Redfall – Recensione

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L’annuncio di Redfall nel 2021 non aveva suscitato grandi emozioni. Pochi mesi dopo, sarebbe uscito Back 4 Blood, altro sparatutto in prima persona cooperativo, e la sola variazione a tema vampiri lasciò tiepidi. Quello che catturava l’attenzione però era il team di sviluppo, quell’Arkane Studios che aveva creato Dishonored, Prey e anche il recente Deathloop. Libertà d’azione, superpoteri da combinare, cattivi meno inflazionati dei soliti morti viventi… eppure c’era sempre qualcosa che frenava l’entusiasmo. Ora che anche noi l’abbiamo giocato possiamo raccontarvi quali sono gli elementi che, a nostro modo di vedere, hanno condannato la discussa esclusiva Microsoft.

Trama e narrazione

Redfall parte da in incipit estremamente classico: una cittadina americana viene invasa dai vampiri. Mentre il nostro personaggio cerca la salvezza scappando su un traghetto, trova la propria via di fuga bloccata in modo spettacolare e il sole oscurato. L’unica alternativa è fare dietro front, rimboccarsi le maniche e andare a caccia di succhiasangue. Nel mentre aiuterà anche chi è rimasto indietro ma già qui iniziano i problemi: i personaggi secondari che incontrerete non hanno alcuno spessore. Poche linee di dialogo, design anonimo… vi dimenticherete presto di loro, se non quando una missione vi chiederà di parlare con qualcuno in particolare per farla avanzare.

La storia viene raccontata tramite immagini statiche. Lo faceva anche Max Payne ma, ecco, il risultato era molto diverso e, soprattutto, giustificato dallo stile.

A complicare ulteriormente il fattore trama, c’è una narrazione che inspiegabilmente, visti i nomi che hanno creato il gioco, è raccontata tramite immagini statiche in stile slideshow. Chi ancora ricorda l’incipit di Prey, creato dallo stesso team di sviluppo, qui potrebbe rimanere a dir poco spaesato da questa scelta che aumenta il distacco emotivo tra gioco e giocatore.

Le cose purtroppo non migliorano nemmeno con le missioni, siano esse primarie (una ventina) o secondarie. Tramite i compiti che offrono si esplorano le mappe, certo, ma le motivazioni non catturano mai l’attenzione del giocatore. Si finirà per accettarle in modo automatico, senza particolare coinvolgimento, solo perché, beh, bisogna farlo. Alcune secondarie poi finiscono anche con un nulla di fatto, risultando utili giusto per fare un po’ di punti esperienza, ma senza aggiungere nulla alla storia o comunque ad un mondo di gioco che appare fin da subito piuttosto vuoto.

Mappa, level design e scarsa libertà

Parlando della mappa scopriamo un altro punto dolente di Redfall. I precedenti titoli di Arkane erano pensati e strutturati in aree relativamente piccole ed estremamente dettagliate. I quartieri di Dishonored, le varie zone della stazione spaziale di Prey, le quattro aree principali di Deathloop… ognuno era stato pensato per offrire approcci e strade diverse, in base ai poteri che avevamo sbloccato. In Redfall questo non accade mai.

Le due mappe presenti sono infatti relativamente semplici, rappresentando in modo anche un po’ banale la tipica cittadina americana fatta di casette e qualche punto di interesse. Nonostante questa semplicità, il level design si scontra spesso con i poteri dei quattro personaggi. Tutti hanno abilità diverse, ma raggiunto il livello 5 o 6 le avrete sbloccate tutte e tre. Poi potrete potenziarle, ma avrete presto la base di quello che ogni protagonista può offrirvi.

Siamo saliti su un tetto usando il teletrasporto di Devinder. Per fortuna il gioco ce l’ha permesso, ma non va sempre così.

Se sceglierete Devinder come ho fatto io, entrerete presto in possesso di un dispositivo lanciabile di teletrasporto. Tirandolo in un punto, potrete teletrasportarvi sopra di esso premendo un tasto. Ovviamente non potrete usarlo per coprire distanze eccessive, ma la possibilità di lanciarlo su un tetto per poi andare là sopra, è a discrezione del gioco. In alcuni casi potrete farlo, in altri vedrete una barra rossa che vi impedirà l’azione. Volete usarlo per entrare in una casa con una missione all’interno e che ha una finestra aperta al primo piano? Se il gioco vuole che entriate dalla porta principale perché lì ci sono dei nemici ad aspettarvi, il lancio del teletrasporto sarà nuovamente negato.

Layla apre il suo scudo, ma se volete vedere e usare anche i poteri di altri personaggi, dovrete ricominciare da capo ogni volta.

Nuovo personaggio, nuovo inizio

A queste imposizioni (totalmente inaspettate in un gioco Arkane, che ha fatto di queste libertà il suo marchio di fabbrica), aggiungete l’impossibilità di cambiare personaggio in corso d’opera e il problema si quadruplica. Se vorrete vedere tutti i poteri dei quattro protagonisti, dovrete infatti ricominciare ogni volta la storia, ripercorrere le stesse missioni, svolgerle nello stesso modo pensato dal gioco e livellare il personaggio. Nel Season Pass sono stati promessi altri due personaggi e, a meno che una patch non modifichi qualcosa, potreste dover iniziare il gioco anche con loro.

Migliorare (leggermente) i controlli

Senza una storia interessante e con una libertà limitata, negli anni abbiamo comunque giocato dei capolavori. Pensate a Super Mario: la principessa viene rapita ogni volta e i livelli sono molto spesso lineari, eppure il gioco funziona perché la giocabilità è stellare.  Anche in questo caso Redfall scivola malamente. Per chi se lo stesse chiedendo, no, non è colpa dei 30 frame per secondo. Quello è un discorso che faremo tra poco, ma il vero problema di Redfall è che sparare è poco divertente.

Questa semplice modifica rende i controlli e la visuale meno nervosa.

Per prima cosa, se giocate con un controller, consiglio a tutti di iniziare il gioco solo dopo aver impostato su Bassa l’opzione “Risposta Predefinita Input”. Questo settaggio riduce al minimo la zona morta del controller e vi permette di ruotare la visuale nel modo più naturale. Diversamente, da opzione predefinita, se inclinate leggermente la levetta destra, non succede nulla, ma superando una certa soglia la visuale ruota subito un po’ troppo rapidamente.

Gunplay poco esplosivo

Fatto questo accorgimento le cose migliorano un po’, ma vi accorgerete che mirare non è la cosa più semplice da fare. E in un gioco che vuole essere uno sparatutto in prima persona, questa non è una buona notizia. Talvolta è più semplice sparare senza mirare con la pressione del grilletto sinistro, basandosi solo sul mirino al centro dello schermo. Altre volte, se si passa per esempio ad un fucile che spara tre colpi in rapida successione, questi non partono alla prima pressione.

Le armi e i loro colpi poi sembrano sempre troppo leggeri e il loro sistema di loot è estremamente semplice. Inoltre non esistono parti di arma per poterle modificare, potendo intervenire solo sul design tramite skin estetiche. Per fortuna (o forse no…) i nemici umani sono dotati di un’intelligenza artificiale poco evoluta, rendendosi bersagli piuttosto semplici da centrare che puntano sempre e solo sul numero.

Un potente generale dei vampiri che aspetta pazientemente di essere impalato… quando una battaglia teoricamente epica diventa una formalità.

Quando si tratta dei vampiri le cose possono cambiare grazie ai poteri di alcune specifiche variazioni, ma in alcuni casi si rimane abbastanza basiti. I generali dei vampiri, da sconfiggere per liberare i quartieri di Redfall, possono essere di una facilità estrema: passare accanto a loro prima che si avvii il combattimento e poi terminarli con due soli colpi di lancia paletti distrugge tutto il pathos che uno scontro simile dovrebbe offrire. Questo accade alla difficoltà standard, la seconda su quattro, ma ammetto che incrementarla per rendere solo più resistenti i nemici, non è il mio ideale di divertimento.

Cooperativo ma… che fatica!

Come dicevo, Redfall è un fps cooperativo, che dà il suo meglio se giocato in gruppo. Solo che anche in questo campo si va a sbattere contro una difficoltà d’esecuzione che mai avrei pensato di trovare. Il gioco non propone alcun tipo di matchmaking e l’unico modo per giocare in cooperativa è coinvolgere i propri amici.

Niente matchmaking con sconosciuti e nessun progresso salvato per chi accompagna l’host. Chi avrà voglia di giocare in cooperativa a queste condizioni?

Inoltre, se questo non bastasse a complicare la situazione, solo l’host porterà avanti le proprie missioni, lasciando chi è passato per aiutarlo con i soli punti esperienza guadagnati e oggetti rinvenuti. Le missioni svolte in compagnia, per chi non è host, andranno rifatte da capo, perché la vostra storia non sarà progredita. Senza andare a cercare titoli del passato, Dead Island 2, uscito pochi giorni prima, non ha nessuno di questi problemi. Saranno risolti in futuro? Speriamo, ma potrebbe essere già troppo tardi.

Un tuffo (tecnico) nel passato

Il comparto tecnico è un ulteriore indicatore che qualcosa con Redfall non ha funzionato. Come dicevamo, su Xbox Series X il gioco gira a 30 frame per secondo. Provato su un PC di fascia alta, la fluidità non è più ancorata a quel limite, ma la pesantezza del gioco è comunque notevole, specie se si considera la qualità generale.

Un vampiro visto da vicino: bruttino per i motivi sbagliati

Texture che anche nella schermata del titolo si caricano in ritardo, bug e glitch di nemici, ambienti spogli e poco dettagliati… Anche la parte artistica non riesce a spiccare, con alcuni momenti interessanti come i nidi dei vampiri, rovinati poi da scelte di gameplay inconsistenti e prive del pericolo che dovrebbero trasmettere. Termina una componente audio poco incisiva, con un doppiaggio e una traduzione in italiano che fanno il loro dovere, senza però poter migliorare la situazione.

Commento finale

Difficile capire perché Redfall sia uscito in queste condizioni. La voglia di creare un gioco che strizzasse l’occhio a certi cooperativi si è evidentemente impigliata in una serie di scelte poco attente. Già all’annuncio sembrava il titolo più debole di Arkane, ma francamente era difficile immaginare così tante difficoltà, alcune delle quali legate a meccaniche come storia, libertà e level design con cui lo sviluppatore è sempre stato a proprio agio.

La cittadina di Redfall, un luogo che purtroppo non ricorderemo tanto quanto Dunwall

Se cercate uno sparatutto cooperativo, potreste puntare sui già nominati Back 4 Blood e il recente e più “fisico” Dead Island 2. Se invece cercate personaggi da far crescere e missioni da svolgere, l’intramontabile saga di Borderlands può ancora fare al caso vostro, anche scegliendo di giocare in solitaria. Ma se puntate sul single player e volete scoprire di cosa è davvero capace Arkane, dovreste recuperare uno dei suoi precedenti lavori, sperando che Redfall sia solo uno scivolone utile a farli crescere.

Pro

– In cooperativa i poteri finalmente si completano

– Alcuni vampiri offrono una bella sfida

– Presente su GamePass

Contro

– Troppe meccaniche non si integrano tra loro

– Manca la libertà di approccio tipica di Arkane

– Trama e personaggi poco attraenti

– Gunplay impreciso

– IA nemica scarsissima

– Bug, glitch e comparto tecnico inadeguato agli standard attuali

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