Nel passato di Skyrim, tra streghe, licantropi e vampiri
Con un mondo vasto che quello di The Elder Scrolls, non è impensabile continuare a veder arrivare espansioni, anche dopo sei anni dall’uscita della sua versione online. Grazie alla scelta di eliminare un abbonamento mensile, l’MMORPG di Bethesda e Zenimax si è piazzato senza problemi accanto all’immortale World of Warcraft, conquistando sempre più giocatori grazie appunto alla sua formula free. Per proseguire su questa strada, quest’anno si è tentato il colpaccio portando i giocatori a Skyrim, la regione che, più di tutte, ha contribuito a rendere popolare la serie “offline” con il quinto capitolo. Vediamo quindi cosa ci aspetta nel freddo nord di The Elder Scrolls Online: Greymoor e quali contenuti arricchiscono ulteriormente questo già grandissimo universo.

Proprio perché molti nuovi giocatori potrebbero essere attratti da questa nuova versione di Skyrim (e di moltissime altre terre), gli sviluppatori hanno scelto di proporci una scena che fosse familiare. Verremo infatti accolti da un’introduzione che prende spunto da quella già vissuta durante il prologo di Skyrim, con la stessa battuta pruninciata dal cocchiere del carro su cui stiamo viaggiando. Anche stavolta però il viaggio non sarà dei migliori perché verremo subito catturati e attaccati da un gruppo di streghe, accompagnate da licantropi e vampiri. A questo punto vi si para davanti un bivio: se siete giocatori appena arrivati a Tamriel, o semplicemente scegliete di creare un nuovo personaggio, vi troverete davanti una primissima missione di fuga che serve anche da tutorial per spiegarvi le meccaniche base dei combattimenti, tra parate con lo scudo e colpi più o meno potenti di spada. Alla fine ci troveremo nella macro area che rappresenta la parte ovest di Skyrim. Se invece scegliete di procedere con un personaggio già esistente e di alto livello, vi basterà attivare la missione e raggiungere Solitude, per iniziare ad accettare missioni e avvicinarvi sempre più alla minaccia che giace sotto a queste terre ghiacciate.

Il fatto di poter giocare a questa espansione con il livello di esperienza che si preferisce è una delle caratteristiche da sempre più apprezzate di The Elder Scrolls Online, utilissima anche per partecipare ai tanti dungeon da giocare insieme ad altri giocatori, ottenendo anche premi di valore e velocizzando il level up. Fa però molto piacere scoprire che nonstante la sua natura online, anche Greymoor rimane un’espansione godibilissima per chi sceglie di giocare da soli, grazie ad un gameplay che non punisce il giocatore che sceglie questa strada. Anzi, per certi versi premia il suo desiderio di scoperta e di esplorazione con nuove attività archeologiche che iniziano come quest secondaria a Solitude ma che poi ci portano a cercare tesori e reliquie sepolte in tutta Tamriel. Il minigioco in cui si restringe il campo di ricerca tramite un oggetto speciale che viene donato all’inizio non è dei più originale, ma ha il merito di farci scoprire posti e luoghi che magari avevamo intravisto solo di sfuggita.
Interessante poi il modo in cui è stata rivista la classe dei vampiri, prima limitati in termini di abilità attive, ma ora arricchiti da maggiori possibilità di personalizzazione, rendendoli di fatto più completi. Per i giocatori solitari c’è quindi moltissima carne al fuoco, sia per le 30 ore circa, utili per terminare la storyline principale, sia per i contenuti proposti che comprendono nuovi dungeon da affrontare insieme ad altri giocatori, ma anche eventi pubblici che qui prendono la forma delle harrowstorm (tempeste magiche create dalle streghe a cui dovrete dare la caccia), in grado di garantire sfide e ricompense di qualità. Spendendo poi una settantina di euro avrete non solo il gioco base e questa espansione, ma anche tutte le altre rilasciate negli anni scorsi, con migliaia di missioni e centinaia di ore da passare a Tamriel.

Prima di passare al comparto tecnico, mi preme specificare che The Elder Scrolls Online: Greymoor, dopo così tanti anni di servizio, può risultare parecchio dispersivo per i giocatori appena arrivati, che potrebbero sentirsi “tirati” da una parte all’altra dell’enorme mappa di Tamriel da missioni che saltano fuori a ripetizione. Basta scegliere di muoversi in una città per vedersi arrivare addosso svariate missioni che vi porteranno a viaggiare anche solo fuori dalle mura per riceverne poi altrettante. Bisogna quindi organizzarsi anche mentalmente perché altrimenti si finisce per andare in giro collezionando missioni su missioni, dimenticandosi per quale motivo si era partiti. Il sistema per scorrere le varie quest attive poi non è immediato e può capitare di passare un po’ di tempo anche solo sulla mappa, per cercare di capire quale area raggiungere per proseguire con un evento. Con un po’ di pazienza si impara ad usare ogni elemento del gioco ma agire con calma è importante, specie all’inizio, quando le icone sono tante, i luoghi da visitare ancora di più e potreste sentirvi smarriti.

Il motore grafico su cui si basa The Elder Scrolls Online: Greymoor è lo stesso di sempre e dopo sei anni si sentono tutti. Personalmente ho scelto di giocare a quest’espansione con la telecamera in terza persona, possibilità che in passato non avevo mai davvero considerato, ma stavolta ho notato che distanziando un po’ la visuale, l’impatto con texture non proprio eccellenti e con una struttura poligonale non particolarmente ricca, risulta più piacevole. Così ci si scontra con animazioni un po’ ingessate, ma il compromesso è comunque accettabile, considerando che, comunque, la coperta è sempre un po’ troppo corta quando si guarda l’aspetto tecnico. Difficile invece dire nulla riguardo il lato artistico, con Western Skyrim che è sempre un piacere ritrovare ma con i passaggi sotterranei che lo percorrono che offrono passaggi epici e momenti davvero notevoli, mostrando che si può stupire anche con un motore grafico datato. Il gioco continua ad essere in inglese sia nel doppiaggio – nel quale trovano posto anche attori di spessore come Bill Nighy e Alfred Molina – sia nei testi, cosa che potrebbe scoraggiare molti giocatori nostrani, impedendogli di calarsi al meglio dentro ad una storia e ad un mondo in cui non mancano vocaboli più complessi e in cui il nuovo arrivato potrebbe sentirsi un po’ perso senza conoscere alcune fazioni e dinamiche.

The Elder Scrolls Online: Greymoor è una valida espansione, oltre che un ottimo inizio per tutti i giocatori che vogliono tornare a Skyrim e non si spaventano di entrare in un mondo vastissimo e tutto in inglese. Non esiste la necessità di avere compagni umani ad assistervi e ogni cosa può essere fatta in solitaria, a parte alcune attività in cui comunque il gioco vi aiuta a cercare altri avventurieri. Il sistema di crescita e soprattutto di gestione degli incarichi va approcciato senza fretta, ma con un minimo di pratica si riesce a gestire ogni elemento senza perdere la bussola, cosa altrimenti probabile per via delle tantissime attività ed aree da esplorare.
Se invece siete veterani di questa uscita online vi troverete con una nuova avventura di circa 30 ore, alcune modifiche alla classe dei vampiri, le nuove missioni archeologiche e una mappa più o meno familiare da riscoprire, oltre a tanti nuovi oggetti da recuperare e fare vostri. Da questo punto di vista, mi aspettavo qualcosa di più, visto anche il prezzo di circa 40 euro per la sola espansione, ma sarà difficile resistere al richiamo.
- – Si torna a Skyrim
- – 30 ore minimo per la missione principale
- – Attività archeologiche sparse in tutta Tamriel
- – Migliorata la classe dei vampiri
- – Artisticamente ispirato
- – Può essere molti dispersivo per i nuovi arrivati
- – Combat system sempre molto semplice
- – Tecnicamente soffre un bel po’
- – I contenuti per i vecchi giocatori sono parecchi, ma non tantissimi

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