movimento, ci si accorge che Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee trae giovamento dal cambio di ritmo tra queste dinamiche casual e quelle classiche che vengono fuori quando si combatte contro gli altri allenatori.

Il combattimento a turni in questi casi è salvo e si svolge esattamente come negli amatissimi capitoli per console portatili: si usano le mosse a disposizione del pokémon in campo seguendo i meccanismi di forza e debolezza degli elementi, si può cambiare al volo il membro attivo e, alla bisogna, si usano gli oggetti di recupero che avrete trovato per la mappa o nei pokémon market. Le battaglie si possono svolgere 1Vs1 ma anche 2Vs2, aumentando in questo caso la strategia da utilizzare. Peccato che la stragrande maggioranza delle sfide sia di una semplicità disarmante, con capipalestra come Brock e Misty che, senza alcun bisogno di livellare appositamente il nostro team, sono stati sconfitti al primo tentativo e senza nemmeno cambiare il Pokèmon attivo (Oddish per Brock e Pikachu per Misty). Gli unici avversari che ci hanno impensierito sono stati alcuni Couch, ossia allenatori più potenti di altri con cui possiamo metterci alla prova dopo aver parlato con loro, visto che non ci assalgono come gli allenatori standard.

Tutte queste caratteristiche portano a pensare che Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee sia stato creato con in mente il target dei più piccoli. A confermare in modo inequivocabile questa tesi ci pensa la Poké Ball Plus venduta anche in bundle, un accessorio che costa quasi quanto il gioco vero e proprio, ma che può servire anche come controller specifico per questa uscita. Il pulsante sulla sfera è in realtà un control stick che, se premuto, funge da tasto A, per interagire e dare l’ok nei menu; nella parte rossa invece si nasconde un pulsante che fa le veci del tasto B e che annulla le azioni apre il menu principale. Ulteriori possibilità sono invece deputate al movimento, con una rapida shakerata che ci fa passare da un menu all’altro come farebbe il tasto Y. Giocare con questo accessorio è divertente e simpatico, seppur qualche tasto extra non ci sarebbe dispiaciuto (non esiste un modo per premere il tasto home). Replicato al meglio anche il lancio della sfera per le catture, in cui bisogna solo avere l’accortezza di impugnare questo particolare controller in modo che sia bene in linea con lo schermo, per evitare lanci totalmente sballati e fuori bersaglio. Le sue funzioni non si esauriscono comunque qui, permettendo di portare a spasso un pokémon a vostra scelta da far crescere mentre passeggia con voi. Ricordate che in ogni Poké Ball Plus vi attende fin da subito il leggendario Mew, da aggiungere alla vostra collezione attraverso la funzione del Dono segreto. Infine non va dimenticato che se avete giocato a Pokémon GO, andando molto avanti nella storia, potrete trasferire i mostri catturati con lo smartphone sulla vostra Switch. Attenzione però perché la strada è a senso unico e non si possono inviare pokèmon da Switch all’applicazione.

Anche riferendosi al comparto tecnico, rimane l’idea che Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee sia stato creato un po’ al risparmio (nonostante il prezzo pieno a cui è venduta). I modelli poligonali sono semplici e, nel caso dei pokémon, sembra che siano stati recuperati dall’applicazione mobile. Il design degli allenatori si continua a basare su specifiche “classi” che li rende tra loro tutti uguali, mentre i centri abitati sono estremamente semplici, volendo replicare gli originali creati per Pokémon Blu e Rosso. Pur nella sua semplicità non sono mancati alcuni rallentamenti molto marcati (uno dei primi esempi si riscontra a Bosco Smeraldo), così come animazioni un po’ fastidiose come lo “scatto” del protagonista quando, da fermo, lo si fa muovere in una direzione: qui il gioco legge prima lo spostamento leggero dello stick attivando l’animazione della camminata e, solo dopo, quello della corsa, offrendo uno stacco poco piacevole. Il sonoro propone un buon remix di musiche d’annata ma perde la sua grande occasione quando si ostina a proporci i versi a 8 bit dei pokémon che, ad eccezione di Pikachu, gracchiano suoni difficilmente riconoscibili dall’uno all’altro. A parte il celebre topo giallo, il doppiaggio è completamente assente ma tutti i testi, compresi i dialoghi che portano avanti la vicenda, sono in un ottimo italiano, come da tradizione Nintendo.

Pokémon Let’s Go Pikachu Eevee vuole essere un gioco per tutti, ma si spinge un po’ troppo oltre, fa il giro e diventa un gioco che piacerà principalmente a chi di Pokémon sa poco o nulla. La spinta emotiva che vuole riportare nella regione di Kanto i fan poteva funzionare (come già accaduto in Pokémon Rosso/Verde per GameBoy Advance) se però fossero state introdotte novità senza snaturare le meccaniche su cui Pokémon ha fondato il suo impero. Così com’è, abbiamo invece un gioco che ameranno i più piccoli, felici di conoscere Pikachu, Eevee e tutta l’allegra combriccola, magari insieme ad un amichetto grazie alla meccanica del drop in / drop out che permette l’ingresso di un secondo giocatore in qualsiasi istante. Per un vero fan è invece un titolo che, per via della semplicità, si affronterà con il pilota automatico e senza particolari spinte o novità di rilievo, dimostrandosi un Pokémon utile per le casse della grande N ma non per la community di appassionati che da anni supporta questo meraviglioso brand e che ne dovrà aspettare un altro ancora per (si spera) avere di fronte un titolo che possa richiamare i fasti dei predecessori.

Pro
  • – Battaglie classiche sempre divertenti…
  • – Adatto ai più piccoli
  • – Si gioca anche in due
  • – Ripresi alcuni elementi dell’anime
  • – La Poké Ball Plus
Contro
  • – … ma troppo semplici
  • – Fase di cattura piatta, specie in portabilità
  • – Diversi problemi tecnici nonostante la grafica datata
  • – I versi dei pokémon a 8 bit

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