The Outer Worlds – Recensione

Un nuovo RPG… spaziale!

Dopo tutto quello che ha combinato Bethesda (e che sta ancora combinando…) con la serie di Fallout, chi desidera un buon RPG in prima persona che funga anche da sparatutto, sarà sicuramente rimasto un po’ spaesato. L’ultimo grande Fallout che ricordo è infatti New Vegas, spin off uscito tra il terzo e quarto episodio e quindi nemmeno troppo “ufficiale”. Eppure il gioco di Obsidian era davvero notevolissimo e, se non lo avete ancora provato, ormai si trova a prezzi decisamente abbordabili. Perché vi dico tutto questo se qui si dovrebbe parlare di The Outer Worlds? Beh, perché il nuovo lavoro di Obsidian, sviluppatori proprio di New Vegas, prosegue l’ottima strada intrapresa da quell’uscita, pur proponendo un universo e personaggi totalmente differenti.

La prima cosa che dovete sapere su The Outer Worlds è che dietro ad una trama abbastanza classica, si nasconde un gioco che fa dell’ironia il suo cavallo di battaglia, tanto che durante l’assegnazione dei punti che caratterizzano il vostro personaggio, se ne toglierete uno all’intelligenza, sbloccherete la possibilità di selezionare risposte stupide durante le conversazioni. Questo insieme ad una serie di caratteristiche solitamente complesse da decifrare nella struttura degli altri titoli simili, sono invece qui spiegate in modo molto semplice, chiarendo subito quali bonus (o malus) si possono ottenere assegnando i punti abilità e le competenze del personaggio. Questo sarà un povero disgraziato che doveva essere trasportato in una colonia lontana e piena di possibilità e che invece, per un guasto ai sistemi della nave e per l’avidità della compagnia che gestisce questi trasporti, è rimasto ibernato insieme a tutto il resto dei passeggeri per settan’anni, venendo liberato da un mattacchione che per motivi sconosciuti è ricercato per crimini contro queste corporazioni che ormai gestiscono ogni cosa, compreso il vostro viaggio finito male. Inizierà così una collaborazione che vi porterà a compiere missioni su vari pianeti, con lo scopo di capire cosa è successo, salvando nel contempo il resto dell’equipaggio ancora addormentato, prima che sia troppo tardi.

La storia procede sviluppando ulteriori sottotrame legate alle missioni secondarie, alcune delle quali più serie e capaci di tratteggiare un mondo tutt’altro che superficiale come l’ironia iniziale potrebbe far credere. La gestione delle colonie, il controllo assoluto delle corporazioni e lo scarso interesse per le vite umane, saranno temi ricorrenti che, pur trattati il più delle volte con fare allegro e un po’ scemo, nascondono una critica al sistema attuale neanche troppo velato. Insomma, ci si diverte ma al contempo si riflette, due situazioni che di certo non dispiaceranno a chi apprezza questo genere di uscite. Questi racconti e queste storie si aggiungeranno al vostro bagaglio personale semplicemente andando in giro per i pianeti che vi verranno proposti, aree non particolarmente vaste ma sicuramente dense di attività. Fin dall’inizio dell’avventura, basterà dimostrare un po’ di curiosità e si finirà per attivare missioni secondarie che coinvolgono PNG ben caratterizzati, con compiti che spesso possono essere affrontare in vari modi, lasciandoci anche libera scelta su come agire. Un personaggio vi dice che ha visto un robot sospetto che andrebbe eliminato? Potete farlo e risolvere con il piombo, oppure potreste parlargli per capire perché è in quell’area e magari aiutarlo a superare la sua avaria se avrete un punteggio sufficiente nella statistica tecnologia. Queste situazioni cambieranno poi i rapporti che avrete con specifiche comunità, potendo anche attivare bonus o addirittura missioni speciali altrimenti precluse.

Tutte queste possibilità spesso si ottengono sfruttando le capacità che potrete sviluppare nel corso della storia. Si può sempre combattere se si vuole, ma provare ad usare risposte che utilizzano alcune delle vostre caratteristiche sociali come carisma e intimidazione, oltre a darvi punti esperienza extra, spesso creano situazioni insolite e più divertenti rispetto ad uno scambio di fucilate. Allo stesso modo caratteristiche come l’hacking o lo scassinamento, possono aiutarvi a recuperare una chiave che altrimenti avrebbe richiesto maggiori sforzi. Tutti questi esempi vogliono dimostrare che tutto quello che accade in The Outer Worlds è sotto il vostro controllo, con una storia prefissata (che ha comunque diversi finali) ma che può essere attraversata in modi diversi. Siccome poi alcune situazioni ne precludono altre, non è poi così impensabile ricominciare il gioco, magari anche ad un livello di difficoltà superiore (c’è anche una modalità molto difficile che vi chiede di mangiare e dormire con costanza, pena un accumulo di malus, che vi possono portare alla morte), affrontando un percorso diverso che parte dalla diversa assegnazione dei punti abilità e si sviluppa attraverso un differente approccio verso il mondo che vi circonda.

Si può parlare, ci si può nascondere (ma non sempre le meccaniche stealth riescono ad essere precise) e il più delle volte potete risolvere pacificamente una situazione. Ciò però non vuol dire che le armi non vi serviranno mai. A questo riguardo si segnala un sistema di combattimento che magari non è proprio quello di un FPS action, ma che comunque se la cava sorprendentemente bene, specie dopo aver investito un po’ di punti nelle caratteristiche dedicate. Le armi sono diverse, comprese alcune più futuristiche e divertenti come quella che rimpicciolisce i nemici, ma hanno tutte la loro dose di statistiche così da permetterci rapidamente un confronto. Quelle che non vi servono possono poi essere smontate per recuperare parti che potremo riutilizzare per riparare le nostre preferite, fintanto che non ne troveremo una migliore. Il sistema di crafting funziona bene e non è complicato, ma richiede un po’ di attenzione che non guasta. La stessa cosa si applica sugli equipaggiamenti che per non pesare troppo sulla gestione, si limitano ad un vestito e ad un casco. Molto interessante e snello anche il sistema di level up che ci regala una manciata di punti abilità per far migliorare i nostri parametri di base, ottenendo bonus permanenti ad ogni 20 punti, fino ad un massimo di 100 e ci regala un perk da scegliere da un ricco menu ogni due livelli. Infine, come se la personalizzazione non fosse già enorme, arrivano anche i difetti, malus che possono creare problemi in specifiche situazioni o contro specifici nemici. Essere feriti più volte da un mostro può provocare una paura verso quella specie, influendo per esempio sulla mira o sull’efficacia dei colpi critici. Questi difetti non vengono imposti, ma se scegliete di accettarli otterrete un perk gratuito. Attenzione quindi perché essere avidi all’inizio potrebbe portarvi a complicanze inaspettate sul finale.

Se fin qui vi siete esaltati all’idea di quello che potrete combinare in The Outer Worlds, non dovreste preoccuparvi eccessivamente del comparto tecnico, specialmente quello grafico. Il titolo non ha potuto godere di un budget stratosferico e questo finisce per colpire in parte il comparto visivo. Il gioco Obsidian paga pegno in una modellazione poligonale buona ma non eccezionale, riscontrabile in alcuni modelli e in alcune ambientazioni. Per fortuna i colori spesso sgargianti riesco a nascondere abbastanza bene questo limite, rendendo comunque gli ambienti piacevoli da esplorare e da scoprire. Essendo un limite legato al budget ridotto e non all’abilità degli sviluppatori, questa non è una caratteristica di cui ho tenuto particolarmente conto, anche perché quello che maggiormente importa in queste uscite è il gameplay che, come vi dicevo, si dimostra stellare. E poi comunque dire che è un gioco “brutto” sarebbe una bugia. Non lascia invece spazio a dubbi il comparto audio, con un doppiaggio in inglese eccellente, sottotitolato in un ottimo italiano. Anche le musiche rendono bene l’atmosfera del momento e gli effetti sonori, seppur abbastanza classici, diversificano armi, nemici e ambienti.

Se amate essere sorpresi, probabilmente amerete The Outer Worlds. Il nuovo titolo Obsidian dimostra come aree più piccole e “controllate” possano rendere migliore un gioco rispetto a distese sconfinate di nulla cosmico. Ogni cosa è al suo posto, ogni PNG ha una ragione per essere presente e il bello è scoprire come interagire… o come evitare di farlo! La libertà di comportarsi come si vuole, così come quella che ci consente di creare il personaggio che preferiamo, sperimentando soluzioni di vario genere, sono elementi essenziali in un RPG che si rispetti e per fortuna sono una parte fondamentale anche di questa nuova e spassosa uscita. Chi cerca un modo di fare videogiochi single player di grande spessore, qui lo troverà.

Pro
  • – Avrete sempre da fare
  • – Ironico e intelligente
  • – Tanti modi di agire
  • – Combat system ben sviluppato
  • – Progressione costante
  • – Ottimo doppiaggio in inglese
  • – Rigiocabile
Contro
  • – Graficamente “solo” buono
  • – Meccaniche stealth un po’ imprecise

Ultimi articoli

Ultime news

Questo sito utilizza cookie, anche di proprietà di terze parti, che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell’utente. Continuando la navigazione si considera accettato tale uso. Leggi l’informativa cookie: in essa sono indicate anche le modalità con cui potrai disabilitarli in qualsiasi momento.