La saga di Ratchet e Clank non è di certo un nuovo nome nel mondo dei videogiochi. Generazione dopo generazione, i due eroi della galassia di Polaris sono riusciti a riaffermarsi con storie sempre nuove. Partendo dalle parodie sul consumismo fino ad arrivare ad oggi, in cui una Insomniac Games più fortunata e impegnata lavora su titoli graficamente in pari dei più rinomati film Pixar.
Ratchet e Clank: Rift Apart, ultimo capitolo della serie, segue precisamente questi passi, senza correre troppi rischi e senza rivoluzionarsi particolarmente.
Già due anni fa i possessori di Playstation 5 hanno potuto ampiamente godere dell’ottima qualità del titolo e delle sue feature, mentre tutti gli altri hanno aspettato pazientemente l’eventuale uscita su PC. Fortuna vuole che nel 2023 questo sogno nel cassetto sia diventato realtà, e che finalmente tutti, ma proprio tutti, possono godere dell’ultima fatica Insomniac. Ma guardiamo insieme cosa bolle in pentola!

Un incipit diverso
Ratchet e Clank: Rift Apart comincia con una cutscene ambientata in un universo, o meglio, una dimensione, che non conosciamo per niente. La protagonista di questa dimensione non è Ratchet, ma una Lombax di nome Rivet. Il clima di ribellione dei primi minuti di cutscene viene presto sostituito da una scena ben più festosa, con Ratchet e Clank. I due eroi stanno celebrando una festa commemorativa tutta per loro. Giusto per non essere bombastici, il Capitano Qwark urla ai quattro venti che Clank ha preparato un regalo molto importante per il suo migliore amico. Il regalo si rivelerà presto essere un temutissimo Dimensionatore, arma cardine di quasi l’intera serie Future, uscita su Playstation 3 circa quindici anni fa. Non c’è neanche il tempo di finire le celebrazioni che boom, spunta fuori Nefarious e ruba l’arma per i suoi loschi scopi.

Qui c’è da fare una piccola puntualizzazione: il Dimensionatore è un’arma molto importante nel mondo di Ratchet e Clank. Nella serie Future, su PS3, si scopre che Ratchet è l’ultimo rimasto della sua specie, ma non è esattamente così. Ratchet e Clank: Nexus svela che in realtà i Lombax si sono rifugiati in qualche spazio o tempo, non ci è dato sapere quali.
Fatta questa rapida digressione, il resto della storia di Rift Apart si sviluppa dividendo per un’altra volta i due eroi principali. Ratchet e Clank finiranno in una dimensione alternativa, quella in cui è presente Rivet. E purtroppo c’è anche un altro Nefarious, stavolta nelle vesti di un malvagio imperatore che ha soggiogato tutto l’universo. Mentre Ratchet sarà occupato a cercare il suo amico, Clank si unirà a Rivet per capirci qualcosa. È da questo momento che inizia un’avventura all’insegna di salti dimensionali, parallelismi con eventi già accaduti e orsacchiotti nascosti.

Nuove (e vecchie) opzioni di movimento
Nonostante il titolo di questo paragrafo possa risultare fuorviante, Ratchet e Clank: Rift Apart è forse il gioco più raffinato a livello di gameplay di tutta la serie. A rendere questa frase una certezza viene in soccorso l’inedita possibilità di schivare i colpi premendo il tasto Cerchio (o B se da controller Xbox) continuando a sparare.

Alla stessa maniera, tornano dai precedenti titoli della serie gli Hoverscarponi, che rendono la mobilità dei protagonisti a dir poco impareggiata con il resto della serie Insomniac. Sia Ratchet che Rivet, che si scambieranno in tutta la storia, conservano lo stesso identico arsenale di armi e di mobilità, fatta eccezione per Clank, che stavolta viene messo in secondo piano e relegato a semplici sezioni di puzzle reminiscenti dei tempi andati di A Spasso nel Tempo.

Qualche pensiero sullo shooting
La parte più importante di Rift Apart resta indubbiamente lo shooting: facendo tesoro dell’ottimo lavoro fatto con Nexus e con il Remake/Reboot del 2016, Ratchet e Clank: Rift Apart diventa un vero e proprio Sparatutto in Terza Persona, con armi molto fantasiose e un ritmo di gameplay frenetico e bilanciato, anche a difficoltà più alte. Le armi acquistabili sono solo 20 e spaziano dal semplice blaster al fucile da cecchino fino alle armi più creative, come il Rimpallatore, riuscendo a divertire pur mantenendo il grado strategico tipico della serie.
A pagare le conseguenze di questo cambio repentino di genere, però, sono i comandi base di Ratchet e Rivet. Se in tutti gli altri titoli della serie era possibile accovacciarsi e usare Clank per compiere salti in alto e salti in lungo, in Rift Apart quel tasto è diventato un semplice pulsante per correre e, più avanti, usare gli hoverscarponi. Insomma, una trasformazione totale che può alienare i fan storici della serie ma fa sicuramente piacere ai neofiti, magari già più abituati allo shooting.

Collezionabili e Reading Speed
Altra interessante aggiunta e ragione dell’esclusività del titolo solo su PS5 sono i portali dimensionali. La Playstation 5 è conosciuta per avere un SSD particolarmente veloce, che arriva ai 7100Mb/s di lettura. Per questa ragione, Insomniac ha deciso di sfruttarne le capacità per rendere istantaneo e indolore il passaggio tra un mondo e un altro utilizzando i portali dimensionali e le tasche dimensionali, sia in momenti di trama che durante il gameplay.
Seppur questa idea possa sembrare carina sulla carta, in pratica ci è sembrato un tappabuchi per rallentare la frenesia dell’azione, soprattutto a difficoltà più alte. Io, personalmente, giocando a difficoltà “Canaglia Leggendaria” mi sono ritrovato a utilizzare i salti dimensionali davvero poco, specie dopo aver sbloccato gli Hoverscarponi, che coprono la distanza dei portali nel 90% dei casi senza fermare l’azione. Per questa ragione, sembra che i portali siano più una feature per i neofiti utile a giustificare l’esclusività del titolo su PS5, piuttosto che un vero e proprio salto qualitativo per la serie.

Opinioni personali a parte, Rift Apart resta godibile in tutto e per tutto, arrivando perfino a una ventina di ore se ce la si prende comoda per completarlo al 100%. A rendere il completamento del gioco molto più semplice intervengono due sistemi già collaudati nella serie sotto forma di upgrade delle armi e ritrovamento delle armature. Per quello che riguarda le armi, aggiornarle e potenziarle dipende da quanto Raritanio troveremo in giro nelle nostre avventure. Una volta collezionati abbastanza sarà sufficiente potenziare l’arma desiderata andando dai mercanti, con un sistema a esagoni esattamente identico al remake della serie uscito nel 2016.

Dalla PSP con furore
Aggiunta completamente fuori programma, ma assai gradita, è quella delle armature a pezzi. Proveniente niente popò di meno che da Ratchet e Clank: L’altezza non conta, le armature in questo gioco possono essere sbloccate a pezzi (testa, torso e stivali) e potranno essere utilizzate in maniera mescolata o unite tra loro, per avere dei bonus passivi che approfondiscono il gameplay. Noi, data la difficoltà, abbiamo giocato per tutto il tempo con l’armatura Infernox Avanzata, che garantisce un guadagno dei bolt aumentato del 20%. Esistono però molte altre armature, sia offensive che difensive che semplicemente cosmetiche, che richiamano altri vecchi titoli della serie, proprio per non farsi mancare niente.

Come se non bastasse, anche i bolt d’oro cambiano funzione, garantendo a ogni singolo collezionabile raccolto un nuovo elenco di scelte cosmetiche sempre in espansione.
Insomma, pare abbastanza chiaro: Ratchet e Clank: Rift Apart è molto divertente e accessibile per i nuovi giocatori e per gli interessati, ma per i fan un po’ più navigati può lasciare un senso di incompletezza che ormai è tipico della serie già da diverso tempo. Completare il gioco, comunque, è un puro e semplice piacere. Un po’ come era già successo per il remake/reboot del 2016, anche Rift Apart richiede pochi sforzi per il completamento del titolo in tutto e per tutto. Basta infatti un solo playthrough per poter completare il titolo al 100%, senza necessariamente accedere alla modalità Sfida.

Comparto Tecnico
Ratchet E Clank: Rift Apart è forse uno dei picchi assoluti in quanto a fedeltà grafica su qualsiasi console. La versione PC fa sentire dei piccoli singhiozzi dovuti al porting, dato che messi a confronto pensiamo che la versione PS5 sia esteticamente la meglio ottimizzata, ma resta comunque un gioco davvero stupendo sotto tutti i punti di vista. A partire dal frame rate fino alla qualità grafica a qualsiasi densità di dettagli, Rift Apart conserva anche a dettagli bassi una certa qualità degna di questa nuova generazione. Si vedono ora i progressi fatti nel campo dell’ottimizzazione dei giochi più recenti, a tal punto che è possibile godere di questo titolo anche su computer non proprio recentissimi.

Noi ci siamo resi la vita difficile e lo abbiamo giocato su Steam Deck, tanto per cambiare. Le prime 3 ore di gameplay sono state completamente dedicate al tweaking delle impostazioni per cercare di raggiungere i 60 FPS con dettagli bassi. È possibile raggiungere quest’obiettivo, ma troviamo che la soluzione migliore sia dimezzare la frequenza del gioco aumentando i dettagli generali, per poter così godere di un titolo davvero sorprendente anche a 30FPS con dettagli medi. Ho personalmente completato al 100% Rift Apart su Steam Deck, sbloccando di conseguenza tutti gli obiettivi di Steam.

Niente paura, è fattibilissimo: una volta trovato il set di impostazioni giuste, l’unico scoglio restano i crash occasionali dovuti al porting del gioco su rig medio-basse, qualitativamente parlando.
Nonostante tutto, però, Rift Apart è stupendo anche su Steam Deck, in qualsiasi versione vogliate giocarlo. Dalla sua modalità nativa della console a 720p fino alla risoluzione dinamica quando il dispositivo viene collegato ad una TV esterna. L’esperienza è davvero particolare e suggestiva, e la portatilità di Steam Deck (seppur non ai livelli di Switch) rende il tutto decisamente più interessante.

Commento Finale
Ratchet e Clank: Rift Apart soddisfa e delude, contemporaneamente. Da un lato è un titolo con una fortissima componente di gameplay, che si adatta perfettamente ad ogni giocatore grazie a un level design discreto, uno shooting ben collaudato e una varietà di armi numericamente scarsa, ma qualitativamente di ottima fattura. Dall’altro, invece, riprende gli stessi concetti triti e ritriti da ormai 16 anni, cercando di iniettargli vita nuova. Da questo punto di vista pensiamo che alla serie serva davvero qualcosa di diverso, narrativamente parlando. Le basi di gameplay ci sono e sono davvero robuste, ma dal prossimo titolo in poi, beh… Sarebbe bello vedere delle vere evoluzioni, no?
Pro
Contro
– Esteticamente strabiliante
– Uno dei picchi di shooting della serie
– Discreto Level Design
– Opzioni di movimento varie e divertenti
– Accessibilità eccellente
– Verificato come “Giocabile” su Steam Deck!
– Pochi contenuti secondari
– Trama un po’ scontata
– Porting su PC non proprio stabile
– Poche armi acquistabili
– Sistema di armature carino, ma da raffinare
– Troppe meccaniche riciclate
