Ride 5 – Recensione

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Parlare di Ride senza nominare Gran Turismo è molto difficile. Il gioco di Poliphony Digital ha fatto scuola nel creare un paradiso digitale per il patito di auto che volesse guidarle, ma anche scoprirle. Dopo aver congelato la serie Tourist Throphy, solo Milestone ha cercato di replicare la sua formula in ambito motociclistico. Se con il quarto capitolo la magia non funzionava completamente, l’appena uscito Ride 5 prova a correggere un bel po’ di errori.

Cadendo s’impara

Il primo avvio di Ride 5 è molto sentito. Un filmato ci accoglie mentre una voce ci racconta la bellezza di pilotare una moto. La parte emozionale che prima mancava, ora si fa subito viva e palpabile, ma purtroppo si va a scontrare con un problema non da poco: la gestione dei freni. Durante le primissime curve in sella ad una BMW M1000 RR sono caduto un sacco e ho imparato alcune cose.

Nelle primissimo curve di Ride 5 andrete lunghissimi e cadrete. Poi capirete perché e inizierete a farci la mano.

La prima è che vi conviene sempre frenare sia con il grilletto sinistro (freno anteriore), sia con il pulsante X o A (freno posteriore). Anche se è impostato l’aiuto che dovrebbe frenare entrambe le ruote con il solo grilletto, io ho ottenuto frenate più efficaci agendo su entrambi i pulsanti. La seconda cosa che ho imparato è stata di anticipare sempre l’indicatore della traiettoria ideale. Frenare e staccare mentre inizia il “giallo” è già troppo tardi.

Dopo un po’ di pratica le cose migliorano ma non sentire la frenata sull’anteriore tramite vibrazioni e grilletti adattivi complica le cose. Attendiamo una patch.

Quello che ho scoperto agendo così, è che comunque il feedback del freno anteriore non viene quasi mai trasmesso al controller. Premere tutto senza l’aiuto alla modulazione, e quindi teoricamente pinzare l’anteriore, non trasmette alcun segnale al giocatore, se non mentre si è in piega e si rischia la caduta. È solo in quelle fasi che il controller inizia a mandare segnali, impedendo di sentire davvero il comportamento della moto nelle staccate. Questo problema complica molto la vita di chi gioca, rendendo la gestione meno fisica di quanto in realtà non sia. Il modello di guida infatti pesca dalle ultime produzioni di Milestone, dimostrando la sensibilità delle sospensioni, specie sui cordoli.

La carriera che speravamo

Tornando al tutorial introduttivo, dopo aver guidato la nuovissima BMW in copertina e aver individuato i pro e i contro elencati, faremo una veloce corsa contro un altro pilota e in base al piazzamento, vinceremo subito la nostra prima moto. A quel punto inizierà un’avventura motociclistica che vive principalmente della Carriera, modalità principale con eventi da affrontare e moto da vincere e migliorare.

Tanti eventi e tante moto da vincere. I Time Attack non sono semplicissimi ma strappare un bronzo è comunque fattibile già nei primissimi tentativi

La carriera si sviluppa in quattro macro categorie, suddivise a loro volta in gare singole, campionati e sfide come per esempio il Time Attack. Imparando dagli errori del passato, sono state eliminate le odiose patenti, così come il riavvio forzato in alcuni eventi, non appena si usciva dal tracciato. Gli esperti potranno per esempio attivare il consumo delle gomme e guidare con il cambio manuale per forzare accelerazioni all’uscita dalle curve. I nuovi arrivati potranno facilitare l’esperienza attivando aiuti di ogni tipo, tra acceleratore, freno e sterzata automatici, arrivando addirittura a rallentare il tempo per capire come gestire meglio la moto.

Avversari egocentrici

Ovviamente ci sono anche i selettori per personalizzare gli avversari, calibrando sia la loro abilità, sia il loro comportamento. Il primo sembra funzionare perfettamente, offrendoci piloti che sanno affiancarci, rendendo ogni gara un susseguirsi di duelli serrati. Riguardo il comportamento invece non ho notato grosse differenze, visto che a qualunque settaggio, abbiamo subìto tamponamenti e traiettorie assassine.

I Piloti avversari hanno un’ottima scalabilità riguardo la velocità in pista. Peccato che talvolta esagerino e capiti che vi stendano senza tanti complimenti

Sembra che i piloti non considerino granché la nostra presenza e quindi se siamo sulla loro traiettoria, la carenata è frequente. Per fortuna scontrarsi con gli altri non è sempre sinonimo di caduta e, anche se succede, il dorsale destro attiva rewind infiniti (e disattivabili). Sapendo dove passerà il pilota avversario, spetterà però a noi cercare di non essere sulla sua traiettoria per evitare un’altra caduta.

Tante piste, tante moto

I problemi elencati poco sopra non sono affatto piccoli, ma Ride 5 prova a compensarli attraverso gare sempre accese.  Con 38 tracciati di cui moltissimi con 2 o 3 varianti, correre è sempre vario ed emozionante. Tra le tante piste, troveremo classici come Laguna Seca, Monza, il Mugello e il lunghissimo Nurburgring. Non sono però solo le location a rendere tutto così notevole.

Tra i 38 tracciati presenti, ci sono anche i circa 23 km del Nurburgring

Tolto il feedback della frenata (che speriamo sistemino al più presto) il sistema di guida si dimostra reattivo e responsivo. Le sospensioni reagiscono ad accelerazione e frenate e le gomme hanno più o meno potenza frenante in base all’angolo di piega su cui vengono fatte rallentare.

Endurance e bug

Le gare endurance si arricchiscono di meteo dinamico, che va ad aggiungersi al già visto tempo dinamico, reale o velocizzato che sia. Una gara da 20 minuti reali per esempio può vedervi partire nel pomeriggio, per poi correre tutta la notte e arrivare alle luci dell’alba. In queste gare va gestita l’usura delle gomme e il consumo del carburante, comprendendo soste ai box inusuali nelle gare standard.

La visuale del pilota, oltre ad essere spettacolare, stavolta è anche utilizzabile senza troppe difficoltà.

Purtroppo tutte queste possibilità, nella nostra prova sono state sporcate da bug piuttosto seri, che cambiavano il numero della nostra posizione in pista, oltre ad impedire la chiusura della gara dopo lo scadere del tempo. Una patch sarà d’obbligo, perché queste situazioni possono invalidare minuti e persino ore di gioco. Passando invece alle sfide Time Attack, queste dovrebbero avere tempi variabili in base al livello di difficoltà scelta. Attualmente, con tempi fissi per principianti ed esperti, raggiungere anche solo il bronzo, potrebbe essere proibitivo per i giocatori occasionali.

Tuning semplice ma efficace

Riguardo al tuning, non sono stati fatti molti passi avanti rispetto al passato. Ogni moto può montare specifici kit motore da acquistare in successione per aumentarne la potenza. Ci sono poi pacchetti per sospensioni e cambio che invece permettono di mettere mano alle regolazioni e serviranno principalmente ai più smanettoni. Su altri tipi di componenti come freni e marmitte invece troviamo componenti legati a marche reali che però finiscono per apparire prestazionalmente identici tra loro.

In fase di tuning si possono apportare parecchie modifiche. Molte scelte hanno però lo stesso impatto e, individuate quelle che servono, si procede per preferenze estetiche

Acquistare uno scarico di una marca piuttosto che di un’altra diventa una questione estetica e per qualcuno la mancanza di differenze concrete potrebbe sembrare un po’ superficiale. Rimane comunque una fase piacevole e di facile lettura che permette di migliorare la propria moto, senza per forza acquistarne una nuova.

Editor grafici e split-screen

Non manca nemmeno stavolta l’editor di tute, caschi e livree, così da abbellire come si preferisce la propria esperienza. Per i più pigri (o i meno creativi come me) si possono anche vedere e scaricare le creazioni di altri utenti. Nel race editor invece si può creare la propria gara, così come il proprio campionato personalizzato, scegliendo la classe delle moto partecipanti, i tracciati e tutte le impostazioni che si desiderano.

Lo split-screen per 2 giocatori è fluido e inserisce anche i piloti IA

Sarete inoltre felici di sapere che grazie alla scelta di portare Ride 5 unicamente su PS5 e Xbox Series X|S (oltre che su PC), è stato possibile inserire lo split screen per due giocatori, senza compromettere la fluidità. Un’opzione gradita che farà felici molti giocatori amanti delle sfide da divano.

Comparto tecnico

Il tempo passato da Milestone insieme all’Unreal Engine gli ha permesso di creare un Ride 5 che sa essere dettagliato e fluido, senza particolari compromessi. Le piste sono ben ricreate, specie nelle giornate più burrascose, andando a pescare classici del passato, ma anche creazioni inedite e piacevoli. La parte del leone la fanno ovviamente le 238 moto presenti, tutte dettagliatissime e comprese di descrizione testuale.

I replay sono ben realizzati e mi sono ritrovato spesso a guardarli.

Si va dalle sportive alle naked, passando per miti indimenticati del passato. Non è detto che il modello che avete sempre sognato sia presente, perché mancano per esempio le supermotard, ma lo sforzo di accontentare più persone possibili è evidente. Musiche principalmente d’accompagnamento si affiancano a suoni dei motori ben riprodotti (per quelli che ho potuto riconoscere a orecchio).Il doppiaggio in italiano, corredato da tutti i testi e le descrizioni, chiude il cerchio.

Commento finale

Anche se il voto che trovate qui sotto è un po’ più basso del precedente episodio, Ride 5 potrebbe essere il capitolo migliore della serie. Le moto presenti sono inferiori rispetto al terzo episodio, ma i limiti del trial & error del quarto sono finalmente scomparsi. Per qualcuno la giocabilità di Ride 2 potrebbe essere più accessibile, ma se aggiustano gli errori grossolani di cui vi ho parlato, il gioco poi funziona.

Laguna Seca è tanto bella quanto impegnativa.

La progressione, in special modo, rende concreta l’idea di conquistare e collezionare sempre più moto, sia per “averle”, sia per provarle. La passione verso le due ruote che Milestone dimostra di avere è qui più evidente che mai. Sarebbe un peccato vederla offuscata da inciampi comunque aggiustabili, visto che i problemi concettuali del passato sono ora stati archiviati, lasciando spazio a corse più pure e istintive. Attendere alcune patch prima dell’acquisto è però estremamente consigliato.

Pro

– Tanti eventi su tanti circuiti

– 238 moto da vincere e guidare

– Modello di guida spesso credibile

– IA regolabile e sfidante

– Tuning semplice ma piacevole

– C’è lo split screen

Contro

– Manca il feedback in frenata

– Avversari poco attenti alla nostra presenza

– Diversi bug da correggere

– Mancano alcune categorie di moto

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