Uncanny Valley

In fuga dai peggiori incubi

Si è da poco chiuso l’anno, ma le vecchie abitudini non si scordano mai. Per questo PlayStation continua i suoi servizi per gli abbonati al PlayStation Plus che anche nel 2018 potranno garantirsi una serie di titoli completamente gratuiti ogni mese. Tra i primi gioci del nuovo anno abbiamo due grandi colossi per PlayStation 4: Deus Ex: Mankind Divide e il sorprendente Batman: The Telltale Series, ma non manca un’indie che è poi il protagonista del nostro articolo. Uncanny Valley, sviluppato da Cowardly Creations e rilasciato per la prima volta nell’aprile 2015, si presenta come un survival horror con alcuni rompicapi, un po’ di esplorazione, qualche accenno di action, molti contenuti narrativi ma facoltativi che invogliano i giocatori a ricominciare più volte il titolo e un eccellente uso della pixel-art. Vediamo cosa ci aspetta.

La trama può sembrare alquanto forviante all’inizio, ma dopo la prima ora tutto risulterà più chiaro; interpreteremo Tom un ex poliziotto finito a svolgere l’incarico di custode notturno che è costretto a trasferirsi in un piccolo paesino per lavorare per una grande impresa. Fin qui sembra tutto normale, salvo che Tom soffre di narcolessia ed è tempestato da terribili incubi. Durante le varie fasi di gamepaly dove dovremmo semplicemente pattugliare l’edificio capiterà che Tom ci avvertirà di avere molto sonno e che è ul punto di crollare; in tal caso sarebbe meglio tornare immediatamente all’alloggio del protagonista, un piccolo Hotel appena fuori città, per farlo riposare al meglio. Nel caso in cui Tom non riesca a raggiungere il proprio letto, il nostro si accascerà a terra e saremo costretti a vivere i suoi incubi, cercando disperatamente una via d’uscita attraverso piccoli rompicapi non sempre intuitivi ma ben studiati; proprio in questi incubi appare il vero lato horror del gioco con la partecipazione di vari zombie o mosti vari, realizzati eccellentemente attraverso la pixel-art. Ogni volta usciti dall’incubo ci risveglieremo nella nostra stanza d’albergo per iniziare una nuova giornata di lavoro, starà a noi trovare il modo di interrompere questo loop attraverso qualche suggerimento ed eventuali inviti nel raggiungere un personaggio o un luogo. Sappiate solo che i colpi di scena sono davvero dietro l’angolo e la presenza di finali multipli possono invogliarvi a ricominciare il titolo modificando le vostre scelte d’azione in determinati frangenti.

A livello di gameplay ci troviamo davanti ad azioni davvero basilari. Potremo ovviamente muoverci lungo gli scenari bidimensionali, camminando o correndo per un piccolo tratto, raccogliere gli oggetti che ci verranno indicati dall’ambientazione, avremo una torcia per illuminare gli anfratti più scuri e qualora si riesca a trovarla, potremo impugnare una pistola con munizioni contate. Qui sta il grande difetto di questa uscita: trovare o meno la succitata pistola può limitare ulteriormente le azioni da compiere, così come crollare al suolo e affronatre gli zombie servirà unicamente per variare il finale, visto che essere catturati non danneggia la partita del giocatore. Questo magari non vedrà il finale migliore, ma menter si gioca non si capisce che senso abbiamo fuggire dagli incubi in cui precipitiamo visto che tanto per svegliarsi basta essere catturati. Questo chiarisce il perchè il gameplay non è di certo il motivo principale per avviare il titolo, ma al contrario le ambientazioni e il comparto sonoro garantiscono un’ottima immedesimazione grazie anche ad un design certosino e ad effetti di luci ed ombre perfetta per rendere ansiogena l’atmosfera di ogni buon horror. Un ulteriore merito inoltre va dato all’ottimo utilizzo dei 16:9 nelle stanze più piccole e alle inquadrature a grandangolo nelle stanze più grandi, tecniche che spezzano la routine e rendono più varia l’esperienza. Anche il comparto sonoro è notevole grazie ai repentini cambi musicali in presenza del pericolo oppure all’avvicinarsi di imminenti situazioni cruciali; nulla di troppo originale s’intende, ma la cosa funziona. Come ultima osservazione è da sottolineare che tutti i dialoghi (proposti come linee di testo e non doppiati) sono completamente ed esclusivamente in lingua inglese, fattore che potrebbe allontanare una parte di giocatori.

In conclusione, Uncanny Valley è un titolo che è stato sviluppato con in mente la componente artistica, sia essa visiva, sonora e narrativa, tralasciando però il puro divertimento e le meccaniche basilari per rendere piacevole l’esperienza. Non è un titolo adatto a tutti, sicuramente rivolto agli amanti degli horror che non disdegnano la pixel art, ma chi cerca un titolo più classico e aderente alle meccaniche degli anni ’80, resterà deluso. Se avete un abbonamento al PlayStion Plus scaricatelo e dategli una possibilità. Se però vi troverete a disinstallarlo dopo mezz’ora non sentitevi troppo in colpa perchè lo sviluppo lento e un po’ macchinoso basato sulla trama può comunque risultare pesante, specie se ci si aspettava un più semplice passatempo, magari basato su punteggi e hi-score.

Pro
  • – Lato artistico molto curato in tutti i suoi aspetti
  • – Buona rigiocabilità con finali differenti
Contro
  • – Gameplay abbandonato a se stesso e poco accattivante

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