I picchiaduro a scorrimento incontrano le vere arti marziali
Oggi vi portiamo la recensione di Sifu, ma spero che mi perdonerete se la prendo larga per contestualizzare il genere e quello che ha rappresentato per un giocatore vecchia scuola. Come a molti videogiocatori nati all’inizio degli anni 80, i picchiaduro a scorrimento mi sono sempre rimasti nel cuore. Era l’epoca delle sale giochi quando Double Dragons, Final Fight e moltissimi altri mi fecero appassionare a questo genere in cui si picchiavano i cattivi e si cercava di sopravvivere almeno fino al secondo livello, giusto per sentirsi un minimo soddisfatti. Le versioni console non arrivavano spesso e quando lo facevano difficilmente erano all’altezza dell’originale (eccezion fatta da Double Dragons 2 per NES, molto migliore per quanto mi riguarda del pigro originale arcade). Poi il tempo ha cambiato tutto. Recentemente Capcom ha proposto una collection che hanno riportato in vita alcune serie amatissime, Street of Rage ha avuto un quarto capitolo rimanendo bidimensionale, ma mai avrei pensato di esaltarmi come un tempo davanti ad un picchiaduro a scorrimento completamente nuovo e in 3D. E qui ritorniamo a Sifu, secondo lavoro di Sloclap che per ora è disponibile solo su PS5 e PC tramite Epic Games Store.
Vendetta ed arti marziali

Come i migliori esponenti del genere, Sifu è una storia di vendetta. Nel prologo che fa da tutorial in modo eccellente (i titoli di testa giocabili sono puro spettacolo) scopriremo che cinque pessimi soggetti hanno fatto irruzione in un dojo per ucciderne il maestro. Tra le vittime c’è anche un giovanissimo protagonista ma uno speciale amuleto lo riporta magicamente in vita. Negli 8 anni successivi si allena costantemente, e raggiunta la soglia dei 20 anni, si sente pronto e si mette a caccia dei responsabili, facendo partire ufficialmente il gioco. La storia è semplice e si rifà sia a tanti giochi del passato in cui qualcuno veniva rapito o ucciso, sia alle pellicole dedicate alle arti marziali che vedevano protagonista Bruce Lee e altri attori con grandi capacità atletiche. A differenza dei giochi più classici però, il protagonista di Sifu ha allestito una bacheca degli indizi che si andrà a riempire man mano che raccoglierete indizi sparsi per i livelli. Questi aumenteranno i dettagli che si celano dietro agli avvenimenti, ma nulla vieta di procedere come si faceva un tempo. Il fatto che ci siano descrizioni ed elementi nuovi però non guastano e aumentano l’immersione in questo mondo brutale.
Un mondo di mazzate

I livelli di gioco sono solo 5, ma svolgono il loro lavoro in modo esemplare. Ognuno è caratterizzato in modo eccelso, con avversari “a tema” per quanto riguarda i bassifondi, piuttosto che un fight club travestito da discoteca. Non è solo questione di poligoni o dello stile utilizzato, ma proprio la scelta di mettere in scena sequenze che richiamano film e altre opere, mantenendo comunque un’originalità invidiabile. Se non ci credete, esplorate tutto il terzo livello del Museo e poi ne riparliamo. Inoltre i livelli sono strutturati in modo molto lineare la prima volta che li affronterete, ma troverete chiavi e altri oggetti che apriranno scorciatoie capaci di accorciare il livello, mettendovi davanti molti meno scontri del normale tragitto, ma anche meno potenziamenti. Tutti gli indizi recuperati e le porte aperte rimaranno per sempre sbloccate, anche in caso di game over e questo vi tornerà molto utile vista la grande sfida proposta.
Imparare a combattere

Tuffiamoci ora nel gameplay, argomento complesso per la mole di dinamiche di cui Sifu è ricco, ma che potrei riassumere così: se vi piacciono i picchiaduro difficili ma onestissimi, in cui si impara anche dalle sconfitte, amerete Sifu alla follia.
Sifu ci fa muovere in un ambiente tridimensionale in cui ogni location è buona per fare a botte. L’azione è inizialmente ripresa dalle spalle del protagonista ma la telecamera può essere gestita manualmente durante le lotte. Talvolta si incastra negli angoli quando sarete spalle al muro, ma in generale funziona e regala anche certe visuali che enfatizzano le spettacolari mazzate che vi vedranno protagonisti. Dagli ambienti poi si potranno raccogliere armi diverse e in seguito, sbloccando una particolare mossa, potrete anche calciare oggetti come sgabelli o sedie verso gli avversari, ampliando il vostro ventaglio di possibilità. Le mosse sbloccabili meritano un approfondimento: all’inizio ogni volta che userete i punti esperienza per comprare una mossa, la otterrete temporaneamente solo per la partita che starete affrontando. Una volta visto il game over andrà ricomprata. Potrete però sbloccarla in modo permanente ma dovrete pagarla altre 5 volte dopo averla sbloccata temporaneamente. Il mio consiglio è di concentrarvi da subito su una mossa alla volta, così da avere sempre qualcosa di sbloccato in via definitiva alla fine della partita, per ritrovarlo poi nelle successive e a quel punto, dedicarvi ad altro. Così avrete anche il tempo di capire come usare la mossa appena sbloccata, tra quelle che aggiungono colpi alle combo, ad altre che invece sfruttano la barra del focus per stordire gli avversari, compresi i boss.
L’abilità di colpire e schivare

Fare a botte in Sifu è esaltante a dir poco. Colpi deboli e potenti, uniti a pressioni prolungate, piuttosto che piccoli intervalli tra un colpo e l’altro, offrono una complessità d’attacco enorme, a cui si vanno ad aggiungere le armi e alcune combinazioni che chiamano in causa la levetta analogica. È nella difesa che però le cose si fanno interessantissime e complesse: il tasto L1 serve per parare, ma se lo premete un attimo prima di essere colpiti eseguirete un blocco. In quel momento potrete decidere se contrattaccare con dei colpi o se vorrete afferrare l’avversario per farlo volare per lo scenario (o giù da qualche strapiombo). Inoltre tenendo premuto sempre il tasto L1 ed entrando in fase di parata, non potrete continuare a muovervi, ma potrete sfruttare la levetta analogica per schivare nelle 4 direzioni. Perché dovreste schivare invece che parare? Perché ogni colpo parato diminuisce la barra dello stordimento e schivare evita questo indebolimento, lasciando comunque i nemici aperti ai vostri contrattacchi. Inoltre parare non è una soluzione attuabile contro i boss, poiché eseguono combinazioni di mosse che possono rompere in un sol colpo le vostre difese. Ovviamente anche voi potrete infrangere le difese avversarie e questo vi metterà in condizione di eseguire mosse finali che mettono istantaneamente ko chi avrete davanti. Questa soluzione rapida potrebbe però ritorcersi contro di voi, visto che certi nemici potrebbero evitare questa finisher per poi trasformarsi in avversari più potenti e difficili da battere. Mettere a terra anche loro però potrebbe portarvi un grosso vantaggio relativo alle future sconfitte che subirete.
Una vita non basta

L’amuleto magico che ha riportato in vita il protagonista nel prologo potrà farlo anche durante la vostra partita, facendovi ricominciare esattamente nel punto e nella situazione in cui avete subito la sconfitta. Per funzionare però richiede in pegno un anno di vita del nostro eroe, facendolo rinascere più vecchio. Appena inizierete il gioco avrete 20 anni e alla prima morte che subirete il contatore delle morti salirà 1 e aggiungerà quindi 1 alla vostra età, portandovi a 21. Se morirete di nuovo, il contatore salirà a 2 e potrete tornare a combattere con l’età che sarà avanzata a 23 anni. L’unico modo per ridurre il contatore e quindi sprecare meno anni quando si muore, è sconfiggere nemici potenti. Non esiste un modo per non spendere almeno un anno ogni volta che si muore, ma riuscire a non morire più volte di fila in un punto può evitare di perdere anche 5 o 6 anni in un solo colpo. Questa meccanica cambia anche le carte in tavola per quanto riguarda le caratteristiche del protagonista: ad ogni 10 anni di vita persi, la sua energia vitale diminuirà un po’, ma per sua fortuna aumenterà l’intensità dei colpi. Essere invece sconfitti quando si hanno già 70 o più anni vi porterà al game over, ma tutte le abilità permanenti che avrete sbloccato e tutti i collezionabili rinvenuti resteranno vostri per le prossime partite. Inoltre, e non è una cosa da sottovalutare, il gioco permette di ripartire dai livelli già raggiunti dall’età migliore a cui ci siete arrivati. In pratica, se siete arrivati al secondo livello con 30 anni sulle spalle, potrete ripartire da lì a quell’età, perdendo solo i potenziamenti momentanei derivanti dalla raccolta di draghi di giada, rari oggetti che possono fornire bonus temporanei come più energia recuperata dai ko istantanei, piuttosto che una barra del focus più lunga.
L’arte e lo stile

Vi ho già accennato quanto siano belli gli stage che affronterete in termini artistici, ma anche il livello tecnico raggiunto dai ragazzi di Sloclap è davvero valido. Giocato su PS5 Sifu gira sempre a 60 fps stabilissimi, facendo muovere su schermo i tanti oggetti degli scenari oltre ai personaggi. La loro caratterizzazione poi è notevole e anche in questo caso mi ha fatto tornare in mente certi cattivi e boss dell’epoca d’oro. Le animazioni poi sono lo stato dell’arte e contribuiscono a creare una certa poesia in movimento anche quando volano le bottiglie e i locali vengono distrutti dai corpi che cadono ovunque. Anche i boss poi hanno molto carisma e alcuni li odierete moltissimo, almeno fin quando non capirete i loro movimenti e inizierete a creare seri problemi alla loro guardia. Esaltanti anche le musiche che variano molto in base allo stage e alla situazione, ma sono gli effetti sonori a rendere terribilmente reali le mazzate che rifilerete (e vi rifileranno) durante i vostri vari tentativi. A parte qualche problemino risolvibile tramite patch, il gioco è doppiato in inglese ma è stato sottotitolato interamente in italiano.
Commento finale

Sifu arriva su sistemi casalinghi e ormai non potrebbe essere altrimenti, ma porta con sé quella meccanica che un tempo spingeva noi vecchi giocatori a inserire 200 lire nei cabinati. Sapevi che non saresti arrivato in fondo, ma volevi vedere quanto eri diventato bravo e fino a dove saresti comunque arrivato. Con questa idea, Sifu si dimostra un gioco imperdibile per i fan dei giochi “di botte”, uno di quei titoli che so già che giocherò e rigiocherò per un sacco di tempo. Certo, è difficile e richiede pazienza e voglia di imparare, ma le soddisfazioni che potrà offrirvi sono enormi. E anche quando lo avrete finito, potreste sempre voler riprovare qualche livello per rivedere quanto sono belli, per capire se potete abbassare il vostro limite di età, o semplicemente perché fare a botte in Sifu è davvero fighissimo.
- – Un nuovo picchiaduro a scorrimento!
- – Difficile ma giusto
- – Combat system eccellente
- – Infinite possibilità di migliorarsi
- – 5 livelli bellissimi
- – 5 boss spietati
- – Molte idee sono geniali
- – Realizzazione tecnica e artistica da applausi
- – A volte la telecamera può dare qualche problema
- – 5 livelli, anche se bellissimi, sono pochini

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