Correre e schiantarsi in libertà
Gli sport estremi sono rappresentati da anni nei videogiochi, partendo dal celebre California Games fino alla bellissima saga di SSX, che diede il suo meglio nell’era PlayStation 2. Anche Ubisoft si buttò sulle piste da sci qualche anno fa con il notevole Steep [Pronuncia Stiip], free roaming che inseriva gare di velocità, altre di trick e tanta esplorazione. Sciare, scendere con lo snowboard o addirittura lanciarsi con la tuta alare erano tutte belle esperienze che oggi ci portano a Riders Republic. Il nuovissimo titolo del produttore francese prende infatti tutti quegli elementi, aggiunge le biciclette e crea un’altra incredibile mappa su cui perdersi.

Riders Republic mostra subito il suo spirito, mettendoci davanti ad un tutorial che pone l’accento sulle competizioni. Qualche personaggio prova a dare un contesto a Riders Ridge, ossia l’hub che funge da base per gestire le proprie faccende, ma è tutto molto semplice. Voi sarete uno dei tanti spericolati che vuole mettersi alla prova in una mappa che comprende ben 11 diversi biotipi presi da altrettanti parchi naturali degli Stati Uniti. All’interno di questa mappa creata per l’occasione ma con punti specifici fedeli a luoghi realmente esistenti, ci muoveremo attraverso diverse carriere che comprendono gare di velocità e gare di trick sulla neve, gare di velocità e gare di trick sulla bici e infine attività con tute alari o zaini jet. La progressione di ogni carriera è indipendente dalle altre, quindi, dopo una prima ora che serve per farci sperimentare tutto il pacchetto, avremo libera scelta su come divertirci. Questo è un grandissimo pregio di Riders Republic perché permette di sbloccare gli eventi in base alle attività svolte, senza volerci indirizzare obbligatoriamente verso qualcosa che magari sulle prime non ci attira. Una libertà che abbraccia in pieno lo stile libero e spensierato che viene mostrato dai tanti riders che popolano questa splendida mappa.

Il sistema di gioco è totalmente arcade, e questa è un’ottima notizia in un titolo in cui le discipline possono cambiare così alla svelta. Nonostante questo, gareggiare sulla bici o sugli sci, non è proprio la stessa cosa e affrontare le curve, gestire le superfici e dosare lo scatto mentre si pedala, offrono variazioni che le diversificano a sufficienza. La cosa diventa ancora più evidente durante le gare di trick, probabilmente meno immediate della semplice corsa verso il traguardo, ma gestite anch’esse con intelligenza. Intanto potremo scegliere se impostare i controlli in modalità “gara” o in modalità “trickster”, con la prima che ci fa gestire le rotazioni del nostro rider con i quattro pulsanti frontali, e con la seconda che invece assegna i trick alla levetta destra. Ovviamente potremo passare da una configurazione all’altra in ogni istante. In più, per personalizzare ulteriormente l’esperienza e renderla divertente anche per i meno esperti, si può scegliere tra tre modalità di atterraggio più o meno assistito, con l’ultima che gestisce il numero di rotazioni, così che possiate sempre atterrare in piedi, rinunciando però ad un bonus punti a fine gara. Meno interessanti invece le sfide attraverso il cielo, soprattutto quelle legate agli zaini jet: qui dovrete solo passare attraverso alcuni anelli, evitando qua e là qualche ostacolo e gestire la barra del turbo che si ricarica con il tempo. Quando invece si deve gestire la tuta alare il gameplay riacquista un po’ di spessore, con passaggi che richiedono precisione e anche bei momenti di adrenalina che ricalcano quanto visto anni fa in Steep.

Le carriere si sviluppano attraverso gare che man mano sbloccano eventi sempre più importanti e complessi, e fin qui nulla di nuovo. La cosa particolare però è che non serve arrivare primi per ottenere bonus e ricompense. Ovviamente meglio ci si piazza e più alti sono i premi, ma il senso di progressione è garantito anche al termine di una gara sfortunata. Oltre ai punti esperienza che sbloccano via via attrezzatura sempre più performante e con un valore numerico sempre più alto in bella vista, esistono anche le stelline. Alcune si ottengono completando un evento, altre invece eseguendo acrobazie speciali o compiti specifici all’interno delle stesse. Se all’inizio vi serviranno per sbloccare le varie carriere o anche solo la motoslitta, utilissima per esplorare il mondo a caccia di speciali punti d’interesse, andando avanti potranno darvi l’accesso a gare speciali e agli sponsor, un modo in più per avere qualche sfida da compiere ed essere ricompensati per gli sforzi. Se l’estetica vi interessa fino ad un certo punto non avrete problemi, ma se pensate di poter spendere la moneta di gioco nei negozi, dovete sapere che moltissima attrezzatura è legata all’acquisto tramite soldi reali. Le cose da comprare con la valuta in game ci sono, ma ci saremmo aspettati un maggiore equilibrio tra questi due modi di fare acquisti. Comunque, a scanso di equivoci, le microtransazioni, per quanto presenti, non servono per divertirsi ed essere competitivi.

A proposito di competizione, Riders Republic può essere giocato in solitaria, anche se la connessione online è comunque consigliatissima. Questo perché, anche quando si esplora semplicemente la mappa, si possono veder sfrecciare altri giocatori o comunque i loro avatar, in una versione asincrona che ricorda i drivatar di Forza Horizon e Forza Motorsport. Prima di ogni gara potrete scegliere di affrontare direttamente i giocatori online o giocare in singolo, affidandovi alle prove asincrone registrate da player che hanno già gareggiato, godendovi comunque una gara che appare realistica e in cui gli incidenti e le cadute sono frequenti. Ci sono poi molti altri modi per interagire con altri appassionati, comprese gare a squadre di trick e tracciati creati dagli utenti stessi, filtrabili grazie ad uno specifico menu. Le più grandi attività multigiocatore sono però le Gare di massa, in cui fino a 64 giocatori contemporaneamente si affronteranno in sfide che prevedono anche cambi dell’attrezzatura usata nel bel mezzo della corsa. Con così tanti partecipanti si respira chiaramente l’aria del battle royale, ma il fatto di poter comunque gareggiare fino alla fine della playlist, senza essere eliminati nel frattempo, le rende piacevoli anche a chi non apprezza quel genere. Il loro problema piuttosto è di natura tecnica, visto che si ricevono spesso spinte e relativi cambi di traiettoria che possono anche farci saltare un checkpoint, obbligandoci a riavvolgere il tempo e a farci perdere un sacco di posizioni. L’idea di diminuire drasticamente le collisioni sarebbe ottima perché permetterebbe di gareggiare diminuendo il fattore casuale, aumentando quello legato alla propria capacità.

Come dicevamo, la costruzione del mondo di Riders Republic è impeccabile, con zone innevate, altre rocciose, altre ancora composte da verdi foreste di sequoia, tutte collegate in modo invisibile e raggiungibili in un lampo tramite un sistema di viaggio rapido davvero impressionante. Non è tutto perfetto, visto che alcune aree più popolate hanno elementi come case e costruzioni un po’ meno dettagliate, ma mentre si scende a valle a 60 fps, quasi sempre costanti, non ci si fa molto caso. Solo nelle gare di massa si può veder scendere il numero dei frame per secondo, ma anche in quel caso la fluidità resta comunque ottima, specie se si considera l’alto numero di partecipanti a schermo. Risultano fluide e credibili le animazioni, mentre le cadute sono spesso esagerate e dolorosissime. La pulizia non è proprio di casa, con piccoli elementi a bordo pista spesso soggetti a pop up, ma va considerata la grandissima mappa e il modo in cui viene gestita. Anche le collisioni con i bordi dei tracciati o contro elementi naturali talvolta creano situazioni strampalate, ma lo spirto arcade della produzione maschera bene queste imperfezioni. Sono invece meno giustificabili alcuni problemi di connessione e rari casi in cui il gioco, alla fine di una gara, si blocca e richiede la chiusura del software. Quanto appena detto è da considerarsi valido nel caso si disponga di un buon PC o di una console next-gen come PlayStation 5 e Xbox Series X, altrimenti l’impatto va ridimensionato e i frame per secondo scendono a 30 e i viaggi rapidi lo sono un po’ meno. Validissima la ricca tracklist che pesca dal punk, dal rock e anche dalla musica classica, ma risultano molto efficaci anche gli effetti sonori, dalla ghiaia che salta mentre curviamo in bici fino ai suoni naturali che si sentono quando ci si ferma a guardare il panorama. Il doppiaggio rimane invece in inglese, ma non è un grande problema vista la scarsa importanza dei dialoghi. Tutti i testi, compresi i sottotitoli, sono comunque tradotti in italiano.

Riders Republic è un gioco in cui si respira tanta libertà. La natura rappresentata accoglie gare adrenaliniche in cui, anche fare pessime figure, è comunque ricompensato per lo sforzo. Le discipline sono quasi tutte divertenti fin da subito e i tracciati su cui gareggiare sono moltissimi, se non infiniti grazie all’editor e alle produzioni della community. È un titolo ricchissimo e per tutti, che diventa competitivo ad alti livelli solo per chi lo desidera ma che può essere affrontato completamente in single player da chi si vuole perdere nella sua mappa per godersela senza pressione. Non ci sono veri e propri punti di debolezza, se non forse il suo spirito arcade che a qualcuno potrebbe non piacere ma che comunque è dichiarato fin dalla copertina. Se volete un gioco leggero, pazzo e pieno di ottimi panorami potrebbe sorprendervi più di quanto pensiate.
- – Mappa bellissima, ricca di attività
- – Bici, sci e snowboard arcade convincono
- – Controlli semplici ma efficaci
- – 60 fps e veloce nei viaggi rapidi (su next-gen)
- – Gare di massa divertenti nonostante la baraonda
- – Bello da vedere e da ascoltare
- – Alcuni bug richiedono il riavvio
- – La pulizia generale non è al massimo
- – Il gameplay degli zaini jet è molto basico

Ti potrebbero interessare anche...:





