Spelunky 2 – Recensione

Bisogna arrivare in fondo! Ma in quanti tentativi?

È già successo altre volte che un sequel si facesse attendere per diversi anni, ma in questo caso il seguito è stata una sorpresa e non da poco. Dopo ben 12 anni dall’uscita di Spelunky su PC e Xbox 360, Derek Yu e Mossmouth danno alla luce il secondo capitolo dedicato all’esplorazione delle miniere addirittura in esclusiva temporale su PlayStation 4, per essere rilasciato poi qualche settimana più tardi anche su PC.

Dopo ben 12 anni Spelunky fa il suo ritorno ed è ancora in splendida forma!

Il titolo è al 100% un indie, del genere roguelike, ma abbastanza diverso dai più comuni giochi che abbracciano questo stile. Prima di tutto però, è opportuno spendere due parole sul mondo di Spelunky e in particolare su qual’è il motivo che spinge i nostri esploratori a tuffarsi a capofitto nelle caverne più labirintiche. Da quanto si può capire dalla presentazione iniziale, il grande speleologo protagonista del primo capitolo si è ormai accasato ed ha formato una famiglia, con moglie e una bimba di nome Ana, ma mentre la piccola cresceva un richiamo di conti in sospeso echeggiava nella mente dell’avventuriero, come una voce proveniente dalla luna. Una volta che Ana diventò più grande papà e mamma partirono appunto verso il satellite pieno di crateri, riportando alla luce inestimabili reperti che richiamano la prima avventura del trepidante speleologo. I due genitori si gettano a capofitto all’esplorazione delle grotte, ma inevitabilmente ci rimangono intrappolati, riuscendo però ad inviare una richiesta di soccorso alla propria figlia che bambina non è più; Ana senza pensarci due volte si mette in viaggio con il proprio fidato carlino per riportare indietro i propri genitori, anche se l’impresa non è delle più facili. La vicenda che sta dietro Spelunky 2, per quanto semplice ci viene raccontata in modo molto artistico con delle piccole lettere mandate ad Anna da parte del padre, ricche di foto della sua infanzia, con artwork curati nel dettaglio.

Il gameplay di Spelunky, come accennato prima è abbastanza diverso dai più comuni rougelike che vedono l’azione frenetica ed il potenziamento sempre più massiccio del proprio personaggio. Interpretando una comune esploratrice, Ana non ha nulla di speciale e deve anzi stare molto attenta durante il suo percorso perché ogni tipo di insidia è dietro l’angolo. La nostra esploratrice principalmente è in grado di: saltare, raccogliere oggetti, trasportarli ed utilizzare la sua frusta a corto raggio come arma. Una volta iniziato un livello la speleologa dovrà raggiungere il punto più basso della caverna per trovare l’uscita e progredire nella stanza successiva; nel farlo però molte – ma proprio molte – cose possono andare storte, dai semplici nemici alle trappole che andranno riconosciute nella loro fisionomia e fatte scattare prima del nostro passaggio, visto che l’ammontare di danni che si può riceve da queste è decisamente alto. Per far scattare una trappola entra in gioco la dinamica del raccogliere gli oggetti che ci circondano e lanciarli sulla traiettoria del marchingegno, il quale si attiverà lasciandoci indenni al passaggio. Raccogliere e lanciare oggetti ovviamente può essere utile anche contro i nemici, come utilizzare le frecce delle trappole come arma, anche perché la frusta in dotazione ad Anna è letale solo contro nemici di taglia più piccola – come il fatto di saltargli in testa alla Super Mario – e quelli più grossi vengono inizialmente storditi e necessitano di più colpi per essere fatti fuori. Come ogni rougelike ogni stanza è diversa e unica, con anche negozi da cui servirsi pagando tramite l’oro e i gioielli che avrete ottenuto; oltre a questi sono presenti anche vari personaggi che ci offrono delle piccole sfide per ottenere ricompense, ma anche forzieri e quant’altro. Progredendo sempre più in basso nella cava si potranno trovare diversi biomi ed ambienti del tutto diversi dei precedenti, sia per struttura che per nemici rilevabili. Proprio all’entrata del nuovo bioma possiamo incontrare un’altra esploratrice che ci riferirà che sta costruendo una scorciatoia per poter entrare direttamente da questo punto, ma per farlo avrà bisogno del nostro aiuto, ovvero delle nostre risorse come oro, bombe o rampini, una volta ottenute sarà possibile iniziare da lì, evitando un bel po’ di strada e di fatica.

Proprio su questi utili materiali citati è giusto spendere due parole, essendo fondamentali per la corretta esplorazione dei dungeons. Partendo dalle bombe bisogna sapere che ogni livello è completamente “distruttibile”, ovvero se si piazza una bomba questa formerà un cratere che può aprire una scorciatoia verso il basso, facilitando la discesa, ma bisogna stare attenti su dove la piazziamo perché ogni cosa nei dintorni verrà intaccata. Piazzandola vicino ad un negozio, per esempio, potremo far infuriare il venditore, oppure se messa nelle vicinanze di una vasca di lava quest’ultima potrebbe colare verso il basso e renderci difficile la discesa. Al contrario i rampini servono per la risalita in punti inaccessibili saltando, molto utili nel caso avessimo fatto qualche disastro irreparabile con le bombe, oppure per raggiungere qualcosa di veramente necessario, come può essere il nostro carlino. Parlando appunto di lui bisogna sapere che è veramente utile salvarlo in ogni livello, poiché se poteremo il nostro cucciolo salvo vero l’uscita, una volta cambiato livello lui ci donerà una vita extra. In sostanza Spelunky 2 si presenta in modo molto accattivante e solido nelle sue dinamiche, bisogna però dire che è necessario abituarsi agli input di gioco, soprattutto alla frustata che non sempre agisce repentinamente, soprattutto se in salto.

Tecnicamente ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente ben realizzato al dettaglio: ovviamente parliamo di una grafica cartoonesca e in due dimensioni, ma tutta la caratterizzazione che sta dietro a Spelunky fa saltare all’occhio l’unicità di questo titolo. In aggiunta anche la colonna sonora è in grado di entrarti in testa e rimanerci per un bel po’ visto che è assolutamente azzeccata in ogni livello, rende tutto più scorrevole e toglie anche la frustrazione delle successive e ripetitive morti.

Dopo 12 anni, con Spelunky 2 la serie ritorna più forte che mai, mantenendo tutti i suoi punti forti e migliorandoli, se proprio ce n’era bisogno. Dinamico, simpatico, frustrante senza esagerare e che accentua la sfida, il titolo presenta tutte le caratteristiche necessarie per un roguelike, ma dimostrandosi diverso, puntando più sulla strategia che sull’azione. Giocabile anche da 4 persone in cotemporanea e completamente in italiano può anche diventare un party game da non sottovalutare.

Pro
  • – Dinamico e coinvolgente
  • – Non il solito Rougelike
  • – Giocabile fino in 4 e completamente in italiano
Contro
  • – Difficoltà elevata
  • – Qualche piccolo input dei comandi da rivedere

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