Sushi Striker: The Way of Sushido – Recensione

Il mondo ha sempre avuto bisogno di puzzle game. Tetris e Puzzle Bubble lo hanno dimostrato ampiamente e non è un caso che i tetramini siano stati scelti per accompagnare il lancio dello storico GameBoy. La portabilità è molto importante per questo genere di produzioni e in questo Nintendo Switch si rivela la console più adatta, insieme al mai dimenticato 3DS. Proprio per questi due sistemi arriva Sushi Striker: The Way of Sushido, puzzle game veloce e frenetico che si appoggia su alcune belle dinamiche prese in prestito dai Pokémon e da un’impostazione che ricorderà i free-to-play, senza cadere però nelle loro tante trappole.

Non che serva una storia in un puzzle game, ma quando c’è ed è fatta con cura come in Sushi Striker è sempre un piacere. Nel mondo del nostro protagonista il Sushi è un’arma e il malvagio Impero ha scelto di farla sparire e di rendere illegale questo tipico piatto giapponese. Partito a caccia di frutta per sfamare i bimbi che vivono con lui nel suo orfanotrofio, Musashi incontra un giovane di nome Franklin che gli fa gustare proprio un piatto di sushi e lo inizia ad un curioso combattimento. Peccato che un comandante dell’esercito scopra quello che ha fatto Franklin e, dopo aver sconfitto senza pietà un Musashi ancora inesperto, rapisca il suo nuovo amico davanti agli occhi.

L’inseguimento per recuperare Franklin sarà solo l’inizio di una storia che non si nega qualche colpo di scena e che, soprattutto, è narrata con stile e ironia. Fin dall’introduzione animata a cantata, scoprirete che Sushi Striker: The Way of Sushido è un gioco pieno di stile e trovate divertenti, con disegni e dialoghi che fanno sorridere e che avvolgono la nostra guerra contro l’Impero con una dose di umorismo e simpatia. Quasi tutti i combattimenti sia aprono o si chiudono con una breve scenetta che racconta la storia senza appesantirla o spezzare eccessivamente la frenesia degli scontri. Anche nel caso vogliate ripetere una delle circa 150 sfide proposte, potrete scegliere di saltare dialoghi già letti per buttarvi a capofitto nella battaglia, dimostrando che gli sviluppatori hanno pensato proprio a tutto per rendere l’esperienza godibile in ogni istante.

Come molti altri puzzle prima di lui, Sushi Striker si basa su una sfida contro un personaggio guidato dalla CPU. Decisamente diverso è invece il gameplay che non farà cadere pezzi dall’altro verso il basso ma vi metterà davanti ad un tavolo che sette diversi nastri trasportatori che faranno comparire il sushi da destra e da sinistra. Solo tre nastri saranno per voi, con altri tre esclusivi del vostro avversario e uno centrale che è invece condiviso e che potrà essere usato da entrambi. Usato come? Collegando i piatti di sushi uguali con quelli vicini tra loro per creare una pila il più alta possibile che poi potrà essere lanciata verso il nostro avversario per danneggiarlo. Più la pila sarà alta e più il danno sarà alto. Esaurite le sue energie e la vittoria sarà vostra.

Questa dinamica di base molto semplice nasconde una serie di regole e dinamiche speciali che comprendono danni extra per pile di piatti dello stesso colore lanciati in serie e culmina negli “spiriti del sushi”, della creaturine in perfetto stile pokémon che, oltre ad aumentare i punti vita di Musashi, consentono di scatenare i loro poteri speciali per recuperare energie, per incrementare i danni, per ottenere più piatti dello stesso colore sui nastri e così via. A questi cento spiriti collezionabili giocando al meglio e avanzando con la storia, si uniscono oggetti di vario tipo tra cui delle rotelle speciali che modificano la velocità dei rulli in vari modi e altri strumenti come per esempio la cintura nera che, se equipaggiata, dimezzerà le vostre energie rendendo più dura la lotta, ma sarà utile per ottenere un gran numero di punti extra per raggiungere le valutazioni migliori.

Merita un approfondimento il sistema di controllo che può essere duplice quando si gioca direttamente sullo schermo della console. Se visualizzerete il gioco sulla TV userete il control stick sinistro per muovere un cursore sui piatti che scorrono e userete un tasto per selezionarlo prima di iniziarvi a muovere sui piatti uguali nei dintorni. Questo metodo è molto utile e veloce quando si cerca di collegarsi a qualcosa, rendendo molto valida la scelta di roteare lo stick sperando di collegarvi a qualcosa nei dintorni per proseguire la combo.

Il lato negativo è che muovere il cursore non è sempre comodissimo quando si sceglie il piatto da cui partire; per questo gli sviluppatori hanno pensato di inserire nelle opzioni la possibilità di attivare una selezione automatica del piatto migliore in campo da cui partire, ma così facendo si rischia di rendere un po’ troppo semplice le battaglie. Il secondo metodo presente in portabilità, e quindi anche su 3DS, è quello di operare direttamente sul touch screen della console. In questo modo si elimina la difficoltà di piazzare il cursore sul piatto che si desidera, guadagnando in immediatezza. La cosa migliore di questo doppio sistema di controllo è che per passare dall’uno all’altro vi basterà semplicemente smettere di premere i pulsanti per iniziare ad impartire input con il vostro dito, e viceversa.

Una volta deciso se il vostro personaggio sarà maschio o femmina, inizierete la sua avventura su una mappa suddivisa in livelli che potranno offrirvi una valutazione che va da D ad una S arcobaleno e che vi assegneranno fino a tre stelline, in base alle “missioni” che avrete completato nel superarlo. Questa è l’unica somiglianza con i già citati e molto temuti free-to-play, tranquillizzando subito tutti quelli che hanno tremato nel sentire queste tre paroline. D’altronde la profondità del gameplay è molto superiore e giustifica senza problemi il costo iniziale di 50 euro per la versione Switch (quella da noi provata) e 40 per quella 3DS.

Tra boss fight, il miglioramento di Musashi, degli spiriti del sushi e il completamento di obiettivi utili per sbloccare sempre qualcosa, Sushi Striker è davvero un gioco ricco di contenuti. A questi non poteva sottrarsi una componente multigiocatore che prevede sia l’uso di due console, sia la condivisione di un unico schermo, in cui un giocatore muove il cursore sui nastri più lontani e l’altro su quelli in primo piano. Una soluzione semplice ed efficace, disponibile solo nella versione Switch ma perfetta per divertirsi con un amico.

Trattandosi di un puzzle game, si potrebbe pensare che Sushi Striker sia un gioco con un comparto tecnico semplici. Certamente può sembrare così, ma non va dimenticata la grande cura realizzativa che è stata dedicata ad ogni aspetto. I piatti di sushi che mangerete sono ben differenziati, rendendo semplice distinguerli sui nastri e farli propri; gli spiriti che potremo incontrare sono anch’essi ben disegnati e caratteristici, riconoscibili anche dopo essersi evoluti. Protagonista e comprimari sono ben caratterizzati, con animazioni semplici durante le cut scene più numerose, ma capaci di stupire quando partono dei veri e propri spezzoni in stile anime. Anche le musiche rendono benissimo l’atmosfera, con pezzi divertenti e ritmati che delineano senza difficoltà queste pazze abbuffate. Il gioco è poi doppiato in un ottimo inglese ma sempre sottotitolato in italiano.

Sushi Striker: The Way of Sushido è un puzzle game che, per dinamismo e simpatia, mi ha ricordato i migliori Puzzle Bubble. È maggiormente basato sull’istinto che non sulla fredda logica matematica di un Tetris, ma la velocità di pensiero è molto simile. Il suo sviluppo che abbraccia sia dinamiche da RPG, con crescita sia del personaggio, sia degli spiriti che porta con sé, lo rendono però anche qualcosa di diverso, con una storia che si fa seguire con interesse e con un comparto multigiocatore anche su singola console (Switch) che diverte e funziona. Chi ama titoli più riflessivi e puri dovrebbe starne alla larga, poiché la velocità di certi combattimenti e le meccaniche in stile pokémon potrebbero essere eccessive, ma i fan dei puzzle game che vogliono provare qualcosa di nuovo e più istintivo hanno trovato un grande titolo per l’estate.

Pro
  • – Dinamiche inedite e ben sviluppate
  • – La storia funziona!
  • – Ogni elemento è ben contestualizzato
  • – Tantissime sfide diverse
  • – Multigiocatore per due
  • – Ottimo sistema di controllo
  • – Comparto artistico di spessore
Contro
  • – Il contesto anime potrebbe non piacere ai più grandicelli
  • – Chi ama i puzzle game più riflessivi faticherà a seguire l’azione

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