In un periodo così denso di uscite di altissimo valore e titoli tripla A, sembra impossibile anche solo pensare di riuscire a ritagliare un po’ di tempo per un piccolo indie game che per di più affonda le sue radici in un genere decisamente di nicchia. Eppure, i ragazzi di Chucklefish sono riusciti nell’impresa di confezionare una piccola perla che è stata capace di catalizzare le nostre attenzioni e regalarci diverse ore di impegno e divertimento.
Wargroove e uno strategico a turni, disponibile su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One con una piacevole grafica in pixel art, a cui il talentuoso team britannico, già autore di Starbound, ha unito un pizzico di stile anime giapponese.
Sequel spirituale di Advance War, uno dei piu grandi classici per il mitico Gameboy Advance, Wargroove ripropone le medesime dinamiche di gameplay arricchendole con alcune ottime novità sul piano gestionale, capaci di conferire al titolo uno smalto tutto nuovo e più al passo con i tempi.
Ovviamente continua a trattarsi di uno strategico nudo e crudo adatto, senza alcuna ombra di dubbio, ad un pubblico decisamente predisposto ad una tipologia di gameplay lenta e ragionata.
Nonostante si tratti di un titolo indie, il team di sviluppo è riuscito ad inserire un numero davvero incredibile di modalità di gioco, tutte più o meno riuscite, e una serie di funzioni ed attività extra in grado di rendere l’esperienza di gioco longeva e decisamente appagante. Prima di addentrarci nell’analisi del comparto narrativo che anima la campagna single player e di sviscerare il complesso e assuefacente sistema di combattimento, vogliamo quindi parlarvi delle molteplici modalità di gioco presenti in questo piccolo grande indie.

La modalità regina e quella singolo giocatore, all’interno della quale è possibile scegliere fra tre differenti modalità. Infatti, oltre alla classica Campagna vi è una modalità chiamata Sfida in cui potremo scontrarci con diversi nemici in successione su diverse mappe. C’è poi la piacevolissima modalità enigmi che invece ci consentirà di risolvere una serie di enigmi ambientali sfruttando le nostre capacità di posizionamento strategico sulle mappe di gioco.
A supporto del single player vi è la modalità multigiocatore, la quale presenta a sua volta due sottocategorie. Il multiplayer in locale che consente di giocare con un amico al proprio fianco (ragazzi, giocate con un amico fidato non saprete più come fare per staccarvi dallo schermo) e un multiplayer online asincrono. In questo caso potremo quindi giocare con giocatori di tutto il mondo in scontri che assomigliano molto alle partite a scacchi a distanza in cui il nostro avversario può rispondere ad una nostra mossa quando più desidera, anche a distanza di giorni, ridandoci poi la possibilità di continuare con una nostra mossa. L’asincronia dona agli scontri un pathos davvero d’altri tempi ma al contempo rallenta i ritmi in modo davvero sostanziale.

Alle modalità di gioco in single e multiplayer si aggiunge l’interessante modalità di creazione e condivisione delle mappe e delle campagne. Feature davvero carina che saprà “rubarvi” diverse ore di gioco essendo molto appagante soprattutto nelle fasi avanzate del gioco, in cui saremo diventati inevitabilmente più capaci di intelleggere le mappe e di creare strategie di attacco e di difesa complesse e stratificate. A terminare il vasto catalogo di modalità e feature, si aggiunge una sezione denominata extra che invece contiene tutte le tracce della colonna sonora, le schede di tutti i comandanti, delle unità da combattimento e dei terreni di gioco. Quest’ultima sezione pone l’accento su quello che è stato il chiaro intento del team nello sviluppo di Wargroove, ossia quello di creare un’opera dall’alto valore strategico. Gli aspetti legati al gameplay, essendo stati quindi il fulcro del processo di sviluppo, hanno inevitabilmente tolto tempo e risorse ad altri aspetti della produzione.

Questo ci porta a muovere forse l’unica vera critica di peso che ci sentiamo di fare nei confronti di Wargroove. Ci riferiamo ovviamente al comparto narrativo che seppure goda di una direzione artistica molto ricercata, frutto come detto dell’unione di una piacevole grafica in pixel art e influenze di stampo nipponico, non riesce in alcun modo ad essere incisiva a causa di dialoghi spesso davvero troppo banali, una storia piuttosto semplice e un stile narrativo pesantemente sbilanciato su toni ironici, ereditato in modo piuttosto palese da Advance Wars, che smorza ogni velleità di coinvolgimento emotivo. In Wargroove vestiremo i panni della regina Mercia nella lotta contro una pericolosa armata di non morti capitanati da un carismatico negromante di nome Valder. Lungo la nostra avventura incontreremo numerose popolazioni e i loro relativi comandanti che saremo in grado di reclutare per rinforzare i nostri ranghi e affrontare la minaccia nemica. L’avventura e suddivisa in sei capitoli composti da un numero appena sufficiente di missioni principali e da una manciata di missioni secondarie che hanno lo scopo di consentirci di approfondire le dinamiche ruolistiche e di combattere quanto più possibile.La longevità non è quindi eccelsa ma procedendo con l’avventura, le missioni diventano piuttosto ardue e decisamente lunghe da completare. Wargroove è tutt’altro che difficile se giocato con attenzione e piglio tattico ma diventa ostico se giocato con superficialità soprattutto grazie ad una intelligenza artificiale mai banale e molto raffinata.A rendere tutto ingiustamente difficile c’è un sistema di progressione che non ci consente di usare i salvataggi manuali e che ci punisce con il massimo della pena in caso di errore fatale, costringendoci a ricominciare tutto da capo.

Il gameplay pesca a piene dalla tradizione dei giochi di ruolo in cui si hanno a disposizione 2 azioni per turno: un turno per compiere i movimenti, seguendo la classica scacchiera, e un turno per compiere azioni d’attacco o attesa. La fase di posizionamento e movimento delle truppe è fondamentale per avere la meglio negli scontri. In base alla tipologia di unità selezionata si potranno compiere attacchi differenti: con un arciere saremo ad esempio in grado di colpire nemici dalla distanza e non subire danni da contrattacco all’arma bianca mentre con i picchieri saremo in grado di compiere attacchi molto potenti solo se nelle immediate vicinanze del nemico. Ogni unità da combattimento ha sue specifiche caratteristiche, fondamentali per poter aver la meglio soprattutto negli scontri più lunghi; inoltre le sue statistiche ci consentono di capire contro chi potremo essere maggiormente efficaci e quali sono i nostri punti deboli.
Tali caratteristiche più le immancabili statistiche relative alle capacità d’attacco e difesa, influiscono in modo decisivo sulle strategie di combattimento e rendono la fase di pianificazione delle mosse sempre molto avvincente. Durante le battaglie sarà possibile conquistare avamposti, indispensabili per guadagnare le monete d’oro che serviranno poi a gestire i cosiddetti rincalzi. Tramite un menù gestionale, infatti, sarà possibile utilizzare il nostro denaro per aggiungere nuove truppe, combattenti e creature mostruose ai nostri ranghi. Se ad una prima superficiale prova il tutto può sembrare fin troppo schematico e semplice, in realtà dopo un paio d’ore di gioco ci si trova immersi in un gameplay davvero profondo in cui ogni truppa e ogni generale dovrà essere utilizzato con estrema intelligenza e inserito in una strategia ragionata e stratificata.

Giocare a Wargroove alla leggera, senza pianificare le mosse a medio e lungo termine e senza conoscere alla perfezione le vostre truppe, vi porterà inevitabilmente ad una sonora sconfitta. Gli scontri, come detto, posso diventare spesso lunghi e logoranti ma comunque sempre piacevoli da vivere anche grazie ai numerosi dialoghi, che spesso servono per dare consigli tattici utili a tirarci fuori da situazioni difficili. Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un ottimo titolo che fa un uso davvero splendido della pixel art nella sua forma più pura, senza tanti fronzoli e “fuochi d’artificio” ma comunque capace di riempire egregiamente anche gli schermi più grandi collegati alle vostre PS4. Le “cutscene” cambiano invece totalmente stile abbracciando uno stile anime molto ben fatto che però contrasta in modo troppo netto con la pixel art delle sessioni di gioco. Anche doppiaggio e musiche sono di buon livello e completano un quadro tecnico di prim’ordine per un titolo indie che ha il grande pregio di far riaffiorare i dolci ricordi legati ai pomeriggi spesi a giocare ad Advance Wars e Fire Emblem.

Wargroove é molto semplicemente un bellissimo gioco di ruolo a turni, impegnativo e divertente, con una campagna in single player un po’ troppo corta ma che però può contare su un gran numero di contenuti extra capaci comunque di garantire, a gioco finito, un sacco di ore di divertimento. Il multiplayer, sia in locale che online asincrono, è il fiore all’occhiello di una produzione che prende una formula di gioco decisamente attempata e fa di tutto, riuscendoci, per renderla attuale e godibile anche per un pubblico generalista. Un must per gli storici appassionati dei giochi di ruolo strategici a turni ma decisamente anche una piacevole sorpresa per chi a questo genere vuole provarsi ad avvicinare per la prima volta.
- – Tantissime modalidà di gioco ed Extra
- – Gameplay immediato ma anche decisamente stratificato
- – Si possono creare le proprie mappe e condividerle con la community
- – Stile grafico in Pixel Art davvero piacevole
- – Livello di sfida molto alto ma…
- – … sistema di gestione dei salvataggi e dei prograssi troppo punitivo
- – Narrativamente parlando piuttosto povero
- – Campagna principale un po’ corta
