Per Capcom 4 + 7 fa 8
Nel 2017 Resident Evil rinasceva in una nuova magione. Con Raccoon City nuclearizzata, la scelta cadde su una grande casa in Louisiana che riportava alla mente a più riprese la mia dimenticata Villa Spencer. Cambiava la location, cambiavano i nemici, il protagonista e anche la visuale, eppure il risultato fu ottimo. La paura tornava a guidare i giocatori, e la voglia di una nuova avventura dopo quel settimo episodio era tanta. Ora l’attesissimo Resident Evil Village è tra noi e dietro alla famosissima Lady Dimitrescu c’è moltissimo altro, compresa una notevole somiglianza con il grande Resident Evil 4.

Resident Evil Village riporta in scena Ethan Winters, sfortunato protagonista del capitolo precedente e, di fatto, proseguiremo le sue disavventure. Dopo aver sposato Mia e aver avuto la piccola Rose, una sera un commando armato fa irruzione nella loro casa: Mia viene eliminata e Rose rapita insieme ad Ethan. Poco dopo Ethan si risveglierà accanto al convoglio ribaltato che lo trasportava in una fredda strada di montagna. Quello che potrà fare sarà mettersi sulle tracce dei rapitori, finendo nel villaggio che dà il titolo al gioco. Da noi non saprete altro, visto che Capcom ha fatto un lavoro eccellente per nascondere a dovere le potenzialità del gioco, offrendoci l’iconica Lady Dimitrescu, ma celandoci una marea di informazioni che rendono Resident Evil Village molto più completo e vario rispetto al precedente capitolo. Quello che saprete iniziando a giocare sarà la punta di un iceberg gigante, con gli eventi di Resident Evil 7 che si dimostrano solo la base da cui si è partiti per raccontarci questo nuovo orrore.

Quello che Resident Evil Village fa a meraviglia è cambiare pelle, trasformarsi e di conseguenza farci vivere la paura in modo diverso. Il castello di Lady Dimitrescu è stato studiato per ricordarci un po’ la classica dimora “alla Resident Evil” , con segreti, piccoli enigmi da risolvere, un atrio con scalinata e diverse mostruosità che attaccano come nel quarto capitolo, ma che ricordano gli zombi più classici. Il punto è che abbiamo completato quella parte dopo circa 3 ore abbondanti. Archiviata l’esplorazione del maniero, riceveremo un’informazione con cui capiremo finalmente la portata del gioco. Il suo sviluppo si concentra su diverse aree e diverse tematiche del mondo horror, ma, al centro di tutto c’è il villaggio. Capcom ha promesso che oltre a Ethan e ai suoi antagonisti, il paesino che sorge ai piedi del castello è stato pensato per essere anch’esso un personaggio fondamentale. Dopo aver terminato il gioco possiamo dirvi che è esattamente così: al vostro arrivo molte porte saranno chiuse, alcune avranno bisogno di una qualche chiave e in generale ci saranno delle intere vie e molte abitazioni a cui non avrete accesso. Conclusa la vostra gita al castello, tornerete al villaggio e, tra oggetti recuperati e nuove situazioni, questi accessi potranno essere sbloccati, potendo anche arraffare tesori che vanno da oggetti preziosi, fino a vere e proprie armi da equipaggiare. Questi cambiamenti si avvertono anche perché, man mano che la vostra ricerca di Rose prosegue, vedrete sorgere e calare il sole, modificando anche l’atmosfera e le sensazioni.

Il gameplay che ci accompagnerà per tutta l’avventura viene ripreso da Resident Evil 7, con tanto di visuale in prima persona, eppure qualcosa è cambiato. Nei tre anni trascorsi dalla sua fuga da casa Baker, Ethan si è addestrato e ora può maneggiare e gestire un numero maggiore di armi da fuoco. La mira mi è sembrata un po’ più stabile e meno incerta, e questo è servito per dare uno slancio maggiormente action a questo episodio. Quindi sì, Resident Evil Village ricorda moltissimo Resident Evil 4. Questo però non è affatto un male, visto che il titolo, già a difficoltà normale, richiede un po’ di attenzione nell’usare le munizioni. Non ne troverete a dozzine in qualsiasi cassetto e anzi, vi capiterà spesso di dovervele costruire usando scarti di metallo, polvere da sparo e altri oggetti utili per il crafting che spesso potrete usare su più ricette e che quindi vi spingono a pensare cosa è meglio creare. Volendo poi potrete anche comprare consumabili dal Duca, il nuovo mercante che ci accompagna per tutto il viaggio e a cui potremo vendere oggetti preziosi come i tesori rinvenuti nelle ambientazioni, per poi comprare progetti di fabbricazione, componenti di armi e, verso il finale, armi esclusive. Se volete gestire le vostre risorse e sentire maggiormente la componente survival, vi sconsigliamo però di acquistare munizioni od oggetti di consumo dal Duca, così che possiate concentrare le vostre monete su acquisti permanenti.

Saper bilanciare gli ingredienti è una caratteristica rara che pochi altri capitoli della saga hanno saputo sfruttare. Alcuni si concentravano sull’evitare il più possibile le minacce, altri sul farci sparare a più non posso; Residente Evil 7 poi puntava molto, specie all’inizio, su una paura data dall’impossibilità di confrontarsi con i Baker. Con Village tutte queste situazioni si uniscono in un unico e completissimo quadro, con momenti in cui potrete solo fuggire e altri in cui potrete usare anche un lanciagranate. Questo equilibrio deriva in parte dagli ambienti proposti, che vanno da un castello elegantissimo, in cui però c’è spesso un elemento disturbante, fino alle casupole del villaggio, distrutte e devastate, ma con appesi alle pareti ancora oggetti di una vita normale che ormai è stata portata via. Un altro elemento che concorre a rendere equilibrato il gameplay è la varietà dei nemici: si passa da licantropi agili che usano anche gli spazi verticali per attaccarci, a prigionieri incappucciati e mostri volanti. Le boss fight sono molto diverse tra loro ma offrono sempre grandi soddisfazioni, ma non vanno nemmeno sottovalutati alcuni mini boss, neanche tanto “mini”, che potrete affrontare nel caso vogliate andare in giro a caccia di tesori. Non ci sono missioni secondarie, ma la libertà di esplorare il villaggio non viene mai negata, se non in momenti specifici.

Essendo un gioco in cui si spara parecchio, è stato ripreso il sistema di inventario visto in Resident Evil 4, con un menu rappresentato da una valigia a blocchi, in cui si andranno ad inserire munizioni, oggetti curativi e armi. Gli oggetti chiave e i tesori che potrete vendere, di cui alcuni combinabili, non occuperanno spazio nell’inventario e quindi non dovrete mai lasciare a terra qualcosa di importante, solo perché avete finito lo spazio. Quasi tutte le armi potranno essere potenziate dal Duca su più caratteristiche come potenza, tempo di ricarica, tempo intercorso tra un colpo e l’altro e numero di colpi nel caricatore, e questo richiederà parecchi investimenti monetari. Per fortuna i Lei, la moneta che troverete e con cui potrete pagare, si trovano anche addosso ai nemici uccisi, con alcuni di essi che possono lasciare anche tesori di valore. Nonostante questo, alla fine della nostra prima run, solo due armi sono state potenziate al massimo, e due sono rimaste sugli scaffali del Duca insieme ad alcune modifiche. Questo ci porta ad un altro grande ingrediente di Resident Evil Village: la rigiocabilità. Fin da subito potrete avviare il gioco anche a difficoltà “Estrema”, davvero complicata per chi vuole godersi il gioco una prima volta senza frustrazioni, ma dopo il primo completamento sbloccherete una difficoltà ancora superiore. A quel punto, se vorrete ricominciare l’avventura ad una difficoltà superiore, potrete portarvi dietro sia i potenziamenti di Ethan, ottenibili cacciando animali e portando le loro carni al Duca, sia le armi e le munizioni rimaste nell’inventario al termine della run precedente. Inoltre, dopo aver finito il gioco vedrete una lista di sfide divisa tra completate e ancora da completare; queste sfide vi faranno guadagnare punti con cui comprare armi speciali, ma anche munizioni infinite per quelle armi, rendendo la rigiocabilità dell’intero gioco una nuova e appassionante esperienza con cui potrete sbloccare ancora più contenuti.

Infine, tra gli extra che sbloccherete al completamento, tra cui anche filmati sulla realizzazione del gioco, torna la modalità Mercenari. Basato unicamente nell’eliminazione dei nemici, questo minigioco ci propone quattro ambientazioni, di cui solo la prima è sbloccata all’inizio, divise a loro volta in più mappe. Il nostro obiettivo sarà eliminare il numero di nemici indicato entro il tempo limite e poi raggiungere l’uscita. In ogni mappa, oltre ai nemici, ci saranno anche clessidre per ottenere tempo extra e sfere blu che ci offriranno casualmente un potenziamento, facendoci scegliere tra tre di essi. La dinamica veloce e il sistema basato su combo da mantenere attive per ottenere punteggi sempre più alti, mettono alla prova i giocatori, spingendoli anche a scegliere quali armi portare con loro. È meglio usare solo una pistola automatica fortemente potenziata, o conviene diversificare le armi da portare con sé, ma senza poterle migliorare a dovere? Le scelte sono parecchie e il divertimento non mancherà nemmeno con questo extra dal sapore prettamente arcade.

Resident Evil Village nasce a cavallo di due generazioni. I possessori di next-Gen potrebbero non vedere sfruttato al massimo il loro nuovo hardware, mentre chi ancora gioca su old-gen noterà qualche caricamento di texture un po’ in ritardo e una pulizia grafica non proprio perfetta. Nonostante questo però, tutti potranno godersi un signor gioco, con ambientazioni ricchissime di dettagli, tantissima atmosfera e con caricamenti praticamente assenti. Il character design è azzeccato e alcuni nemici potrebbero restarvi impressi più della celebre Dimitrescu. Manca un po’ di interazione ambientale, ma il motore grafico RE Engine si dimostra in forma e non perde mai un colpo, nemmeno quando un’orda di licantropi vi insegue. Notevoli le musiche che creano atmosfera ma che sanno anche rendere epici gli scontri, così come gli effetti sonori che rendono bene l’idea dei suoni mostruosi emessi e di quando un colpo centra il bersaglio. Valido infine anche il doppiaggio, con Renato Novara che torna nei panni di Ethan, e con tutti i personaggi già visti in passato che ritornano ad essere interpretati dai loro doppiatori, compreso Claudio Moneta nei panni di Chris Redfield.

L’abbiamo atteso e desiderato e, per fortuna, non ha deluso. Resident Evil Village si piazza tra i migliori episodi della serie, potendo festeggiare adeguatamente i 25 anni della saga Capcom. Non ci sono vere note stonate in quella che si dimostra un’avventura più ricca del previsto e a tratti sorprendente: tante aree diverse, una buona varietà dei nemici, tanti bonus al completamento e una giocabilità che tiene in equilibrio perfetto ogni singola parte, lo rendono consigliatissimo ai fan e a chiunque voglia avvicinarsi alla serie. Ci sono salti sulla sedia, ci sono momenti angoscianti, ci sono situazioni da panico totale, ci sono scontri epici e ci sono tante nuove informazioni che arricchiscono la saga e la spingono senza difficoltà verso i prossimi episodi. Creare un capitolo numero 9 migliore di questo sarà una bella sfida per Capcom, ma mentre loro sono al lavoro, noi possiamo visitare ancora e ancora questo villaggio tanto affascinante quanto maledetto.
- – Appassionante dall’inizio alla fine
- – Tensione, azione e orrore uniti a meraviglia
- – Il villaggio si fa scoprire pian piano
- – Molti più contenuti di quanto non lasci intendere
- – Ambienti, nemici e situazioni molto vari
- – Rigiocabile grazie a parecchi extra
- – Grafica e audio notevolissimi
- – Meno terrificante del 7
- – Qualche enigma in più non ci sarebbe dispiaciuto

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