Scott Pilgrim vs the World Complete Edition – Recensione

Si torna a vincere il cuore di Ramona a suon di cazzotti!

Il gaming procede sempre di pari passo all’innovazione tecnologica e alle nuove frontiere videoludiche. Questa è una legge sacrosanta, ma a volte è giusto volgere lo sguardo alle proprie spalle per ripescare quelle piccole cose che sono state perse nel passato. Uno degli esempi più lampanti dei numerosissimi casi come questo, definiti come Lost Media, è sicuramente Scott Pilgrim vs The World, gioco del 2010 sviluppato a tempo di record da tre team interni di Ubisoft (Montreal, Chengdu e Pune) in occasione dell’uscita del film omonimo, basati entrambi sul fumetto (anch’esso omonimo) del canadese Brian Lee O’Malley. Dopo poco meno di quattro anni dalla sua uscita, però, il gioco sparì dagli store online di Xbox 360 e Playstation 3.

Scott Pilgrim

La motivazione, dissero in tanti, era probabilmente dovuta ai diritti del film e del gioco detenuti da Universal, e lì, come in tantissime altre esperienze simili, c’è ben poco da fare. Due DLC, il cui secondo uscito nel 2013, non servirono a mantenere il gioco negli store online, perciò Scott Pilgrim vs the World venne innalzato dal suo status come semplice tie-in di film e fumetto a classico di culto accessibile da pochi. Io, personalmente, ho avuto la fortuna di acquistarlo quando era ancora disponibile sul Playstation Network, ma l’annuncio della Complete Edition mi ha fatto tanto piacere quanto a tutti coloro che non hanno potuto giocarci anni fa, un po’ perché questa è la perfetta occasione per reintrodurre una storia dall’ottima fattura a nuove audience a prezzo estremamente contenuto, e un po’ perché finalmente sarà più accessibile giocare online su console più performanti.

Scott Pilgrim vs. the World segue le vicende del ventitreenne omonimo, reduce di una storia d’amore conclusasi in maniera drammatica, che conosce una diciassettenne di nome Knives Chau e si mette momentaneamente con lei, finché non appare Ramona Flowers, coetanea di Scott, di cui lui si innamora perdutamente. Stare insieme a Ramona, però, comporta dei problemi: primo tra tutti è la costrizione a sfidare e sconfiggere i suoi sette ex malvagi, che appena appresa la notizia del nuovo amore di Ramona istituiscono una vera e propria lega di super-cattivi. Al susseguirsi degli eventi la storia è contornata da una gran moltitudine di personaggi integranti tra primari e secondari, tutto condito da numerosissime citazioni videoludiche proprie della produzione originale di O’ Malley.

Scott Pilgrim

In verità l’incipit di Scott Pilgrim è lo stesso indipendentemente dal tipo di narrazione, ma le vere evoluzioni delle vicende avvengono da metà trama in poi dato che, durante lo sviluppo del gioco e la produzione del film, il fumetto non era ancora concluso, quindi si può dire che i prodotti si siano un po’ influenzati a vicenda nello sviluppare una conclusione coesa in formato cartaceo. E parlando proprio di conclusione: il gioco ne ha molteplici, e dipendono tutte dal personaggio che si sceglie di utilizzare.
Scott Pilgrim vs the World è un Beat’em Up vecchia scuola, nel bene e nel male: si, perché seppur i personaggi possano salire di ben 16 livelli ciascuno, con relative mosse e combo sbloccabili man mano che si sconfiggono nemici ed ex malvagi, la natura ripetitiva del genere e la sua macchinosità iniziale restano virtualmente intatte, anche messe a confronto con la versione originale del titolo. Ad ovviare le mancanze di varietà di questa Complete Edition arriva in soccorso la quantità di personaggi giocabili fin dall’inizio: ben sei contro i quattro della versione originale, due dei quali possono definirsi “cloni” di altri. Wallace e Knives, le “new entry” uscite ai tempi come DLC, sono in tutto e per tutto dei cloni di, rispettivamente, Stephen e Kim, quindi il fattore varietà vacilla leggermente, perlomeno per chi è già navigato. Come si potrà desumere dalla quantità di boss, i livelli sono solamente sette (più un ottavo, segreto, sbloccabile in maniera totalmente fortuita) e seguono in maniera generale le vicende della storia del fumetto, mantenendo intatto anche il character design dei personaggi.

Scott Pilgrim

Oltre a Knives e Wallace, comunque, è anche possibile giocare nei panni di Scott, Kim, Stephen e Ramona stessa. Parte del fascino di Scott Pilgrim risiede nella sua natura di gioco arcade dalla partita veloce, anche se la più grossa offesa è la difficoltà, tassativa ed eccessivamente punitiva, soprattutto nei confronti dei giocatori meno esperti. In soccorso arriva un selezionatore di difficoltà, che aiuta i neofiti ad ambientarsi senza troppi traumi con la modalità facile, chiamata “Pinco Pallino”. Salire di livello aiuterà a morire molto meno spesso, così come aiuterà comprare tutto ciò che si potrà trovare nei negozi più disparati sparsi in giro nei livelli. Ciò che colpisce del level design è la sua cura nel particolare, specialmente nei piccoli segreti che aiutano il giocatore nella titanica impresa di completamento del titolo. Tra veri e propri pranzi acquistabili e snack da portare con sé come cure istantanee una volta che si è finito ko, oltre che libri e pezzi di vestiario in grado di aumentare passivamente le statistiche dei personaggi (divise in forza, difesa, velocità e volontà) c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Si è invogliati fin dall’inizio a esplorare le mappe entro i limiti che il gioco può permettere, a collezionare i dollari fatti cadere dai nemici sconfitti e a investirli nei prodotti più disparati: ad aiutare questa forma mentis e filosofia di gameplay c’è una sezione intermedia già nel primo livello piena zeppa di negozi che, passivamente, aiutano a capire come funziona sia il sistema d’acquisti che i cibi, i vestiti e i libri.

Scott Pilgrim

Aggiornare le proprie statistiche è vitale per rendere l’esperienza di Scott Pilgrim vs the World la più positiva possibile, soprattutto a causa della già menzionata difficoltà.
Il gameplay, quindi, è semplicistico e ripetitivo, ma i diversi contenuti secondari riescono a migliorare ulteriormente l’esperienza e a offrire un grado di rigiocabilità e profondità sorprendentemente più alti di ciò che sembra. Oltre alle tipiche mosse di attacco, suddivise in forti, deboli e speciali (che quando utilizzate consumano punti fegato, gli MP di questo gioco), c’è anche un tasto adibito agli assist, automaticamente assegnato a Knives. L’effetto dell’assist dipende dal personaggio che lo usa, e per movimentare le cose è possibile sbloccare perfino il padre di Knives come assistente segreto, per aumentare ancora di più le possibilità disponibili. 

Parlando, infine, di altri contenuti secondari, la Complete Edition di Scott Pilgrim offre tutte e quattro le modalità extra fin dal primo avvio del titolo. Tra la modalità Survival Horror, una Boss Rush, Palla Avvelenata e Battaglia Totale, c’è abbastanza per giustificare qualche partita in compagnia senza necessariamente dover giocare e rigiocare gli stessi 7 livelli.
L’unica grossa vera nota di demerito va, purtroppo, al sistema di gioco online, che proprio come nella sua versione originale risulta non essere stato neanche ripulito, inusuale per Remaster di questo tipo. L’unica partita che ho avuto modo di giocare online mi è costata circa mezzo secondo di delay degli input, ma è anche vero che l’esperienza di quella sera è stata vissuta con un giocatore americano, quindi probabilmente potrebbe anche dipendere da quello. In ogni caso, fate attenzione a quando create le lobby: speriamo in una bella patch che ne svecchi le caratteristiche, ma per ora il sistema è farraginoso e non è stato modificato, come gran parte dell’intero titolo. In ogni caso, tutte queste discrete qualità vengono accompagnate da un fantastico engine grafico bidimensionale che richiama lo stile 8 bit e 16 bit della Nintendo dei tempi andati, e i suoni e la colonna sonora (composta dal gruppo Anamanaguchi) richiamano molto le qualità degli anni ‘80 e ‘90. Queste caratteristiche e contenuti erano già presenti nel gioco originale quasi nella stessa maniera, ma se dovessimo parlare delle vere e proprie differenze tra versione originale e la Complete Edition ci sarebbe da constatare un lieve calo di qualità, prettamente nel suono e nella definizione dei pixel. La risoluzione resta la stessa in entrambe le versioni, così come viene migliorato il Frame Rate (dai 30 FPS sbloccati su PS3 ai 60 senza sincronizzazione verticale su Switch, la versione che abbiamo esaminato per questa recensione), ma a livello di pura definizione e qualità sembra che qualcosa sia stato perso per strada. Quisquilie, è chiaro, ma è giusto segnalarle, soprattutto se avete avuto esperienze molto profonde con il gioco nella sua versione originale.

Scott Pilgrim

Dopo averlo potuto rigiocare sulle console di oggi, ci sentiamo di consigliare vivamente Scott Pilgrim anche a distanza di 10 anni dall’uscita. Non sono stati apportati cambiamenti importanti e magari non è il gioco più vario sulla piazza, ma sorprendentemente, il gioco funziona ancora a meraviglia (a parte giusto la componente online). Vi piacerebbe scoprire cosa c’è di speciale in una storia così semplice e dal cast così interessante? Non lasciatevi scappare l’occasione allora: Scott Pilgrim vs. the World è appena tornato ed è destinato a restare per un bel po’ di tempo, e il prezzo contenuto aiuta di sicuro!

Pro
  • – Il ritorno di un classico perduto dalle mille forme!
  • – Beat’em Up semplicissimo e sempre divertente
  • – Musiche stellari e grafica davvero evocativa dei tempi andati
  • – Contenuti segreti stuzzicanti per i fan della storia
  • – Prezzo competitivo per i contenuti che offre
Contro
  • – Identico a com’era 10 anni fa, pregi e difetti compresi
  • – Può risultare un po’ ostico ai meno navigati
  • – Tende ad essere ripetitivo
  • – Pochi livelli complessivi
  • – Nessuna nuova aggiunta in questa Complete Edition
  • – Online da rivedere

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