Shadow of the Tomb Raider – Recensione

Sono passati cinque anni dall’arrivo del reboot di Tomb Raider. Con la volontà di svecchiare un gameplay e un personaggio che avevano ormai perso il loro fascino, Lara Croft ritornava sotto i riflettori con convinzione, grazie anche ad alcuni consigli ricevuti indirettamente dal Nathan Drake di Uncharted. Anche se la caccia ai tesori e ai misteri li accomunava, questi due personaggi nascevano con intenti diversi e Shadow of the Tomb Raider è qui per evidenziare in modo netto questa differenza.

La storia prende piede a due mesi dall’avventura precedente, ma non necessità di particolari conoscenze pregresse se non che il nemico giurato di Lara è la Trinità, una società che cerca manufatti per acquisirne il potere e cambiare il mondo in modo sempre poco piacevole. Incontreremo la nostra avventuriera su un aereo in caduta libera, ma con un flashback che funge anche da lungo tutorial ottimamente mascherato, impareremo a gestire nuovamente la signorina Croft e le tante possibilità a lei concesse. La cultura maya è questa volta al centro dell’azione ed è interessante scoprire che gli sviluppatori si sono avvalsi di esperti per ricreare molti degli elementi del gioco e le varie profezie.

La storia, basata su un’apocalisse imminente scatenata da un certo personaggio, viaggia senza particolari novità per serie, ma sa farsi seguire anche quando si sceglie di deviare dal percorso principale per dedicarsi ad attività e missioni secondarie. In un tempo variabile tra le 15 e 20 ore dovreste giungere alla fine di quest’avventura, ma scommettiamo che sarete soddisfatti dalla piega degli eventi e da come tutto si riallaccerà al mito di questa serie. Non aspettatevi chissà quali rivelazioni, ma se vi sono piaciute le trame precedenti, anche questa vi soddisferà.

La vera novità di questa terza uscita risiede tutta nel gameplay. I movimenti di Lara e le sue abilità denotano la crescita del personaggio ma è il diverso mix di elementi che tende a ricordare maggiormente le avventure del passato. Tanto per cominciare la giungla peruviana è un perfetto habitat per incrementare l’esplorazione. Muoversi per i suoi sentieri, saltare sugli alberi, immergersi nelle acque che nasconde sotto la sua vegetazione è ora l’elemento portante del gioco. Non essendo però un walking simulator, Shadow of the Tomb Raider propone anche sfide per nulla banali, tra scalate che vanno lette più che in passato e con enigmi di vario genere che coinvolgono le nove tombe presenti, ma anche elementi secondari ma non per questo meno divertenti da scoprire.

Il superamento degli enigmi poi è sempre parecchio intelligente senza sfociare nel macchiavellico, garantendo uno stimolo neuronale discreto che aumenta se si sceglie di eliminare gli aiuti. Gli sviluppatori hanno infatti pensato di creare quattro livelli di difficoltà base, ma di permettere anche di suddividere l’esperienza in tre sottocategorie che possono essere personalizzate in base ai vostri gusti: combattimento, esplorazione ed enigmi. Volete per esempio far sparire i segni bianchi sui percorsi da seguire, non ottenere suggerimenti da Lara durante gli enigmi ma allo stesso tempo combattere contro avversari meno pericolosi? Portare su difficile il selettore esplorazione ed enigmi, e su facile quello relativo ai combattimenti.

Parlando dei combattimenti va fatta una precisazione: il loro numero è calato vistosamente rispetto al precedente Rise of the Tomb Rider. Il gioco spinge quasi sempre sull’approccio stealth, inserendo anche possibilità inedite come la mimetizzazione su muri coperti di foglie o l’utilizzo del fango per rendersi meno visibili. Ora è finalmente possibile seminare gli inseguitori che, per la cronaca, non possono vantare una grande intelligenza artificiale. Una volta che ci hanno scoperto agiscono con tattiche funzionali come lanci di granate e accerchiamenti, ma fintanto che non si attiva l’allerta, rimangono parecchio tonti e facili preda di una Lara che, in questi frangenti, diventa una vera macchina di morte.

L’unico inconveniente relativo all’incontro con i nemici sta tutto nella frequenza. Spingendo l’acceleratore sull’esplorazione, i combattimenti hanno subito una frenata, diventando una componente meno presente rispetto al passato. Durante le fasi finali il loro numero aumenta e diventa necessario padroneggiare le armi con fermezza, ma fino ad allora appare quasi inutile potenziare le varie pistole e fucili che incontrerete durante le vostre peripezie, visto che non saprete su chi usarle. L’unica valida alternativa rimane l’arco, arma silenziosa e letale che vi accompagnerà fin dall’inizio dell’avventura e che garantisce soddisfazioni in ogni circostanza.

Se il miglioramento delle armi è presente ma poco sfruttabile, quello relativo alle capacità di Lara si è espanso e suddiviso in tre aree distinte. Esploratrice aumenterà le vostre abilità con l’ambiente, attivando anche aiuti inizialmente inattivi per chi gioca in modalità difficile; Guerriera invece migliora il vostro modo di combattere, fornendo facilitazioni con l’arco o permettendo di evitare danni da cadute; infine Saccheggiatrice migliora le capacità di raccolta delle risorse ma nel contempo, attiva uccisioni multiple sui nemici.

La diversa disposizione delle abilità sulla scacchiera permette di evitare di sprecare punti abilità in potenziamenti che non ci interessano per raggiungere quelli che invece vogliamo, migliorando quindi questo aspetto. Con un po’ di pazienza sarà possibile acquistare ogni cosa, ma per un po’ sarà utile dosare la spesa di questi punti. Non va poi dimenticato che molte di queste caselle si possono sbloccare solo andando avanti con la storia o completando le varie tombe presenti, spingendo quindi a giocare il più possibile un titolo che comunque offre molto.

Anche i collezionabili da raccogliere possono essere utili per approfondire la storia e le leggende maya, con documenti di varia natura e con monoliti che miglioreranno le conoscenze di Lara, permettendole di interpretare iscrizioni e scoprire ulteriori segreti. La loro raccolta è quindi consigliata sia per l’ottenimento di esperienza, sia per arricchire le vostre conoscenze sull’interessante mondo di gioco.

Ulteriore novità sono poi alcune aree abitate con persone che raccontano storie e, soprattutto, forniscono missioni secondarie che terminano con ricompense di vario genere. Anche in questo caso è facile mettere in pausa la storia principale per aiutare alcuni di questi PNG con i loro problemi, aumentando il conteggio delle ore in attesa di ripartire attraverso il New Game +.

Tecnicamente ci troviamo davanti ad un titolo davvero impressionante. La giungla e le rovine che nasconde sono ricreate con una serie di dettagli e un design che rendono alcuni panorami mozzafiato. La cura con cui è stata creata la vegetazione e la fauna ricchissima che assiste al nostro passaggio, contribuiscono a creare una delle mappe più belle da esplorare che si siano viste in questa saga e non solo.

L’averlo giocato su Xbox One X ha favorito l’apprezzamento di queste caratteristiche, permettendo di giocare preferendo la risoluzione a 4K o la fluidità a 60 fps in Full HD, ma anche su console standard il risultato è encomiabile. Non tutto è perfetto, con alcuni bug grafici minori e con alcuni piccoli e saltuari difetti nelle animazioni dei personaggi, ma per la stragrande maggioranza del tempo assisterete ad uno spettacolo visivo di altissima qualità, compresa una definizione dei volti che, specie per Lara, è impressionante.

Il comparto audio è anch’esso d’eccezione, con un doppiaggio della protagonista perfetto in ogni sfumatura, sia quando la vediamo in azione, sia quando legge un semplice collezionabile appena rinvenuto. L’unico appunto in merito sta nell’interruzione di certe frasi se si prosegue un po’ più spediti del previsto, con linee di dialogo che si troncano a metà per dare spazio alle nuove. Le musiche svolgono bene il loro ruolo passando dai momenti dedicati alla risoluzione di enigmi a quelli più concitati, mentre gli effetti sonori ricreano a meraviglia l’ambiente che è stato così sapientemente modellato e le esplosizoni dei momenti maggiormente action.

Shadow of the Tomb Raider è la degna chiusura di questa trilogia basata sulle origini di Lara Croft. La più celebre eroina videoludica qui dimostra la sua crescita personale tracciando un profondo solco che divide le sue doti da esploratrice e quelle da combattente. Questa divisione si ripresenta anche nel gameplay che si sbilancia sulle prime, tralasciando per buona parte dell’avventura le seconde.

Chi amava le fasi di salti, arrampicate e risoluzione di enigmi viste nei primissimi capitoli, o comunque nelle ultime due avventure, può tuffarsi a capofitto anche in questa, sicuro di non rimanere deluso da quanto messo in scena dagli sviluppatori. Chi invece predilige le fasi action e si aspetta un Uncharted alternativo, potrebbe rimanere spiazzato dalla grande importanza data all’esplorazione a scapito di battaglie e fasi stealth, comunque presenti e godibili ma meno frequenti. In qualsiasi modo lo si guardi però Shadow of the Tomb Raider rimane un titolo che merita di essere giocato, soprattutto dai fan dell’avventura e, di conseguenza, di Miss Croft.

Pro
  • – Grande enfasi sull’esplorazione
  • – Enigmi intelligenti
  • – Difficoltà personalizzabile
  • – Grafica e sonoro al top
  • – New Game +
Contro
  • – Meno sparatorie del solito
  • – Potenziamento delle armi non utilissimo
  • – Qualche rara e lieve imperfezione grafica
  • – Manca una modalità extra come furono le spedizioni in Rise

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