RAGE 2 – Recensione

Dopo aver rinverdito alla grande due mostri sacri come DOOM e WolfensteinBethesda e lo storico sviluppatore id Software si sono lanciati in una nuova avventura relativa a RAGE. Meno iconica delle due serie nominate in apertura e con un solo episodio all’attivo, l’originale uscito nel lontano 2011 si era distinto per un gameplay che provava ad incrociare meccaniche da sparatutto e altre meno convincenti da open world, il tutto condito da un’ambientazione desertica e post apocalittica che richiamava i film di Mad Max. Dopo che gli sparatutto single player sono tornati alla ribalta con la grande gioia di una buona fetta di videogiocatori, tra cui il sottoscritto, id Software si è unita con Avalanche Studios (quelli dietro la serie di Just Cause) per proporre un gioco con le stesse idee, ma più completo e folle. Nasce così RAGE 2, uno dei titoli più attesi di questo maggio 2019. Ora vediamo se l’attesa di 8 anni ha prodotto i frutti che tutti ci aspettavamo.

Un po’ come succedeva in Just Cause (scegliete pure un episodio qualsiasi) la storia è solo un pretesto per sparare ai cattivi e far esplodere cose. Dopo che un meteorite ha estinto l’80% della popolazione umana, i superstiti hanno cercato di sopravvivere in vari modi creando fazioni più tranquille e altre decisamente meno. Il protagonista che impersoneremo è Walker, personaggio nato e cresciuto in un avamposto che, all’inizio dell’avventura, viene messo a ferro e fuoco dall’Autorità, i cattivi principali della nostra storia.

L’unica cosa buona che accade in questo frangente è l’ottenimento di un’armatura da ranger che permetterà a Walker di diventare via via sempre più potente e letale, con lo scopo di riportare la pace nelle terre devastate. Insieme all’Autorità ci saranno anche altre fazioni poco amichevoli ma, poiché da subito rappresenteranno per voi solo bersagli, il risultato finale non cambia di una virgola. Qualche personaggio con cui parlare è presente, alcuni più importanti di altri, ma in generale, saranno tutti distributori di missioni. Talvolta qualcuno approfondisce cosa significa vivere in queste terre, così come a volte questi riferimenti saltano fuori leggendo i datapad che si trovano in giro, ma in linea generale RAGE 2 non nasce per raccontare una storia, bensì per farvi partecipare a scontri a fuoco furiosi e adrenalinici. E ci riesce alla grande.

È vero che Avalanche Studios è il maggior responsabile di questa produzione, ma l’impronta di id Software è chiara e netta fin dai primissimi istanti. La fluidità del titolo e il feedback che si ottiene quando si spara mi ha riportato immediatamente al mitico reboot di DOOM di qualche anno fa, con una risposta ai comandi e delle armi che non ha lasciato dubbi. Sparare e combattere in RAGE 2 è davvero bello e intenso fin dall’inizio, anche quando si impugna la semplice pistola. Gli headshot fanno il loro effetto e tutto il gore che ne consegue aggiunge molto al letale balletto che eseguirete. Balletto che si andrà ad arricchire con costanza durante tutta l’avventura grazie a luoghi chiamati Arche in cui potrete trovare nuove abilità per la vostra corazza da Ranger, così come armi sempre più letali e varie. Si inizia con lo scatto e poi pian piano si ottengono doppi salti, colpi corpo a corpo potentissimi, passando per shotgun, mitragliatori e lanciarazzi che arricchiscono le vostre chance di combattimento. Le Arche saranno quindi tra i vostri obiettivi primari, talvolta ancora più importanti delle missioni principali. Queste ultime sono legate a tre diversi personaggi a loro volta legati a specifiche attività che vanno dalla distruzione di obiettivi fino alla ricerca di specifici oggetti e artefatti. Completare queste attività vi fa salire di livello con uno dei tre personaggi, ottenendo elementi con cui potenziare diverse abilità relative al loro ramo. Purtroppo queste attività sono abbastanza ripetitive, chiedendoci sempre e comunque di raggiungere un’area e di far fuori qualcuno o distruggere qualcosa. La fase in cui si spara ai cattivi come dicevo funziona ottimamente, ma quando invece si deve guidare per raggiungere l’area indicata, ci si diverte un po’ meno.

Il problema più grande di RAGE 2 è infatti relativo alla mappa. Non tanto al suo design che, pur essendo principalmente desertica, propone variabili interessanti e godibili, quanto piuttosto alla densità di cose da fare. All’inizio è facile piazzare il proprio GPS su un’area e poi perdersi in attività che saltano fuori mentre ci si dirige verso l’obiettivo iniziale; poi però questa voglia di completamento può variare molto in base al tipo di giocatore che siete. Se vi annoiate in fretta, le attività secondarie, comunque utili per migliorare il proprio Walker, potrebbero spingervi verso le missioni principali, ma il loro scarso numero (meno di dieci) e l’obbligo di grindare un po’ per sbloccarle, potrebbe rendere la progressione meno entusiasmante del previsto. Se invece vi piacciono le sparatorie e non vi pesa più di tanto un sistema di guida arcade ma talvolta troppo rigido (specie sulle moto), allora non avrete problemi e non vi accorgerete nemmeno del passare delle ore. A questo riguardo credo sia utile precisare che le dieci ore di campagna dichiarate da molti recensori su internet non rispecchiano le mie personalissime tempistiche.

Non volendo pubblicare alla scadenza dell’embargo correndo verso il finale, dopo dieci ore mi ritrovo tutt’altro che prossimo alla chiusura dell’avventura. Sarà che mi piace completare anche le attività più semplici come le taglie ai banditi (roba tipo vai lì e fai fuori quattro fessi), ma la progressione del mio personaggio sta procedendo fluidamente, così come la mia voglia di ripulire le Wastelands. Inoltre, già che ci siamo vi dico la mia anche sulla difficoltà di gioco, più volte condannata perché apparentemente troppo semplice: come segnalato da più fonti, se avete dimestichezza con gli FPS dovreste partire dalla modalità difficile, la terza di quattro. Passare a Incubo è fattibile dalle opzioni anche a partita in corso, ma qui ho notato un’impennata della difficoltà che aumenta forse troppo le energie dei nemici, con alcune tipologie di soldati apparentemente semplici che vanno giù solo dopo quattro o cinque colpi di shogun sparati a bruciapelo. Visto che l’intelligenza artificiale non cambia con l’aumentare della difficoltà, forse la modalità difficile lascerà un po’ di credibilità agli scontri – comunque esagerati – e vi eviterà alcuni passaggi frustranti, facendovi guadagnare in divertimento. Ho anche pensato di non essere io sufficientemente bravo per potermi godere la modalità Incubo (e può essere, ci mancherebbe), ma considerate che ho comunque finito con piacere il DOOM del 2016 a difficoltà Ultraviolence, quindi regolatevi di conseguenza anche in base a questo aspetto.

Parlando un po’ della varietà generale invece posso dirvi che i nemici sono differenziati per “fazioni”, con varie gerarchie, tipologie e gradi di resistenza dovuti alle corazze che potrebbero indossare. Ci sono i bulli, i mutanti, l’Autorità, i Sudari Immortali e tutta una serie di pazzoidi che sapranno crearvi problemi. L’intelligenza artificiale non fa miracoli, ma compensa adeguatamente con il numero e con basilari ma efficaci manovre di accerchiamento. Come al solito c’è chi vi corre incontro, chi lancia diverse granate alla volta, chi spara razzi dai tetti, chi esplode e chi, grande e grosso, funge anche da boss o miniboss. La loro efficacia si controbilancia con le armi che acquisirete e con i poteri che potrete “acquistare” da vari alberi delle abilità. Senza scendere troppo nel dettaglio, vista la mole di abilità attive e passive, sappiate che il sistema di progressione pensato per RAGE 2 è molto vasto, garantendo sempre qualcosa da migliorare, che siano le vostre abilità, piuttosto che le armi, tutte potenziabili su più livelli che a loro volta propongono bonus, aiuti e skill di vario tipo. L’unica componente che non mi ha convinto è quello inerente i veicoli, o meglio il veicolo. All’inizio del gioco otterrete la Phoenix, una quattro ruote con armi incorporate che potrà essere migliorata e potenziata su più versanti. Purtroppo però questa è anche l’unica vettura potenziabile, relegando tutte le altre a semplice contorno da usare in casi estremi per poi ritornare al più presto alla vostra Phoenix, auto parlante a cui vi affezionerete rapidamente. Nulla di incredibile neppure per il combattimento stradale, piacevole ma molto meno divertente rispetto a quello a piedi o comunque a quello visto in Mad Max (titolo sempre di Avalanche Studios da cui prende ispirazione).

Il comparto grafico di RAGE 2, giocato su Xbox One X è di buono qualità, con una fluidità costante  a 60 fps. La versione PS4 Pro tentenna maggiormente su questo versante, mentre le console standard devono obbligatoriamente rinunciarvi, fermandosi ai 30 fps, rimanendo godibili ma non eccezionali. Per raggiungere questo risultato, si è comunque sacrificato qualcosa sugli elementi di contorno che, specie quando si viaggia in auto, tendono a comparire in modo improvviso creando un po’ di effetto pop up. Questo elemento viene rapidamente dimenticato quando pistole e fucili iniziano a sputare piombo, con relative esplosioni ricreate alla perfezione. La gestione della fisica, legata anche ad un particolare fucile, è gestita bene seppur un modo esagerato, rendendo le battaglie più furiose davvero esaltanti anche grazie ai superpoteri del nostro Ranger. Dispiace solo notare come molto spesso si incrocino nemici con le stesse fattezze, diminuendo l’effetto di stare davvero combattendo contro un gruppo numeroso. Buone le musiche che fin dall’avvio riprendono alcune sonorità tipiche di DOOM, così come gli effetti sonori di armi, botti e poveretti colpiti e fatti a pezzettini. Meno incisivo del solito invece il doppiaggio, un po’ troppo caricaturale in certe occasioni così come un po’ fuori contesto in altre. Non sembra però colpa dei doppiatori, quanto di averli fatti recitare, probabilmente, senza che potessero vedere davvero la scena a cui stavano per dar voce. Come saprete non esiste alcun supporto multigiocatore, ma sono stati annunciati eventi globali mondiali per diversi mesi, oltre a due espansioni a pagamento in arrivo più avanti.

RAGE 2 non ha il carisma di DOOM o di Wolfenstein fosse solo perché non ha la loro storia alle spalle. Quello che può fare per distinguersi da questi due capisaldi è cercare un’identità propria tra i deserti free roaming di un mondo impazzito. È facile che ci vediata un po’ del Mad Max recente ma sarebbe assurdo ignorare la dose di elementi arcade inseriti per renderlo meno serioso e più folle. I suoi limiti più evidenti sono da ricercare in attività poco varie per quanto riguarda gli obiettivi e in una mappa che serve principalmente per contenerle, senza però possedere una vera e propria identità. Il resto, a parte forse un’intelligenza artificiale che avrei preferito più reattiva e scalabile al salire dei livelli di difficoltà, funziona e intrattiene come ogni valido sparatutto single player che può vantare il gunplay di id Software e un sistema di progressione ricco e sfaccettato. Walker non sarà al livello di Blazkowicz e del DOOM Marine, ma sa come far divertire chi apprezza un buon sparatutto senza pensieri e con tante esplosioni.

Pro
  • – Gunplay eccellente
  • – Armi divertenti da usare e potenziabili
  • – Le super abilità aggiungono divertimento
  • – Molto fluido
  • – Lo stile acido e fluo gli dà personalità
Contro
  • – Mappa un po’ vuota
  • – Attività molto simili tra loro
  • – Combattimento in auto poco sviluppato
  • – IA non proprio geniale

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