Scarlet Nexus – Recensione

Combattere è tutta questione di testa!

Il 2021 è un anno movimentato sul fronte videoludico. Tantissimi annunci, uscite e nuove IP stanno in qualche maniera dando il via a una nuova generazione nata dalle difficoltà dell’anno precedente. Una delle uscite più attese e curiose di quest’anno è senza dubbio Scarlet Nexus, titolo di Bandai Namco presentato durante una conferenza Microsoft nel Maggio del 2020. A lavorare al progetto, tra i diversi nomi, spiccano Keita Iizuka e Kenji Anabuki, famosi per aver lavorato a diversi titoli della serie Tales of, a God Eater e a Code Vein.

Scarlet Nexus

Scarlet Nexus è arrivato lo scorso 25 Giugno come titolo cross-gen, risultando all’atto pratico stilisticamente simile all’ottimo Astral Chain di PlatinumGames. Proprio come fa la trama di Astral Chain, infatti, Scarlet Nexus racconta una storia pseudo-apocalittica, dipingendo un mondo in balia di un’incessante invasione di misteriosi esseri chiamati “Estranei”. In risposta a quest’invasione di nemici apparentemente invincibili, l’umanità ha compiuto diverse ricerche, trovando la chiave in una divisione di soldati chiamati “FSE”, Federazione di Soppressione Estranei. Gli arruolati in questa federazione vengono sottoposti a un test di compatibilità, in cui un ormone specifico nel loro corpo viene sovrastimolato. In caso di compatibilità, gli arruolati nell’FSE sviluppano dei poteri sovrannaturali in grado di contrastare gli Estranei. Questo è il caso dei due protagonisti che il gioco ci chiede di impersonare, Yuito Sumeragi e Kasane Randall.

Scarlet Nexus

I due ragazzi, dopo l’ammissione nell’FSE, sviluppano il potere della psicocinesi, risultando quindi virtualmente molto simili tra loro. La scelta del personaggio ad inizio avventura non deve comunque essere lasciata al caso, dato che entrambi vivranno situazioni piuttosto diverse nella stessa linea narrativa. Da parte nostra ci sentiamo di consigliarvi di iniziare dapprima con Yuito, per poi passare a Kasane una volta finita la storia del ragazzo. Scelto il personaggio da utilizzare, un discreto tutorial ci introdurrà alle meccaniche del gioco. Qui diventano lampanti le numerosissime influenze videoludiche, almeno per quel che concerne il gameplay. Se dal lato puramente visivo e stilistico sono chiare le somiglianze con Astral Chain, dal punto di vista di gameplay le influenze possono risultare come una grande fusione tra la serie di Tales of e Final Fantasy XV. Il combattimento in Scarlet Nexus è estremamente fluido, lascia molto controllo al giocatore e il feeling risulta simile alla modalità manuale durante i combattimenti dei Tales of più classici. La psicocinesi risulta essere un forte alleato durante le battaglie, che permette a Yuito di allontanarsi e avvicinarsi liberamente ai nemici. Lanciare macchine, camion e svariati oggetti dell’ambientazione, a volte anche con dei Quick Time Event, sarà di enorme aiuto nel mantenere la combo attiva, facendo contemporaneamente ingenti danni ai nemici. Oltre alla normale barra dei punti vita, alcuni nemici specifici dispongono di una barra di abbattimento. Utilizzare attacchi potenti con la psicocinesi è l’unico modo per ridurla. Una volta fatto, sarà possibile avviare uno speciale Quick Time Event che funge da esecuzione dell’avversario o, nel caso dei boss, lo danneggerà in maniera incisiva.

Ad aggiungere ulteriore varietà di gameplay giungono in soccorso gli attacchi combinati, il cui concept prende sicuramente ampia ispirazione da Final Fantasy XV. Rispetto al titolo Square Enix, però, gli effetti degli attacchi combinati grazie all’uso del SAS (una connessione neurale tra i personaggi) sono totalmente passivi su Yuito e ne influenzano il moveset di base, senza spezzare il ritmo del combattimento con mosse fatte da altri personaggi. Tra invisibilità, pirocinesi, chiaroveggenza, super resistenza agli attacchi e supervelocità c’è l’imbarazzo della scelta. Ogni personaggio che ci accompagnerà nelle varie missioni di gioco sarà arbitrariamente assegnato a uno dei quattro tasti frontali del controller e il loro effetto sarà attivabile tramite una combinazione di tasti. Gli effetti degli attacchi combinati sono sì utili, ma al contempo totalmente secondari, visto che non incidono in maniera drastica sui combattimenti. Nella nostra esperienza ci sono state solo due o tre occasioni specifiche in cui l’utilizzo di un potere piuttosto che un altro era tassativo. In aggiunta a tutto questo, comunque, Yuito dispone di altri assi nella manica come il Brain Drive, che amplifica gli effetti di ogni sua singola mossa per una quantità limitata di tempo, e diversi rami di abilità collegati tra loro, che gli conferiscono effetti sia attivi che passivi, come in qualsiasi Action RPG che si rispetti, e saranno sbloccabili salendo di livello.

Scarlet Nexus

Le vicende di Scarlet Nexus si sviluppano in Atti inframmezzati da Fasi di Pausa, in cui sarà possibile prendersi un po’ di tempo per esplorare le ampie aree di gioco. Certo, sostanzialmente sarà possibile girare liberamente in poche zone circoscritte come Hub esplorativi in cui recuperare missioni secondarie, ma il punto focale di queste sessioni risiede nel Legame con gli altri personaggi. Questo sarà l’unico punto del gioco in cui Yuito potrà approfondire il suo rapporto con i personaggi secondari, sia tramite quest opzionali che semplici cutscenes esplicative di determinati elementi di trama o di piccole storielle e quadretti tra i personaggi, molto reminiscenti delle scenette secondarie dei Tales of. Dall’Atto 2 in poi, inoltre, Yuito potrà fare regali specifici ai suoi amici per abbellire la base in cui sono rifugiati e per approfondire ulteriormente il rapporto con loro, scoprendo retroscena e ottenendo potenziamenti sugli attacchi combinati citati in precedenza.

Nonostante tutti questi buoni elementi, è innegabile il grado di ripetitività della formula di base. Scarlet Nexus soffre, purtroppo, della scomoda sindrome dei titoli particolarmente narrativi di stampo nipponico: “vai al punto X e sgombra l’area” o “vai al punto Y e sconfiggi questo boss” saranno obiettivi all’ordine del giorno e spesso, nonostante il divertimento scaturito dal gameplay, c’è il rischio che il loop possa diventare una fastidiosa formula, più che un piacevole passatempo. Per fortuna la ripetitività del gameplay di Scarlet Nexus resta fortunatamente superficiale: rischiosa, ma non pericolosa a tal punto da stancare il giocatore. Il ritmo di gameplay resta comunque ben congegnato, così come le vaste aree esplorabili, tendenzialmente urbane e abbandonate, ma mai scontate o poco interessanti. I piccoli bonus sparsi in giro aiutano sicuramente a stuzzicare la curiosità dei più avventurosi, senza però diventare tediosi prima del tempo.

Scarlet Nexus

Dal punto di vista puramente grafico, Scarlet Nexus utilizza in maniera sapiente e interessante l’ormai versatilissimo Unreal Engine 4. Su Xbox One S il gioco gira tendenzialmente a 30 Frame al secondo, con qualche sprazzo di rallentamento durante le cutscenes. Una scelta stilistica che ci ha lasciati un po’ perplessi riguarda proprio la realizzazione delle cutscenes, spessissimo di stampo fumettistico e quindi principalmente statiche. Saranno ben poche le scene totalmente animate.
Il character design è molto semplice e per certi versi già visto, ma assolutamente non banale. I personaggi risultano subito amichevoli e riconoscibili, mentre gli Estranei e il loro complicato modo d’essere riusciranno a sortire nel giocatore quel giusto effetto d’inquietudine che mai guasta. Il sonoro di Scarlet Nexus è di altissima qualità. Le musiche mescolano sapientemente suoni di strumenti acustici e sintetici, risultando interessanti Soundtracks mai invadenti e azzeccate sia per ambienti che per situazioni. Sempre soffermandoci sul sonoro, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Scarlet Nexus nella sua localizzazione in lingua parlata inglese. Nonostante qualche intenzione un po’ altalenante qui e là, comunque, le interpretazioni risultano perfettamente legate ai personaggi, sullo stesso livello dei migliori Tales of. Per chi vuole è possibile selezionare anche il doppiaggio giapponese, godendosi sempre e comunque una buona traduzione in italiano attraverso i sottotitoli.

Scarlet Nexus

Scarlet Nexus è un’esperienza davvero interessante. Forse non sarà la più originale dal punto di vista stilistico, di trama o di gameplay, ma ha buon cuore e buoni propositi. Il suo ritmo e la sua struttura risultano ben radicati nel genere action, ed è per questo che saprà farsi amare senza troppi giri di parole dagli appassionati di produzioni nipponiche in cerca di qualcosa di fresco e raffinato, che preferisce non correre troppi rischi. Di certo questa strana “zona di comfort” in cui risiede il gioco non lo fa spiccare più di tanto rispetto ad altri titoli, ma sotto sotto c’è del buono. Chissà se un seguito potrà aiutare il brand a esplorarsi e a crescere ancora!

Pro
  • – Ottima direzione artistica
  • – Combat system semplice ma rapido e pulito
  • – Discreta versatilità nel sistema di crescita
Contro
  • – Rischia la ripetitività
  • – Missioni secondarie abbozzate
  • – Tutt’altro che originale

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