The King of Fighters XIV – Recensione

Il campione SNK torna sul ring

Fin dal boom avvenuto negli anni ’90, i picchiaduro a incontri hanno sempre diviso il pubblico: c’è chi li vuole tecnici e chi li preferisce abbordabili. La fama del celebrato Street Fighter II fu enorme perché il gioco Capcom riusciva a mettere i piedi in entrambe le definizioni, ma i veri appassionati non potevano ignorare molte altre saghe. Una di queste era The King of Fighter, un titolo che faceva da contenitore per personaggi provenienti da altre serie di SNK, sviluppatore nipponico che sapeva come creare picchiaduro capaci di rivaleggiare con il colosso di Capcom. Oggi le cose sono cambiate e questo genere non riveste più il ruolo predominante che aveva in passato. Inoltre dopo un quinto episodio ancora troppo indietro rispetto a quello che sarebbe dovuto essere, Street Fighter non è mai stato così debole (qui la nostra recensione di Street Fighter V). In questa situazione salta fuori il nuovo The King of Fighter XIV, dimostrando che il vecchio modo di fare picchiaduro è ancora il migliore.

Il grande campione del torneo di The King of Fighter Antonov, indice una nuova competizione e molti team composti da tre lottatori si uniscono per vincere l’ambito titolo. Questa senza fronzoli è la trama di questo quattordicesimo capitolo. Anche se i vecchi giocatori apprezzeranno il ritorno di vecchie glorie appartenenti a Fatal Fury, Art of Fighting, così come anche il buon vecchio Ikari Warriors, questa uscita propone una story line completamente nuova, che non fa particolari riferimenti alle uscite precedenti e che quindi può essere goduta senza problemi da chiunque. Certo, spesso si dice che la storia nei picchiaduro è praticamente inutile – e anche in questo caso la trama terra terra lo dimostra ampliamente – ma il fatto che ci sia una modalità in cui si possono affrontare dieci diversi match per poi approdare ad un doppio scontro finale, è una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare. Ad attendervi ci saranno poi delle brevi sequenze che sanciscono la vittoria dei protagonisti che avrete utilizzato e bonus come bozzetti, musiche e ad altri contenuti extra che sbloccherete semplicemente giocando.

Ogni match dello story mode si svolgerà con il setting 3Vs3, una scelta che potrebbe far pensare a round in tag team in cui si può passare da un combattente all’altro. La realtà dei fatti è però diversa. Tra i due che combattono, chi perde viene eliminato, mentre che vince rimane per lottare contro l’avversario successivo, con un piccolo recupero di energia. Può capitare di sbaragliare tutti e tre i componenti di un team con un solo lottatore, così come di sconfiggerli dopo diversi round combattuti sul filo di lana. La cosa interessante è che all’inizio di ogni match, potrete scegliere l’ordine con cui mandare in campo i vostri beniamini, così da non dover iniziare sempre e solo con il primo membro selezionato. Dicevo che il setting 3Vs3 è standard nello story mode, ma può essere abbandonato a piacimento quando si sceglie di lottare scontri singoli contro la CPU o contro avversari umani. Si trasforma invece nel classico 1Vs1 nel caso si voglia partecipare al Time Attack o al Survival. Non mancano poi nemmeno alcune “missioni” che ci chiedono si eseguire serie di mosse concatenate molto complesse, un allenamento libero e infine un tutorial vero e proprio. Quest’ultimo è un ottimo indicatore per segnalarvi se il gioco può fare per voi, poiché si occupa di spiegarvi alcune dinamiche di base, così come altre possibilità che solo i più esperti potranno sfruttare. Un esempio su tutti è la possibilità di eseguire quattro diversi tipi di salto, da quello normale, a balzelli di varia ampiezza. Già da questo si capisce che il gioco non vuole chinare la testa davanti al pubblico main stream, seppur conceda alcuni piccoli aiuti ai principianti, offrendo una combo automatica che culmina con una mossa speciale se si preme tante volte il colpo del pugno debole quando è vicini all’avversario. Solo non aspettatevi di vincere spesso usando questo mezzuccio.

Iniziare a giocare con The King of Fighter XIV potrebbe non sembrare troppo diverso da altri picchiaduro, ma se si vuole combinare qualcosa bisogna impegnarsi parecchio. Un altro motivo che potrebbe complicare la vita ai giocatori meno esperti è il sistema di rotazioni e contro rotazioni che spesso si rende necessario anche per eseguire una “semplice” mossa speciale. Se questo può creare difficoltà, sappiate che esistono mosse speciali Super, altre Max Super e infine le Climax Super che sono le più devastanti, possono essere usate solo consumando tre barre dell’indicatore a fondo schermo e che ovviamente sono ancora più complesse da eseguire. Esiste poi la possibilità di entrare in modalità Max, in cui le mosse speciali si potenziano automaticamente, senza contare le variabili date dai personaggi stessi, i quali si dimostrano tanto vari quanto eccentrici.

Il roster iniziale è composto da 16 team diversi, ai quali si aggiungeranno presto anche i due boss finali Antonov e Verse, portando il tutto a 50 personaggi tra cui scegliere. Questa ricchezza di contenuti diventa un altro motivo per cui il giocatore occasionale potrebbe ritrovarsi spaesato davanti a quanto preparato da SNK. Succede infatti che, se si gioca una modalità 3Vs3, si devono padroneggiare tre diversi lottatori con le loro caratteristiche e soprattutto con i loro diversi input per le mosse speciali. Chi mastica un po’ di picchiaduro e magari ritorna a The King of Fighter dopo aver giocato ad un capitolo precedente non avrà grossi problemi, ma chi è abituato a titoli più immediati come per esempio l’ultimo Mortal Kombat, potrebbe finire per levigarsi i pollici senza grossi risultati. C’è comunque da dire che i lottatori ci sono, e trovare un terzetto con cui imparare a muovere i primi passi, sarà un piacere per tutti quelli che hanno voglia e tempo da dedicare ad un titolo profondo e ben studiato. Dopo aver approfondito a dovere le meccaniche, potrete poi anche sfidare altri giocatori online, ma dovete ricordare che spesso questo genere di produzioni porta sulla grande rete giocatori estremamente abili e capaci di farvi a fette in un attimo. Inoltre va detto che il netcode non può considerarsi stabile quanto avremmo voluto e imbattendosi in giocatori d’oltre oceano, il problema lag (e conseguente scarsa giocabilità…) creare parecchi disagi.

Finora non vi ho parlato del cambiamento più evidente apportato a questo quattordicesimo The King of Fighter. Dopo l’eccellente lavoro che aveva visto disegnare a mano ogni personaggio del capitolo precedente, per quest’occasione si è scelto di creare ogni cosa in 3D. Non ho ritenuto fondamentale parlarvene prima poiché lo stile di gioco è rimasto lo stesso di sempre, prendendo spunto dall’evoluzione che aveva colpito Street Fighter già dal quarto episodio. Ambienti e lottatori sono dunque creati con poligoni, ma si continuano a muovere su una linea retta, senza permettere schivate laterali o passaggi in profondità. A mio modo di vedere, la scelta effettuata non è stata tra le migliori, un po’ perché i risultati raggiunti con il 2D in The King of Fighter XIII erano stato ottimi, e un po’ perché il dettaglio generale di questa produzione è inferiore a quanto visto in altre serie. Per le arene come per i lottatori ci sono diversi alti e bassi, tra location più riuscite e altre molto più anonime che sembrano arrivare dalla generazione passata. Allo stesso modo i protagonisti modellati in 3D sembrano più pesanti che in passato, seppur sempre riconoscibili, con mosse speciali potentissime che comunque non risultano spettacolari quanto quelle di pari valore, viste in altre produzioni. Bisogna però dare atto a SNK di aver creato un picchiaduro incredibilmente vario anche a livello stilistico, con personaggi a dir poco bizzarri che, in fondo non stonano nemmeno se combattono con lottatori leggermente più sobri o con lottatrici super sexy che trovano sempre un modo per dimostrarsi ammiccanti. Il gioco è doppiato in giapponese ma è dotato di sottotitoli in italiano e può vantare un buon numero di effetti speciali. Inoltre ho trovato particolarmente apprezzabili le musiche che accompagnano le nostre scazzottate, facendomi invidiare la limited edition americana che vanta un art book e ben 3 CD audio.

The King of Fighter XIV non vuole essere un gioco adatto a tutti i palati. Chi vuole rifarsi gli occhi su modelli poligonali ultra dettagliati qui casca male, così come chi pensa di acquistarlo per giochicchiare saltuariamente. Senza imparare ad usare più personaggi tra rotazioni rapide e precise, il divertimento e la soddisfazione non sono a portata come in altre uscite meno tecniche. Questo modo di vedere il genere, taglia quindi fuori la fetta di pubblico meno attenta, ma allo stesso tempo la scelta di mantenere un alto tasso di tecnicismo farà piacere ai più abili che potranno beneficiare di un roster molto vasto e di una serie di modalità classiche ma sempre apprezzabili. L’unico avviso arriva per gli amanti della competizione online: il netcode non garantisce sempre combattimenti ottimali e può capitare di partecipare a scontri che soffrono il fenomeno della lag. Chi invece apprezza il gioco in single player avrà il suo bel da fare, anche grazie ad una difficoltà ben calibrata che evita gli eccessi del passato.

Pro
  • – Gameplay profondo e preciso
  • – Presenti tutte le modalità più classiche
  • – Roster di ben 50 lottatori, tutti diversi tra loro
  • – Comparto audio notevole
Contro
  • – Complesso per i nuovi arrivati
  • – Netcode da migliorare
  • – Graficamente migliorabile

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