Wo Long Fallen Dynasty – Recensione

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L’anno scorso, più o meno in questo periodo, il mondo impazziva per Elden Ring. Il soulslike di From Software si era aperto all’esplorazione facendo la felicità di tutti quei giocatori che volevano scoprire le sue sfide, a modo loro. Finalmente si saltava, ma il sistema di combattimento era bene o male quello già visto nei Dark Souls. Se quel combat system vi stava un po’ stretto, oggi arriva Wo Long Fallen Dynasty (qui su Amazon), gioco analogo nella teoria ma sviluppato da Team Ninja. Celebre per averci portato la serie di Ninja Gaiden e la serie soulslike Nioh, lo sviluppatore sembra aver mischiato tutte queste opere in un unico prodotto. Così facendo abbiamo un soulslike a livelli, che però ha un combat system tra i più frenetici ed esaltanti di sempre.

Storia accessoria

Francamente non ricordo un prodotto di Team Ninja che brilli per la trama. Forse sarebbe più giusto chiedersi se quel comparto è mai stato una loro priorità o se, probabilmente, tutto verte a creare un contesto per il gameplay. Dopo aver visitato il Giappone feudale con Nioh, stavolta lo sviluppatore ci porta in nel periodo della Cina dei Tre Regni. I Turbanti Gialli hanno appena saccheggiato un villaggio uccidendo tutti, eppure il nostro personaggio torna in vita e, inizialmente guidato da un giovane guerriero cieco, inizia la sua avventura.

Durante la storia incontrerete nemici e alleati, ma nessuno vi rimarrà particolarmente impresso

Incontrerà personaggi realmente esistiti, combatterà contro demoni e mostruosità di ogni tipo e cercherà di aiutare i suoi alleati per sconfiggere la minaccia. Come dicevo, la storia bene o male è tutta qua. Non mancano cut scene anche spettacolari ma la scarsa conoscenza di personaggi storici opportunamente rivisitati non permette mai di immedesimarsi con un protagonista che, anche stavolta, non parla mai. Si va avanti di livello in livello, ci si potenzia e ci si diverte, ma non è la storia che invoglia a proseguire.

Action o soulslike? Entrambi

Intanto va precisato che Wo Long potrebbe quasi non sembrare un soulslike. Ci sono punti dove potenziarsi e da dove ripartire, rappresentati da bandiere da issare, la difficoltà è sempre notevole, ma l’impressione di essere davanti ad un Ninja Gaiden piuttosto che ad un Nioh (senza scomodare Dark Souls) è grande. Come in Nioh gli stage sono mappe chiuse e ben distinte, ma qui potrebbero sembrare ancora più lineari.

Se è un bene o un male dipende dal vostro gusto. Nel mio caso ho apprezzato come la navigazione all’interno della mappa fosse meno dispersiva, perché permette di concentrarsi maggiormente sui combattimenti, vero fulcro di tutta l’esperienza. Ci sono scorciatoie da sbloccare aprendo porte o sganciando scale, ma sembra quasi che gli sviluppatori vogliano indicare sempre la via principale, nascondendo qua e là bandiere secondarie che comunque aiuteranno chiunque le troverà.

Una delle tante bandiere da issare che funziona come i falò nei classici Dark Souls

Pregare ad una della bandiere principali farà ricomparire i nemici già eliminati, così da poter farmare un po’ di esperienza, ma non mi è sembrata una pratica necessaria. Aiuta anche il fatto che essere sconfitti non fa perdere tutta l’esperienza guadagnata, ma solo la metà, permettendo comunque di recuperare l’altra metà da nemico che ci ha eliminato. Morire inoltre significa perdere punti Morale, una sorta di potenza che influenza i nostri colpi e quelli dei nemici. Trovare le bandiere secondarie alza sempre più il livello di valore minimo da qui ripartirete, aumentando quindi le vostre possibilità di sopravvivenza.

Combattere contro questo mostro con l’aiuto di alleati rende l’esperienza meno frustrante

Inoltre si possono sfruttare in battaglia NPC guidati dalla CPU, utilissimi per aiutarci in alcune fasi più complesse o contro i boss. Non sono performanti come giocatori umani (comunque richiamabili), ma permettono di studiare meglio il terreno di scontro. Tutte queste piccole differenze, da sole sembrano poca cosa, ma messe insieme formano un gioco diverso dal solito soulslike, rendendo Wo Long Fallen Dynasty, più un action RPG, con la parola Action, ben sottolineata.

Combattere è un’arte

Senza girarci ulteriormente attorno, Wo Long Fallen Dynasty è un gran gioco d’azione. Lo si capisce già dalla disposizione dei tasti che ci permette di attaccare con i più comodi pulsanti frontali al posto dei dorsali usati nei soulslike. Colpi standard e colpi potenti si affiancano ad un tasto per saltare e uno per deviare i colpi in arrivo. Con il dorsale sinistro potrete anche entrare in posa difensiva, parando i colpi standard, ma presto dimenticherete questa funzione per abbracciare totalmente la deviazione deputata al tasto cerchio su PlayStation o B su Xbox.

Una deviazione riuscita sarà segnalata da questo bagliore. Deviando colpi potenti e imparabili otterrete un’ulteriore animazione e maggiori vantaggi (ma correte più rischi).

Premere questo pulsante un attimo prima di essere colpiti ci offre due vantaggi: intanto sbilancia l’avversario e lo apre ai contrattacchi e in secondo luogo fa aumentare la nostra barra dello spirito. Questa è una grande novità che semplifica la gestione degli scontri migliorando il classico sistema della barra della resistenza.

La barra dello spirito

Nei soulslike ogni colpo eseguito fa calare la resistenza. Una volta esaurita siamo in balia dei nemici. La barra dello spirito invece può andare in attivo e in passivo, permettendoci per esempio di eseguire subito un colpo potente che porta la barra verso sinistra (passivo), per poi mandare a segno qualche colpo standard che non consuma la resistenza e che anzi fa screscere la barra dello spirito in positivo e verso destra. Portarla in positivo significa avere più stamina da usare per attivare mosse speciali, ma anche magie.

Lo skill tree della fase acqua offre proiettili di ghiaccio ma anche bonus alla barra dello spirito

Queste, sbloccabili da cinque diversi skill tre legati ad elementi naturali come legno, fuoco, acqua, metallo e terra possono essere usate spendendo barra dello spirito. Bisogna poi considerare che questa barra tende a ritornare in posizione neutra se non la si sfrutta, rendendo così l’uso delle magie o delle mosse speciale equilibrato durante un combattimento, ma nuovamente utilizzabili senza restrizioni non appena lo scontro è finito.

La libertà di scatenarsi è quindi assoluta e trovare il proprio ritmo, così come sperimentare, è sempre possibile. Ovviamente bisogna fare io conti con i nemici, umani e creature più o meno complessi e dalle animazioni molto variabili. Imparare a riconoscere le tempistiche di un attacco, specie se composto da più colpi in serie, diventa fondamentale e richiede molta attenzione. La varietà non è enorme e molti umani tendono a ripetersi, ma la sfida non è mai in discussione.

Cosa cambia rispetto al solito

Rispetto a Nioh sono sparite le diverse posizioni alte, medie e basse delle armi. Come dicevo questo non ha banalizzato gli scontri, ma ha permesso di renderli più immediati e viscerali. Qualcuno potrebbe notare che il sistema di deviazione degli attacchi era già stato usato da Sekiro, altro soulslike di From Software ambientato tra l’altro in un Giappone feudale alternativo. Vero, ma quello che rende migliore il combattimento di Wo Long Fallen Dynasty è che qui la deviazione è più leggibile. Non più semplice da eseguire, attenzione, ma più chiara nel modo in cui è rappresentata.

Abbiamo appna deviato un colpo potente, calciato via l’aggressore, aumentato la nostra barra spirito e svuotato la sua. Giornata piena!

Inoltre se in Sekiro si avanzava unicamente con la katana, qui le armi sono tante e ben diversificate, da martelli ad asce, doppie spade e aste. Scoprire la vostra preferita sarà un gioco nel gioco, anche grazie al sistema di loot che torna da Nioh. In questo caso purtroppo torna anche il suo voler riempirvi le tasche con oggetti inutili che richiedono di fermarsi saltuariamente per mettere in ordine il proprio equipaggiamento.

Potrete vendere quello che non serve o… offrirlo a simpatici spiriti a forma di panda che si mangeranno quello che gli darete per poi offrirvi qualcosa di più o meno prezioso. Potenziamento del personaggio statistiche e gestione del peso dell’equipaggiamento sono invece in linea con quello che abbiamo appreso dai vari soulslike, senza variazioni significative.

Comparto tecnico

Il comparto tecnico di Wo Long è ben sviluppato se lo si guada nel complesso. Le ambientazioni vanno dal discreto al buono, proponendo qua e là qualche scorcio da cartolina che però dimenticherete al primo scontro. Soffermandosi sulle animazioni e sulla velocità di 60 fps che ci accompagna in ogni occasione, l’impatto generale aumenta notevolmente.

Uno dei primi boss. Imparare a gestire le tempistiche delle sue cariche sarà fondamentale e vi addestrerà agli scontri futuri.

Il grande lavoro svolto per ricreare le mosse che eseguirete e gli effetti speciali che produrrete tra deviazioni e magie, diventa evidente e impossibile da ignorare. La parte audio si comporta bene rimanendo fedele ai suoni tipici del genere. Durante le battaglie più veloci riescono a far sentire davvero il combattimento. Buono il doppiaggio che comprende inglese, giapponese e cinese, mentre i testi sono tutti in italiano.

Commento finale

Wo Long Fallen Dynasty è un gioco d’azione concettualmente semplice, composto da livelli da attraversare e da nemici da sconfiggere. La curiosità di vedere cosa nascondono le varie strade di un bivio c’è, ma è la lotta che rende tutto migliore. L’agilità del protagonista rende più dinamico ogni momento, e quando si incrociano le spade, anche con nemici minori l’adrenalina sale.

Chi tra voi vuole un mondo aperto, esplorabile e libero da vincoli può continuare a dedicarsi ad Elden Ring senza remore, ma chi vuole battaglie in cui riflessi e istinto sono fondamentali, dovrebbe proprio dare una possibilità a Wo Long Fallen Dystasty. Più immediato di Nioh, ma sempre complesso e appagante, può essere scaricato senza costi aggiuntivi dai possessori del Game Pass, sia su Xbox, sia su PC. In questo caso provarlo è fortemente consigliato.

Pro
  • – Veloce e adrenalinico
  • – Combat System esaltante
  • – Tante armi da usare
  • – Semplificato nei controlli
  • – Difficile come sempre
  • – Fluidità estrema in ogni situazione
Contro
  • – Storia accessoria
  • – Esplorazione limitata all’interno di livelli
  • – Sistema di equipaggiamento da rivedere

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