Triangle Strategy – Recensione

Tra guerre, intrighi di corte e legami, una nuova epopea a portata di Switch!

Da un lato il mondo videoludico continua ad evolversi e ricerca sempre nuovi strumenti per coinvolgere il videogiocatore, dall’altro è impossibile non notare una piacevole tendenza nella riproposizione del passato. Un sapore retrò accentuato da meccaniche e strutture che, soprattutto nel mondo dei giochi di ruolo, viene sempre più rimarcato, e che nel recente caso di Triangle Strategy vede l’ennesima incredibile conferma di quanto la pixel art possa funzionare anche al giorno d’oggi.
Dopo il successo di Octopath Traveler, e la riesumazione dei primi capitoli di Final Fantasy in versione Pixel Remaster, Square Enix arricchisce le file dei jrpg con una nuova produzione che fin dal provato della demo è riuscito a catturarci. Adesso che abbiamo messo le mani sul prodotto finale, siamo pronti a confermare tutte quelle sensazioni.

Triangle Strategy è un must have di Nintendo Switch per gli amanti dei jrpg a turni

Ogni scelta ha delle conseguenze, e i dialoghi ce lo ricordano costantemente

Guerra e pace

La storia di Triangle Strategy ci proietta nel vasto continente di Nortelia, suddiviso tra tre principali regni e peculiari strutture gerarchiche che valorizzano importanti differenze culturali. Queste sono gli elementi alla base di un’instabilità politico-militare che negli anni ha portato alle più svariate guerre per il controllo delle materie prime. Il protagonista delle vicende si chiama Serenoa Wolfhort, giovanissimo erede di uno dei principali casati nobiliari al servizio del regno di Glenbrook. Cominciando da un momento di apparente pace – a seguito di un trattato commerciale – prenderemo parte a un’escalation narrativa che porterà allo scoppio di nuovi e incontrollati conflitti. Una nuova spirale di lotte, sangue e inganni, che getta fin da subito il giocatore nella stratificazione di una storia fantapolitica avvincente e ricca di risvolti per nulla scontati. Capiremo ben presto che tracciare una linea di confine tra bene e male non è poi così semplice, e che per il bene di un popolo intero – o di pochi amici fidati – saremo chiamati a prendere decisioni dalle conseguenze drastiche, così come contrasti il cui esito mette più in evidenza la sofferenza del vinto rispetto al trionfo del vincitore.

I vari membri del party hanno punti di forza e debolezza distinti da considerare

Una storia così stratificata e articolata passa ovviamente per la presentazione di un’incredibile quantità di comprimari, alleati e non, fin dalle battute iniziali. Una scelta che sottolinea la necessità di spiegare nel modo più lineare e ordinato possibile l’evolversi della trama principale e delle svariate storie secondarie, dove però, come rovescio della medaglia, è necessario superare alcune ore iniziali più lente e con una struttura puramente descrittiva. Come ogni jrpg che si rispetti, anche in Triangle Strategy non mancano le linee di dialogo, utili per sottolineare volontà e intenti dei vari personaggi. Soprattutto nel gruppo che via via accompagnerà il nostro giovane protagonista troveremo una piacevole varietà sotto l’aspetto del character design. Questo elemento è sottolineato da numerosi bivi narrativi che comportano una folta ramificazione della storia a seconda delle decisioni che il giocatore può prendere durante diversi momenti chiave, e che portano a differenti finali che possono alterare il destino non solo di alcuni personaggi, ma anche di interi regni. Tutto ciò è un importante indicatore positivo da evidenziare non solo in ottica rigiocabilità, ma soprattutto per confermare gli impegni profusi dal team di sviluppo per la realizzazione di una storia matura sotto ogni punto di vista.

Convincere un alleato non sarà mai semplice, eppure aumenta l’empatia

Dilemmi morali e combattimenti tattici

La scelta della non linearità della trama principale di Triangle Strategy si lega indissolubilmente a una precisa e curiosa meccanica di gioco, ovvero la bilancia risolutrice. In diversi momenti saremo chiamati a utilizzare questa bilancia assieme al nostro party per decidere quale azione compiere nell’immediato futuro, cercando di far cambiare idea ai nostri alleati per avere più chance di optare come maggioranza per l’opzione da noi preferita. Il sistema ruota attorno a scelte che enfatizzano tre differenti pesi, ovvero pragmatismo, moralità e libertà; tutti elementi che modificano irrimediabilmente il rapporto con i vari personaggi, a seconda della condotta intrapresa dal nostro protagonista con compromessi più o meno etici. Una scelta di design vincente e che ben si amalgama con la storia, accompagnata da alcune fasi più esplorative – circoscritte in aree limitate – essenziali per raccogliere informazioni utili proprio durante i bivi narrativi. Considerando la scelta di suddividere in veri e propri blocchi strutturali combattimenti, esplorazione e dialoghi legati alla bilancia risolutrice, si elimina totalmente qualsiasi rischio legato a una qualsivoglia dispersività dell’esperienza.

Non bisogna mai sottovalutare l’evolversi di una battaglia

Per quanto riguarda i combattimenti, invece, ritroviamo lo stile a turni tanto caro agli amanti di Final Fantasy Tactis. Round dopo round bisogna muovere i propri personaggi all’interno di un campo di battaglia suddiviso come in una vera e proprio scacchiera, e con innumerevoli variabili da dover considerare. Cominciando dai vari parametri di ogni eroe legati a salute, forza, difesa o capacità di movimento, passando per le abilità speciali che possono portare bonus o malus di ogni sorta, le combinazioni per raggiungere la vittoria non mancano di certo. Gli scontri sono divertenti e appaganti, mettendoci di fronte nemici spesso in superiorità numerica, dove apprezziamo la scelta di introdurre obiettivi differenti dalla semplice sconfitta delle unità ostili come il raggiungimento di una determinata area oppure l’eliminazione o la salvaguardia di un obiettivo specifico. Elementi che aggiungono una piacevole varietà alla battaglia, e che sottolineano l’ottimo lavoro sul fronte del level design di Triangle Strategy: ci sono arene dove poter sfruttare diversi ripari, la verticalità di alcune posizioni di attacco o vere e proprie trappole per ribaltare l’esito di uno scontro con poche mosse. Ovviamente non manca nemmeno la possibilità di visitare tra una fase e l’altra l’accampamento del proprio party, dove dedicarsi al potenziamento di eroi ed equipaggiamenti investendo denaro e materiali, entrambi reperibili come premi di missione e non solo. Azzeccata anche la possibilità di dedicarsi ad alcune battaglie immaginarie via via più impegnative, utili per progredire nei livelli e mettersi alla prova in situazioni di svantaggio sempre differenti e incalzanti.

La mappa di gioco è estremamente utile per decidere quando seguire la trama principale o le varie secondarie

Il trionfo della pixel art

Non possiamo che continuare con gli elogi anche quando si parla del comparto tecnico di Triangle Strategy e della riuscitissima riproposizione dell’HD-2D. Parliamo di una pixel art ricca di colori e dettagli, utile soprattutto per mettere in evidenza strutture imponenti, così come alcuni paesaggi naturali, senza dimenticarsi dell’ottimo livello raggiunto per i riflessi di acqua e fiamme, sia tra gli scorci paesaggistici, sia durante le evocazioni con la magia. Rispetto a Octopath Traveller ci sentiamo in realtà di notare un minimo passo indietro sul campo del puro confronto stilistico – soprattutto per il design di nemici che nel primo verteva più sul fantasy – ma rimane un lavoro incredibilmente curato e piacevole alla vista, oltre che accompagnato da arrangiamenti adatti in ogni situazione. Abbiamo giocato il titolo su Switch Oled principalmente in portabilità per apprezzare i dettagli sul nuovo pannello della console ibrida di Nintendo, ma anche su monitor non abbiamo registrato particolari problemi, e anzi confermiamo la solidità del frame rate fisso a 60 fps.

L’accampamento è fondamentale per potenziare i nostri eroi

Piccola, doverosa nota a margine anche per quanto riguarda il sistema di difficoltà introdotto nel gioco. A “normale” l’esperienza evolve senza particolari intoppi e solo nelle fasi più avanzate – superate le venti ore di gioco – si incappa in qualche situazione più difficile del solito. Per un livello di sfida più avvincente e impegnativo, agli appassionati consigliamo fin da subito la difficoltà massima. In entrambi i casi, comunque, rimane da elogiare la scelta di mantenere i punti exp guadagnati anche a seguito di battaglie che portano a una rovinosa sconfitta, con i successivi caricamenti che non lasciano mai quel senso di frustrazione legato a un trial and error spesso fine a sé stesso.

Alcuni personaggi fungono solo da supporto, altri sono essenziali come prima linea, mentre altri…

Commento finale

Triangle Strategy è un’esperienza imprescindibile per qualsiasi amante dei jrpg tattici a turni. Una trama non lineare, ricca di avvenimenti e personaggi, nella quale gettarsi senza pensieri e pronta per essere plasmata dalle nostre difficili scelte. Il tutto unito ad un combat system realizzato per piacere ai giocatori che amano pianificare le proprie mosse con calma, senza dimenticarsi di tendere la mano a chi cerca un’esperienza narrativa coinvolgente e poco impegnativa sul campo di battaglia. La pixel art è più viva che mai e nonostante alcuni piccolissimi inciampi, siamo sicuri di avere tra le mani, al netto di una folta concorrenza, uno dei migliori titoli del 2022. E siamo ancora agli inizi.

Pro
  • – Storia matura, ricca di sorprese e possibilità
  • – Bivi narrativi grazie alla bilancia risolutrice
  • – Party ricco di personaggi dalle personalità uniche
  • – Combattimenti a turni appaganti a qualsiasi livello di difficoltà
  • – L’esperienza non si perde mai
  • – Lo stile HD-2D è eccellente
Contro
  • – Le prime ore di gioco sono un po’ più lente del previsto
  • – Fasi esplorative molto limitate

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