Tour de France 2019 – Recensione

Di racing game ne ho giocati tanti, con auto, moto, jetski, fuoristrada e chissà cos’altro. Eppure un gioco come Tour de France 2019 mi mancava, con una “due ruote” che va letteralmente a pedali e con dinamiche completamente inedite per chi si affaccerà per la prima volta su questa disciplina. Soprese positive che però, come vedremo, non colpiranno allo stesso modo quei giocatori che avevano già provato le versioni precedenti di questa lunga competizione sportiva per le strade della Francia.

Tralasciando momentaneamente la parte “racing” che approfondirò tra poco, concentriamoci per il momento sulle possibilità offerte, comprendenti l’evento che dà il suo nome al gioco, ma ospitando anche una decina di altre gare come Giro del Delfinato e la celebre Parigi-Nizza, a cui si affiancano comunque il nuovo Giro delle Fiandre e la Vlandereen Classic. Percorsi che si sviluppano su distanze di circa 200 km e che sono stati leggermente “condensati” senza riproporre esattamente le misure originarie. Non è comunque un problema visto che l’impressione di esser parte di una gara così lunga c’è tutta, con possibilità di salvare la partita in ogni istante, visto che la durata media di una competizione di questa lunghezza vi porterà via più di un’ora a tappa. Per movimentare un po’ le cose, si sono ampliate anche le modalità, con alcune gare in discesa e a sprint che ci permettono di affrontare unicamente alcune zone delle tappe, permettendoci anche di allenarci nella loro esecuzione, per quando le rincontreremo in una gara. Fanno invece il loro ritorno le modalità Pro Team e Pro Leader, in cui potremo gestire rispettivamente un’intera squadra di ciclisti e un singolo atleta da portare alla vittoria.

Arrivando ad analizzare il gameplay diventa chiaro fin dal tutorial che non siamo davvero davanti ad un racing game, avvicinando maggiormente questa simulazione ad uno strategico. Senza benzina né cilindri ma con i soli muscoli delle gambe, il nostro ciclista e i tanti che lo accompagnano pedalano e faticano, andando ad intaccare una barra azzurra. Esaurirla prima della fine della tappa è una pessima idea e per evitare che ciò accada è necessario dosare le proprie forze e usare sapientemente gli integratori che restituiscono un po’ della barra persa. Un’altra soluzione per recuperare un po’ di energie è ovviamente rallentare, dosando l’intensità della pedalata attraverso un semplice sistema che, senza bisogno di tener premuto il grilletto per “accelerare”, aumenta e diminuisce per gradi lo sforzo sostenuto, mantenendolo anche in automatico. L’alternanza di salite, discese, fasi di scatto in cui entra in gioco una seconda barra e altre più blande, rende obbligatorio capire come agire. In questo sono utili anche i compagni di squadra a cui si potrà dare ordini per entrare loro in scia o per chiedere di sfiancare eventuali inseguitori, potendo anche passare da un ciclista all’altro senza soluzione di continuità. Purtroppo questa fase non è organizzata benissimo e risulta un po’ macchinosa, situazione che si fa sentire già nella carriera da ciclista ma che, assumendo un ruolo maggiore, rende la carriera come team più complicata del previsto. Inoltre anche la manovrabilità della bicicletta risulta un po’ rigida nelle traiettorie, limitando ulteriormente il fattore “racing” più classico.

La scarsa velocità della disciplina, unita a tappe molto lunghe potrebbe rendere poco appetibile questa uscita a chi si aspetta qualcosa di più dinamico. In realtà raggiungere la fine di una corsa dà una gran bella soddisfazione, così come percorrere le tante mappe presenti ad una velocità che, da spettatori, rende ogni evento molto rilassante. Potrete anche decidere di lasciare il vostro ciclista nelle mani della CPU e accelerare il tempo, ma avere il controllo di quello che accade permette di organizzare ogni tappa a modo proprio, anche basandosi sulle caratteristiche del ciclista che avrete creato. Purtroppo le sue statistiche non sono legate ad altezza e peso, ma la differenza tra uno scattista e uno scalatore si sente eccome mentre si pedala. Non ve ne ho parlato prima ma ovviamente il gioco porta con sé la licenza ufficiale della competizione e di molte altre peccando però sulla parte dei ciclisti i quali, oltre ad avere talvolta nomi storpiati, vengono rappresentati quasi sempre con lo stesso volto, abbassando l’impatto grafico che si ha sul gruppo in gara, comunque davvero numeroso. Per i nomi si può intervenire manualmente aggiustandoli, per i volti non si può agire in alcun modo.

Con una velocità ridotta e ciclisti fisicamente tutti uguali, il comparto tecnico di Tour de France 2019 non si può dire strabiliante. Anche le strade che percorreremo non colpiscono mai particolarmente per la resa poligonale, con i passaggi nei centri abitati che in effetti sono quelli che risentono maggiormente di texture molto simili e strutture un po’ troppo squadrate per il 2019. Di diverso impatto le aree più aperte che si salvano grazie ad una riproduzione di campi e prati che aumentano la sensazione di essere davvero sotto il sole della Francia a pedalare in stradine immerse nella natura. Le animazioni non sono particolarmente numerose ma per la maggior parte del tempo non mostrano problemi evidenti. Poco esaltanti le musiche dei menu che lasciano poi spazio in game ad effetti sonori validi ma poco numerosi. Il doppiaggio in inglese è comunque accompagnato da una buona traduzione in italiano di ogni menu. Infine il gioco ha un comparto online discreto e, cosa da non sottovalutare, permette di divertirsi insieme ad un secondo giocatore in locale tramite split screen, facendovi gareggiare come compagni nella stessa squadra o come rivali.

Tour de France 2019 è un gioco che va identificato prima di capire se può fare per voi. Se siete come il sottoscritto che non aveva mai provato le uscite precedenti di Cyanide Studio, potrebbe sorprendervi con la sua natura strategica e simulativa che obbliga a seguire la gara e le sue fasi con attenzione. Alle due modalità standard si affiancano alcuni extra graditi e, per certi versi, più arcade; le gare da vincere sono parecchie, sono lunghe e possono essere interrotte salvando in qualsiasi momento, così da renderle gestibili anche a chi non ha sempre un’ora abbondante da dedicargli ad ogni sessione. Tecnicamente non è il massimo ma, ehi, c’è lo split screen e quindi è più facile perdonare questa mancanza. Chi invece segue la serie da tempo e conosce a menadito le sue dinamiche farà invece più fatica ad accettare le poche novità che caratterizzano questa edizione 2019: le gare inedite sono pochine, non tutti i ciclisti hanno la licenza ufficiale e il gameplay è rimasto pressoché invariato. In questo caso forse sarebbe meglio attendere una diminuzione del prezzo, confidando in un’edizione 2020 in grado di scattare come si deve verso il traguardo.

Pro
  • – Tappe lunghe e numerose
  • – Gameplay più strategico di quanto si pensi
  • – Adatto anche ai ciclisti della domenica
  • – C’è lo split screen
Contro
  • – Tecnicamente migliorabile
  • – Poche novità rispetto alla scorsa edizione
  • – Diverse licenze mancanti

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