Prima di Sonic Frontiers, la vita del Riccio Blu non è stata delle migliori. Una folta schiera di titoli tutt’altro che stellari, con qualche raro sprazzo di genialità, è riuscita a mantenersi di stenti, con una serie di uscite relativamente cadenzate e mediocri e pochissime eccezioni. Complici anche i fan che, nonostante tutto, sono riusciti a “farsi piacere” anche i peggiori scivoloni e hanno continuato imperterriti a prestare fede al tanto amato personaggio.
Un po’ di storia
Il 2017, ben cinque anni fa, è stato l’anno che ha ospitato gli ultimi due titoli ufficiali di Sonic, Mania e Forces. Con l’idea di essere collegati da un filone narrativo piuttosto labile, Mania ha convinto molto più di Forces. La chiave del suo successo fu il team di sviluppo, composto prevalentemente da fan della serie, piuttosto che dal classico Sonic Team. Da allora Sonic è caduto in un lungo sonno, specie se non si contano i due film di successo di Paramount Pictures.

A un tratto, però, emerge un trailer: Sonic che corre in una foresta realistica. Era Maggio 2021. I fan più storici del brand avranno notato la somiglianza con i primi trailer di Sonic the Hedgehog per PS3 e Xbox 360, quello del 2006, ma no, questa volta la storia sarebbe stata diversa e il gioco decisamente migliore. Un anno dopo, a novembre 2022, Sonic Frontiers ha visto la luce con alle spalle una lunga fila di trailer che mostravano il gioco come ancora incompleto. Sarebbe stato bello o brutto? Sarebbe stato tecnicamente stabile? O rotto, come alcuni dei suoi sfortunati predecessori? Oppure sarebbe stato corto e indolore come Forces, senza infamia e senza lode?

Cerchiamo insieme delle risposte
Speriamo con queste righe di potervi rispondere appieno. Perché Sonic Frontiers non è un titolo come gli altri, e questo non dipende dal fatto che sia cambiato l’approccio al gameplay. Sonic Frontiers è, e non proviamo alcun imbarazzo nel dirlo, l’equivalente che Breath of the Wild è stato per Zelda. È – scusate il gioco di parole – una nuova frontiera per il riccio blu, che segue moltissime convenzioni di generi analoghi, ma le affronta secondo un twist di gameplay completamente inedito. La cosa che cattura fin da subito di Frontiers è la completa libertà di controllare Sonic. La formula di gameplay, sulla carta, ci viene proposta fin da subito: noi abbiamo scelto di seguire quella più classica e vicina ai titoli della “boost saga”, e pensiamo di aver compiuto la scelta giusta.
Dopo una breve introduzione reminiscente di Sonic Lost World, in cui Sonic, Tails ed Amy si trovano sul Tornado attirati dai segnali degli Smeraldi del Caos, approdano su una nuova serie di isole chiamate Starfall Islands. Queste isole, però, conservano una serie di segreti, ed è proprio il Dottor Eggman che inizia ad informarsi su di esse, lasciando a noi giocatori un senso di interesse nell’esplorazione piuttosto inedito nel genere e permettendo che il solito cattivo risulti essere una figura più neutra, almeno nelle prime battute.
Un atterraggio di fortuna più tardi, Sonic perde le tracce dei suoi amici e parte alla loro ricerca. È qui che le Starfall Islands iniziano a mostrare i propri colori, permettendo a Sonic di esplorare come meglio crede il mondo circostante, collezionando token di ogni tipo in puro stile collectathon, superando mini-challenge di platform degne di Sonic Generations (2010) e superando mini-livelli a cui è possibile accedere tramite dei monoliti.

I livelli e collezionabili di Sonic Frontiers
A proposito di questi monoliti: essi contengono degli spezzoni di livelli dei precedenti Sonic, talvolta condividendo strutture di level design molto simili ai giochi precedenti. Questa nuova interpretazione dei livelli porta il giocatore nel Cyber-Space, dimensione altamente instabile in cui, a quanto pare, sono anche intrappolati gli amici di Sonic. Superare i livelli collezionando i 5 Ring Stella Rossa, raccogliendo un numero minimo di Ring e prendendo S ci garantirà delle chiavi. Le chiavi sono utilizzate per sbloccare gli Smeraldi del Caos, importanti per andare avanti e sbloccare nuove aree.
Oltre l’importanza puramente narrativa del Cyber-Space, questo spazio alternativo garantisce una libertà espressiva mai vista prima nella serie. Stavolta recuperare vecchi stage riproponendoli in piccoli livelli di un minuto massimo è più che giustificato, e permette di godere dell’intero gioco come mai prima. La presenza di livelli così corti li rende un mezzo, più che il fine ultimo per andare avanti, e questa è una delle prime, importanti differenze di Frontiers rispetto ai suoi predecessori.

Un metodo inedito di esplorazione per Sonic Frontiers
Usciti da questi livelli, Sonic potrà scorrazzare libero in tutta l’isola, ed è qui che si notano un po’ di sbavature, a cominciare dai collezionabili. La prima isola ci vedrà interagire varie volte con Amy nel tentativo di liberarla dallo spazio in cui è intrappolata. Fin qui tutto bene, ma purtroppo il gioco non rende chiaramente noto a cosa servono tutti i collezionabili raccolti in giro. Tra monete viola, cuori rosa, cuori rossi, semi blu e Koco (come i Korogu di Breath of the Wild, ma infiniti e più semplici da raccogliere) c’è davvero da perderci la testa.
Raccogliere i collezionabili diventa ben presto un lavoretto in più da fare “giusto perché ce lo chiede il gioco”, piuttosto che per un senso ben inteso. Questo potrebbe essere visto da molti come un lato negativo, ma osiamo dire che coi tempi giusti risulta estremamente divertente.
Questo non cambia la qualità dei livelli e delle challenge proposte, che aumentano man mano che esploriamo la mappa e rendiamo visibili nuove aree. Le piccole sfide per “sincronizzare” la mappa, un po’ come succede nei più conosciuti giochi Ubisoft, sono la chiave per rendere il tutto più divertente.

A differenza delle solite torri da scalare, però, Sonic Frontiers affronta la sincronizzazione delle aree con intelligenza. Fra piccole corse da fare in un tempo limite piuttosto stretto, enigmi in cui coprire piattaforme una volta sola, schivate laterali per finire su piattaforme colorate e altre piccole sfide che richiedono l’utilizzo delle nuove, inedite, abilità di Frontiers, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Si nota in maniera lampante la voglia di rendere il gioco sempre diverso da sé stesso, e questo è grazie anche al Combat System.
Parlando delle abilità, Sonic sblocca quasi subito il Cyber-Loop, abilità che lascia dietro la sua corsa una scia. Questa scia, se chiusa in una circonferenza, può essere utile sia per raccogliere ring che nei combattimenti. Può anche servire per superare alcune sfide sulla mappa!

Al Cyber-Loop si aggiungono, poi, tutte le nuove abilità del Combat System. Sorprendentemente Frontiers ha un Combat System bello robusto! A parte il solito attacco a ricerca, Sonic può colpire con pugni e calci (un po’ come Shadow in Sonic 2006), schiacciare i nemici con la caduta rapida, utilizzare il Cyber-Loop e altre abilità inedite nella serie, lanciando sfere e attacchi ripetuti a più non posso. La cosa positiva di questo Combat System è che non risulta assolutamente sprecato. Ogni mossa ha il suo contesto e il suo motivo d’esistere, e questo è davvero importante. Le abilità possono essere sbloccate guadagnando punti esperienza, raccolti in livelli e utilizzati come spendibili per gli alberi di abilità accessibili nel gioco.

Parallelismi Nintendari di Sonic Frontiers
Ci sarebbe davvero tanto altro da elencare a questo punto, come la possibilità di pescare, il fatto che la formula di gameplay sia sulla carta molto simile al classico Boost, ma con mille piccole differenze. Anche la provenienza di ogni mossa, che un po’ come succede in Breath of the Wild per Zelda, prende spunto dai titoli precedenti del brand e la ripropone in salse inedite. Potremmo farlo, ma ai fini di puro spazio di lettura ci limiteremo a dire che Sonic Frontiers è il primo titolo tridimensionale della serie in almeno dieci anni a dimostrare una cura maniacale per il mondo di gioco, oltre che un rispetto per molti dei suoi elementi più secondari.
Nulla è lasciato al caso. Frontiers sembra essere addirittura più vicino ai fumetti di Sonic, piuttosto che al mondo semplice e chiaro che i giochi più recenti ci ha rappresentato. Le aree sono divertenti, e le cinque isole disponibili assicurano a chi gioca almeno trenta ore di gameplay se si vorrà puntare al 100%. Non è un segreto il pericolo che questo gioco possa risultare un filo ripetitivo, specie se si resta nella stessa zona per tempi prolungati, ma la realtà dei fatti è che Frontiers è un gioco perfetto per partite rapide e leggere, senza pretese, in diretto contrasto con l’idea offerta dall’ambiente di gioco.

Comparto Tecnico
Dal punto di vista tecnico, Sonic Frontiers è una roccia. Graficamente è davvero bello, anche su Old Gen. Lo abbiamo giocato sia su Series X (si può scegliere tra il 4k 30FPS e i 1080 60 FPS) che su One S (1080 30FPS). In entrambi i casi il gioco non perde assolutamente nessun elemento. A questo si aggiunge un doppiaggio stellare, anche in italiano, in cui tutto il cast storico dei personaggi è di ritorno. La soundtrack, elemento sempreverde della serie, anche qui si afferma come davvero ben composta ed orecchiabile.

Commento finale
E’ inutile ripeterci, Sonic Frontiers è riuscito a convincerci pienamente. Vuoi perché è di base molto divertente, vuoi perché è la prima volta che Sonic si avvicina a questo genere. O, perché no, magari è perché c’è molto da fare e spolparlo richiede davvero tantissimo tempo. È uno dei giochi più profondi e curati del brand degli ultimi dieci anni, se non contiamo Mania. Riuscendo a seguire quanto di buono già c’era nella storia di Sonic possiamo finalmente dirlo: il brand è tornato in pompa magna. E speriamo che continui a convincere anche nei titoli successivi.
- Tecnicamente meraviglioso
- Ottimo combat system
- Enormi spazi esplorabili
- Perfetto bilanciamento tra difficoltà e senso di sfida
- Ogni tanto le collisioni sono un po’ raffazzonate
- Ci vuole un po’ a capire come funzionano i collezionabili
- Per alcuni può risultare troppo grande o ripetitivo

Ti potrebbero interessare anche...:





