Dov’è finita la mia testa?
In questo freddo gennaio scarno di uscite fa la sua inaspettata apparizione un titolo Indie, uscito un po’ a sorpresa dal suo accesso anticipato durato circa un anno. Stiamo parlando di un rogue-lite con grafica 2D in stile Metroidvania, sviluppato da SouthPAW Games e pubblicato da Neowiz Games. State quindi pronti ad intraprendere questo ossuto viaggio in Skul: The Hero Slayer.
Un rogue-lite dal design così pazzesco che vi farà perdere la testa, in tutti i sensi!
Parlando di rogue-lite, il primo titolo che salterebbe alla mente è Hades, il titolo più recente e di più di successo in questo momento. In realtà siamo di fronte a qualcosa di più settoriale e decisamente più vicino ad un titolo come Dead Cells, parlando di puro feel di gameplay. Il sistema di narrazione, invece, è molto chiaro fin da subito, fornendoci addirittura una trama ben delineata già nelle prime battute di gioco, cosa tutt’ltro che banale, visto che moli dei suoi “cugini” sono molto più focalizzati sulle dinamiche di gameplay piuttosto che sulla Lore. Ci viene tutto spiegato prima tramite i dialoghi tra i personaggi e poi con qualche scena animata (tutto rigorosamente in pixel art) con una voce narrante in sottofondo. A tal proposito, sottolineiamo fin da subito che il gioco è interamente in inglese, senza la presenza della lingua italiana. Il filo conduttore di Skul: The Hero Slayer è una guerra tra un esercito umano e uno di scheletri; gli umani sembrano avere la meglio sui loro avversari perché capeggiati da un eroe leggendario e dal potere immenso. Noi, impersonando un piccolo soldato scheletrico di poco conto, riusciamo in qualche modo a farci strada tra le orde nemiche, riuscendo a liberare una Strega, nostra fidata alleata e mentore di questo viaggio che è solo all’inizio. Riuscendo a portarla in un luogo sicuro, sarà proprio la Strega a darci un compito per porre fino a tutti questi scontri: andare a liberare il Re Demone, nostro condottiero, dalle grinfie dell’esercito umano. Un compito tutt’altro che facile che richiederà ore e ore di gioco nonché un susseguirsi di sconfitte; il resto della trama, anche storica del regno, del Re Demone e dell’Eroe umano ci verrà poi fornita ogni volta che riusciremo a battere uno dei boss principali che ci separano dalla fine del viaggio.

Inoltriamoci ora nel fulcro di ogni rogue-lite che si rispetti, ovvero il gameplay. Ci sono stanze piene di nemici da sgomberare, valute di gioco da recuperare e oggetti da equipaggiare per diventare sempre più forti, ma prima parliamo del nostro teschietto base. Il cavaliere ossuto è armato con un grande osso che utilizza per farsi strada tra i nemici apportando danno fisico. Oltre a cioò ha la possibilità di effettuare un doppio salto ed un dash che gli fornisce qualche frame di invulnerabilità. Oltre a queste movenze base dispone anche di due abilità, utilizzabili tramite i grilletti del pad: la prima lo vede lanciare il suo teschio facendo danno magico, mentre l’altra lo vede teletrasportarsi nel punto in cui è caduto il teschio. E’ bene prendere da subito confidenza con l’utilizzo e le tempistiche delle abilità, perché ogni teschio ha le proprie. Sì, abbiamo detto ogni teschio, perché è proprio questa la caratteristica base di Skul: The Hero Slayer, la possibilità di sostituire la nostra testa con un’altra e, letteralmente, trasformare il nostro cavaliere in un qualcosa di completamente diverso. Non mancano nemmeno citazioni ad altri titoli simili! Si possono portare solo due teschi con sé, disponendo quindi di due trasformazioni. È possibile passare dall’una all’altra utilizzando il dorsale sinistro, facendo compiere nel momento dello swap un movimento d’attacco peculiare per quel teschio. E’ importante tener conto che sia lo swap che le varie abilità hanno un tempo di caricamento prima del riutilizzo. Quando si trova un teschio prima di decidere se prenderlo o distruggerlo è sempre presente una descrizione ben dettagliata delle sue abilità e rarità, fattore importate di cui parleremo più avanti. Sono presenti davvero molti teschi dalle più svariate caratteristiche e rarità, che vanno dai comuni fino a quelli unici o leggendari.

Un’altra meccanica che riguarda i teschi e le trasformazioni consiste nel poter evolvere il proprio personaggio durante una run. Per spiegarci meglio, i teschi possono essere anche distrutti, ottenendo al loro posto dei frammenti di ossa. Questa è la maniera più semplice di ottenere frammenti se non si conta la presenza sporadica di NPC nella mappa che possono fornircene un po’. Questi frammenti possono essere utilizzati per far evolvere un teschio da noi posseduto, rendendolo nettamente più potente con nuove abilità e design completamente diversi. La trasformazione può essere effettuata in un punto specifico e grazie a uno specifico personaggio che si può incontrare più volte, rendendo quindi possibili multiple evoluzioni del proprio teschio in una singola partita; tenete presente che alcune trasformazioni finali costeranno addirittura 100 frammenti. Parlando invece degli oggetti più basilari, che hanno la funzione di aumentare le statistiche del nostro personaggio, ci troviamo di fronte ad un lavoro più standardizzato: non sono molti né variegati, inoltre i loro effetti sono puramente numerici, aumentando in percentuale solo una determinata caratteristica. Questi possono essere trovati in forzieri, oppure acquistati al negozio in una selezione di tre, ma è sempre possibile il restock pagando una moderata somma di monete d’oro.

Per quanto riguarda il gameplay e su come si affrontano le stanze, abbiamo davanti a noi un classico Metroidvania dove le dinamiche di combattimento sono chiare e pulite e la skill è necessaria, soprattutto contro i boss. Nel passaggio da una stanza all’altra ci viene quasi sempre offerta una scelta tra due porte, le quali ci mostrano fin da subito quale può essere la nostra ricompensa finale tramite la loro fisionomia, quindi se riceveremo denaro, un oggetto in un forziere, oppure un nuovo teschio. A metà di ogni piano è presente un mini-boss, ogni volta casuale tra 5 differenti, ma adattivo alle nostre capacità. Il mini-boss avrà un livello adattabile al nostro equipaggiamento e oggetti posseduti, ciò risulterà quindi in una battaglia più o meno ostica, dipendentemente dalla nostra fortuna con gli oggetti trovati. Per quanto riguarda i boss veri e propri invece, ci troviamo di fronte a qualcosa di un po’ troppo eccessivo: quasi tutti i boss presentano due fasi e dei pattern non sempre così intuitivi. C’è bisogno di studio per superarli, e credeteci quando diciamo che lo shock nel trovare già il primo boss con due fasi e altrettanti pattern di mosse molto diverse, porterà ad una sconfitta quasi certa. Sul fattore artistico Skul: The Hero Slayer è assolutamente un piccolo capolavoro di pixel art, con ambientazioni studiate in ogni piccolo dettaglio, design di boss, NPC e vari teschietti che sorprendono in positivo, così come la colonna sonora in grado di accompagnarci passo dopo passo e farci dimenticare talvolta la frustrazione della sconfitta appena subita.
Skul: The Hero Slayer è sicurmante un piccolo successo ed un esempio da manuale di un gioco Indie come si deve. Resta un gioco adatto a tutti? Probabilmente no. L’impatto iniziale a causa della difficoltà può essere una barriera per molti ma, al contrario, per chi apprezza e gioca i rogue-lite è un ottimo titolo che consigliamo senza pensarci due volte. Sarebbe forse più giusto separare una difficoltà normale da una più difficile come in Dead Cells, ciononostante con la pratica tutto diventa più semplice. Artisticamente impeccabile e appagante anche solo a vedersi, può attirare l’attenzione di molti. Siate quindi pronti a brandire il vostro osso senza timore e a combattere una guerra in solitaria, perché la salvezza degli scheletri dipende da voi!
- – Così tanti teschi da perderci la testa!
- – Gameplay intuitivo
- – Design curato in ogni aspetto
- – Difficoltà un po’ eccessiva
- – Solo in inglese

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