Wonder Boy: Asha in Monster World – Recensione

Un nuovo, allegro remake per la serie di SEGA

Da qualche anno la serie di Wonder Boy si è riaffacciata sui nostri sistemi grazie ad alcune riuscitissime operazioni di remake. Il primo ad arrivare fu il bellissimo Wonder Boy: The Dragon’s Trap, rifacimento ad opera di DotEmu del terzo amatissimo episodio. Ora, dopo la bellissima parentesi di Wonder Boy and The Cursed Kingdom, ci troviamo a rivivere un altro remake, stavolta dedicato al quarto e ultimo episodio della saga. Con Wonder Boy: Asha in Monster World cambiano alcune dinamiche storiche della serie, ma la sua piacevolezza rimane immutata.

L’originale Monster World IV usciva nel 1994 e non è che in quel periodo ci si spremesse troppo per creare una storia particolarmente avvincente. Oggi come allora vestiremo i panni di Asha, una giovane dai lunghi capelli verdi piuttosto combattiva, che partirà dal suo villaggio per salvare quattro spiriti elementali. Arrivati nella città di Rapadagna, dovremo poi sbloccare le quattro porte che ci apriranno gli altrettanti stage che nascondono al loro interno lo spirito da salvare. Dopo una prima fase introduttiva che comunque ci mostra diverse dinamiche di base e ci fa scoprire un level design che si sviluppa in orizzontale ma anche in verticale, la città di Rapadagna fungerà da hub in cui fare acquisti e potenziarsi dopo aver raccolto monete d’oro in giro per gli stage. La procedura e la prosecuzione all’interno del gioco è quindi molto più lineare e strutturata rispetto ai precedenti Wonder Boy, visto che solitamente si esplora la città cercando la chiave per aprire lo stage successivo, lo si raggiunge e lo si supera e poi si ritorna nell’hub che, nel frattempo, avrà cambiato qualche carta in tavola e ci permetterà di ottenere la chiave successiva.

Se avete amato i precedenti Wonder Boy, magari tramite i recenti remake, tenete in considerazione la maggiore linearità della storia, visto che i livelli, pur contenendo tesori segreti e Gocce di vita che aggiungeranno sempre più cuoricini alla vostra salute, si leggono subito abbastanza facilmente. Non mancano però enigmi interessanti e modi di interagire con alcuni elementi dello stage, e qui entra in scena il vostro compagno Pepelogoo. Questa creatura che otterrete poco dopo essere giunti nella città principale, si dimostra utile per attivare interruttori, per assorbire gocce di lava mentre lo trasportate sulla vostra testa, per salirci sopra usandolo come ascensore sopra ad un geyser, e in tanti altri modi. Capire come sfruttarlo è interessante e divertente, ma lo è un po’ meno quando si capisce che bisogna sfruttare la sua presenza per effettuare doppi salti. Questa dinamica da sempre immediata, qui diventa un po’ più macchinosa visto che per eseguirla dovremo prima aver richiamato il nostro amico volante premendo un tasto. Solo dopo averlo afferrato sopra la nostra testa potremo sfruttarlo per eseguire un doppio salto ma, nel caso ci serva saltare ancora, dovremo procedere nuovamente con l’operazione di richiamo. Per fortuna il level design non richiede un uso intensivo e frenetico di questa mossa, ma ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi a questa strana meccanica.

L’altra parte del gameplay deriva dal combattimento. Asha potrà comprare diverse spade, scudi e bracciali durante la sua avventura ma a parte alcune difese elementali, il numero di cuori per la salute e la potenza d’attacco, non ci sono vere e proprie rivoluzioni in quello che è un inventario molto semplificato. L’attacco con le spade per esempio può essere eseguito orizzontalmente, verso l’alto e, se si è in volo, anche verso il basso. C’è poi un colpo speciale che infligge più danni del solito e che si carica dopo aver danneggiato un numero variabile di mostri, ma in generale, non c’è molto altro. Ad esclusione dei boss che sanno essere divertenti da affrontare, i mostri standard agiscono in modo piuttosto basilare. Il loro pattern d’attacco solitamente è chiaro dopo pochi secondi e prevedere le loro mosse è questione di un attimo. Ciò non vuol dire che talvolta il loro posizionamento non sia in grado di creare problemi, ma gli unici che sono riusciti ad azzerarci la vita sono stati i boss e qualche miniboss. Per evitare frustrazioni, si è pensato di inserire un nuovo sistema di salvataggio che ora non richiede più di parlare con un anziano saggio che troverete comunque un po’ dappertutto, ma attraverso il menu di pausa e una dozzina di slot. Questa è una delle poche modifiche apportate al gioco originale, potendo quindi dimostrare una fedeltà quasi assoluta nella stragrande maggioranza di ambientazioni e situazioni.

Quello che ovviamente è cambiato è il comparto tecnico. La grafica di questa nuova produzione targata Artdink è completamente in 3D, scelta fatta per agevolare le sezioni in cui ci si muove in profondità negli stage. Il cel shading rimanda comunque un ottimo effetto e alcune sequenze avvicinano moltissimo il design ad alcuni anime come Dr.Slump. I problemi si fanno però sentire quando si tratta di ambientazioni e nemici. La città di Rapadagna non ha lacune, con il suo design arabeggiante, ma alcuni stage, quando propongono grotte o foreste, mostrano il fianco ad un design un po’ piatto e non propriamente all’avanguardia. Anche i mostri non sono particolarmente numerosi e in diversi casi il loro aspetto si diversifica unicamente dal colore. Nulla da dire su boss e miniboss che invece si propongono come vari e ben disegnati. La parte audio è notevole, con motivetti riarrangiati che rallegrano e aumentano la godibilità dell’opera, mentre la traduzione dei testi in italiano mostra fin da subito alcuni piccoli errori di battitura. La traduzione è comunque valida e queste imprecisioni non danneggeranno in alcun modo la vostra avventura.

Wonder Boy: Asha in Monster World non ha la potenza dei due titoli usciti qualche anno fa e se lo chiedete a me, neanche l’originale riusciva a replicare quanto di buono fatto da Wonder Boy III. Sta di fatto però che questa nuova produzione funziona e diverte grazie ad una sfida bilanciata, alcune dinamiche inedite e una simpatia di fondo che lo rende un valido acquisto. Se lo giocate dopo aver finito i due precedenti titoli potrebbe sembrarvi meno rifinito e più semplice, ma se lo giocate come titolo a sè stante, senza fare paragoni, saprà regalarvi alcune ore spensierate e allegre. Non dura moltissimo, ma diverte dall’inizio alla fine e può essere giocato senza problemi anche da figli e nipoti dai 7 anni in su. Vi ricordiamo che potete acquistare il gioco, pubblicato da STUDIOARTDINK, in digitale sugli store di PlayStation e Nintendo o in versione fisica, pubblicato da ININ Games. Quest’ultima versione contiene anche il codice per scaricare la versione digitale dell’originale Monster World IV di cui Asha in Monster World è appunto il remake.

Pro
  • – Gameplay bilanciato tra action e platform
  • – Si gioca con piacere dall’inizio alla fine
  • – Dinamiche semplici ma funzionali
  • – Comandi reattivi
  • – Diversi miglioramenti tecnici
Contro
  • – Il remake è anche troppo fedele all’originale
  • – Nemici standard un po’ banali
  • – Alcuni sfondi poco rivitalizzati
  • – Il gameplay non raggiunge le vette di altri Wonder Boy

Ultimi articoli

Ultime news

Questo sito utilizza cookie, anche di proprietà di terze parti, che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell’utente. Continuando la navigazione si considera accettato tale uso. Leggi l’informativa cookie: in essa sono indicate anche le modalità con cui potrai disabilitarli in qualsiasi momento.