The Ascent – Recensione

Azione, proiettili, fantascienza e coop!

Uno dei titoli più interessanti del catalogo Xbox (e PC) di quest’estate è sicuramente The Ascent, un action RPG che si basa sulla dinamica del doppio stick per farci muovere e mirare con le tante armi a disposizione. Quello che però ci ha attirato fin dal primo trailer è il comparto grafico e artistico di questa uscita cyberpunk creata da un team di appena 12 persone. I ragazzi di Neon Giant saranno riusciti a sorprendere anche attraverso la narrazione e il gameplay?

In un futuro lontano il pianeta Veles è governato da mega-corporazioni. Queste gestiscono anche le città come The Ascent Group Arcology, una metropoli in cui lavorano come schiavi una marea di persone, tra cui il protagonista che andremo a modellare fisicamente in fase di avvio. Un giorno come gli altri però, The Ascent Group chiude misteriosamente i battenti mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intera città. Da qui si parte per un’avventura dalla durata di circa 15-20 ore in cui si stringeranno improbabili alleanze e si scoprirà cosa è successo. La trama all’inizio non è particolarmente originale, ma offre alcuni spunti di riflessione. Purtroppo, è utile dirlo subito, il gioco è doppiato in inglese ma sottotitolato in parecchie lingue tra cui però è assente l’italiano. I termini usati, al di là di quelli legati a questo universo fantascientifico, non sono tra i più semplici e chi ha una conoscenza scolastica della lingua potrebbe trovarsi in difficoltà, anche se i dialoghi non procedono finchè non si preme un pulsante. Oltre a questa mancata traduzione che potrebbe tagliare fuori alcuni curiosi, anche gli eventi iniziali non riescono a coinvolgere immediatamente, complice la presenza di un personaggio muto e inconsapevole che appare sempre e solo come un esecutore di piani altrui. Non mancano comunque PNG interessanti a cui rivolgere domande per capire meglio il contesto, ma la narrativa risulta piuttosto lenta e non riesce a catturare subito il giocatore, anche per colpa di missioni iniziali che ci mandano di qua e di là, lasciandoci un po’ spaesati.

Per iniziare a parlare del gameplay bisogna identificare The Ascent come un Twin Stick Shooter con dinamiche che apparentemente ricordano Diablo. Con il gioco Blizzard condivide la visuale dall’alto e alcune scelte di game design, ma prende prestissimo le distanze dimostrandosi più uno sparatutto classico che un loot shooter mescolato con un RPG. Ci sono otto statistiche da incrementare con i 3 skill point ottenibili ad ogni level up, ma la personalizzazione punta forte su 2 abilità attive, che consumano una sorta di mana quando vorrete usarle, e su 2 passive da assegnare equipaggiando i rispettivi potenziamenti che andranno scovati sulla mappa o ottenuti completando quest secondarie. All’inizio otterrete un potente colpo corpo a corpo che disintegra i nemici, ma andando avanti potrete montare rigenerazioni della salute, campi che rallentano i proiettili, e addirittura tentacoli che vi escono dalla schiena. Se mi chiedete se un po’ mi sono mancate le classi vi rispondo di no durante la prima run, ma se ce ne fossero state, queste avrebbero migliorato un titolo che una volta terminato non offre motivi per essere rigiocato. Potremo partecipare a partite cooperative online o in locale, con amici che fanno da host per permetterci di usare il nostro personaggio e il suo equipaggiamento, ma veri motivi per ritornare su Veles non ce ne sono. Per fortuna il gioco non punta tutto sulla coop e in single player funziona alla grande, permettendo di gestire al meglio le proprie esplorazioni, cosa non fattibile quando si gioca con sconosciuti online.

Anche parlando di equipaggiamento non serve fare paragoni con altri loot shooter. Vi capiterà spesso di raccogliere doppioni di pistole e fucili che potrete poi vendere senza alcun timore. Alcune hanno proiettili incendiari o stordenti e il loro uso diventa più o meno efficace in base a chi avrete davanti, ma non ho mai avuto particolari problemi ad abbattere le minacce. Ovviamente ho potenziato le armi con speciali oggetti che di fatto ne hanno aumentato il livello, e anche qui ho apprezzato il fatto che il level up non riguardasse quella specifica arma, ma l’intera categoria, così da non perdere gli investimenti fatti quando si rinnova l’equipaggiamento. Come si spara però in The Ascent? Grazie all’opzione dell’aiuto alla mira settata su medio fin dall’inizio, la risposta è “bene!”, dimostrando alcune finezze che all’inizio sembrano poca cosa ma che andando avanti diventano fondamentali. Sto parlando della possibilità di alzare a abbassare la posizione dell’arma e di accucciarsi dietro ai ripari. Normalmente il nostro personaggio tiene l’arma all’altezza del fianco, posizione che viene comoda in moltissime situazioni e che non richiede tasti extra da premere. Quando però un nemico è su una zona leggermente rialzata o quando si nasconde dietro ad un muretto, premendo il grilletto sinistro si alza l’arma all’altezza della propria testa e di possono colpire nemici altrimenti al riparo. Allo stesso modo se vi abbassate dietro ad un ostacolo, alzando l’arma potrete sparare restando nascosti. Sembra una cosa da poco nelle primissime ore, ma quando tanti nemici popoleranno l’area di scontro e ancora più proiettili voleranno, sarà il modo migliore per uscirne vivi.

I nemici sono diversi e con un’intelligenza artificiale che permette loro di aggirarvi con manovre a tenaglia. Le tipologie non sorprendono visto che ci sono quelli che si lanciano in attacchi corpo, chi è grande e grosso e usa un martellone e chi spara dalla distanza, ma quando si incontrano all’interno delle missioni, sanno dare diversi problemi. Meno strategici gli scontri che invece costellano la navigazione dei distretti della città, dimostrando un po’ la loro natura di riempitivo. A questo riguardo, dopo un minimo di esplorazione inizierete a sbloccare le stazioni della metropolitana che fungono da viaggio rapido, mentre dalla fine della terza missione principale potrete chiamare un taxi in qualsiasi momento (a meno che non siate impegnati in combattimento) che altri non è se non un fast travel che però costa 1.000 crediti. Usare queste velocizzazioni verrà molto comodo, ma non è sempre il modo migliore di spostarsi visto che potreste perdervi casse con equipaggiamento e scontri contro ricercati le cui taglie possono valere oggetti speciali e denaro extra.

Arrivati al design e al lato tecnico si va a toccare l’apice della produzione di Neon Giant. Il mondo di gioco è estremamente spettacolare, specie in aree come l’hub principale cittadino. Anche quando si va in esplorazione per i quartieri ci si imbatte in situazioni degne di nota che dimostrano una cura maniacale nei dettagli, con cumuli di spazzatura e detriti nelle zone più disastrate, fino ad appariscenti negozi con insegne al neon e bar popolati di avventori. L’idea della città del futuro sporca e hi-tech è perfettamente replicata e anche la sua planimetria convince appieno con ascensori e soluzioni che la rendono vivissima. Per aiutarci nella navigazione poi è sempre presente un indicatore, richiamabile con un tasto, che ci segnala la direzione da prendere e quanto è lontano il nostro attuale obiettivo, modificabile dal menu delle missioni. Ricordatevi solo di avere pazienza nelle prime ore, quando il fast travel non è ancora attivo, perché il gioco vi ricompenserà per la pazienza. La fisica dei colpi è notevole grazie al sempre valido Unreal Engine 4 e le sparatorie rendono benissimo l’impatto dei colpi e le esplosioni. Nulla da dire sull’audio che si adatta alle situazioni e propone sonorità metalliche e tecno che si amalgamano perfettamente con l’azione e le ambientazioni.

The Ascent è un gioco che funziona bene in cooperativa ma che, grazie alle sue ambientazioni curatissime e ai tanti testi presenti (comunque skippabili) diverte anche da soli. All’inizio di rimane affascinati dalla componente grafica e artistica ma anche la giocabilità e la personalizzazione, seppur non enorme, hanno molto da dire e intrattengono con sparatorie veloci e alcune scelte strategiche da effettuare. Giocarlo su Game Pass per chi è abbonato è praticamente un dovere, ma anche l’acquisto, visto il suo prezzo di appena 29 euro, andrebbe preso in considerazione da chi apprezza questo genere di sparatutto e da chi vuole immergersi in un universo non originalissimo ma di sicuro impatto. Considerando che è frutto di un team di appena una decina di persone, andrebbe sicuramente premiato.

Pro
  • – Gameplay e gunplay validi
  • – Buona personalizzazione
  • – Cooperativo anche in locale…
  • – … ma si gioca bene anche in singolo
  • – Comparto tecnico validissimo
Contro
  • – Il proprio personaggio è solo un avatar
  • – Nelle fasi iniziali ci si può sentire smarriti
  • – Manca la traduzione in italiano

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