La conclusione del Cuore oscuro di Skyrim
Una delle espansioni con maggiori aspettative di The Elder Scrolls Online è giunta al termine con il recente arrivo di Markarth, la conclusione dell’arco narrativo chiamata che ci ha riportato nelle terre del nord di cui molti si sono innamorato con il quinto capitolo orginale ormai più di dieci anni fa. Molte di queste aspettative arrivavano proprio grazie al luogo in cui saremmo tornati a combattere e a viaggiare, ma altre erano più che lecite dopo aver vissuto le vicende che ci hanno portato fin qui e che vedevano coinvolti, lupi mannari, vampiri e streghe, con un’atmosfera molto gotica che, con le nevi perenni di alcune aree, ci stava davvero bene. Vediamo com’è andata.

Con un nemico sfuggito da Solitude per rifugiarsi nel Reach e cercare un manufatto che possa offrirgli il potere che brama, la nostra missione ci porta proprio in quella zona, ampliandosi poi anche con il Blackreach e tutto quell che si nasconde nelle immense caverne sotterranee. Le prime missioni hanno il compito di introdurre il giocatore in queste aree, dandogli la possibilità di esplorare ma anche di conoscere chi le abita e i loro stili di vita. Passeremo diverso tempo all’interno di dialoghi con personaggi più o meno importanti, spesso doppiati da professionisti di spicco e di talento che hanno prestato la loro voce per aumentare il senso di immedesimazione voluto da Zenimax Online. Non tutte le caratterizzazioni hanno lo stesso spessore ma alcune come quella che coinvolge il Conte Verandis Ravenwatch vi rimarranno impressi.

Meno interessante la gestione delle quest principali, che invece in buona parte si limitano ad una concezione non proprio esaltante, con oggetti da rinvenire per poi portarli ad uno specifico personaggio. Non sono tutte così, ma la maggioranza abbraccia eccessivamente questa dinamica che finisce per stancare quando non viene opportunamente diversificata o spezzata da ulteriori compiti. Portare a termine l’avventura inoltre lascia un po’ perplessi per diversi motivi: intanto lo scontro finale arriva un po’ troppo bruscamente e si dimostra piuttosto semplice. Bella l’idea dei portali che lo caratterizza, ma il risultato è meno efficace del previsto. Inoltre, una volta concluso l’arco narrativo ci si accorge che alcune domande sono rimaste in sospeso. Si spera che l’arrivo di ulteriori contenuti compresi in questa espansione possano dissipare i dubbi, ma l’impressione è che si sia giunti al finale con una fretta che non ha giovato alla narrazione che ci ha accompagnato per un anno e che avrebbe meritato.

In attesa dei prossimi aggiornamenti, possiamo però divertirci con la novità più gradita di Markarth, ossia Vateshran Hollows, una nuova arena che propone alcune belle sfide per il giocatore singolo. Qui troveremo ad aspettarci tre diversi portali che ci porteranno in altrettanti dungeon al cui termine ci aspetta un boss finale che si dimostra ben più combattivo e pericoloso di quello con cui è terminata la campagna. Fa specie notare che questo contenuto sia indirizzato all’utenza che ama il single player di un MMORPG, ma è una pratica a cui The Elder Scrolls Online ci ha abituato già da parecchio tempo. Oltre la sfida ci aspetteranno anche nuovi bottini che, senza poterli considerare imperdibili, hanno comunque il loro motivo di esistere e di essere collezionati. Proprio a questo proposito, una delle aggiunte più gradite dai fan – oltre che gratuita anche per chi non acquista questa espansione – è la nuova Collezione per i set di equipaggiamento. In pratica si tratta di una sorta di libro che cataloga quello che avete acquisito per poi accoglierlo tra le sue pagine senza che dobbiate occupare spazio nelle vostre tasche o nei vostri depositi, potendolo poi richiamare con le pietre di trasmutazione.

La più grande colpa di questa chiusura di stagione sta nel modo in cui è stata gestita la parte giocabile della campagna. Anche se la storia è interessante e viene portata avanti dapersonaggi curati e ben interpretati, i compiti da svolgere sono spesso troppo basilari e richiedono troppo spesso di correre avanti e indietro per la mappa. Manca quella varietà che ha reso grandi alcune espansioni del passato, specie se si pensa al grande potenziale qui presente che però non si è espresso al meglio. È sicuramente un buon modo per gironzolare ancora un po’ in queste terre tanto amate e per accumulare bottino nelle due aree principali qui proposte, ma chi sperava in un finale epico capace di accontentare tutti, rimarrà scottato e in attesa di alcuni aggiornamenti che potrebbero rendere meno amara.
- – Una bella mappa da esplorare
- – Personaggi ben caratterizzati
- – Vateshran Hollows è una bella sfida
- – La Collezione per i set di equipaggiamento
- – Molto potenziale non fruttato a dovere
- – Gameplay poco sviluppato
- – Finale un po’ tirato via

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