Saltiamo sulla macchina del tempo per tornare all’Azeroth del 2004
Come sappiamo Blizzard si assicura di trattare i proprio prodotti in modo accurato, creando attorno ad ognuno di loro un franchise ben studiato. World of Warcraft per questo rappresenta forse il brand di maggiore successo della casa statunitense, tanto che dal suo primo rilascio ad oggi i giocatori attivi sono milioni da tutto il mondo e non per niente è stato anche realizzato un film sulle vicende di Azeroth. Quest’anno cade il quindicesimo anniversario del rilascio del primo World of Warcraft e quale strategia di marketing meglio studiata se non rilasciare nuovamente tale versione? ed è quindi con grande piacere che il 27 agosto abbiamo messo le mani su World of Warcfrat: Classic.
Blizzard ci regala un viaggio temporale di quindici anni per tornare dove tutto è cominciato: un posto oggi molto affollato, ma sempre bellissimo!
Blizzard ci sa fare, l’abbiamo detto e continueremo a ripeterlo, perché World of Warcfrat: Classic non è da considerarsi un gioco, ma un vero è proprio evento targato “nostalgia”. Il titolo è stato rilasciato gratuitamente per tutti coloro che possiedono l’abbonamento all’attuale World of Warcraft (12,99 euro per un singolo mese), ma non si tratta di un DLC aggiuntivo, bensì di un vero e proprio gioco a parte. Nel menù del portale di gioco, infatti, si può decidere se iniziare a giocare alla versione recente di World of Warcraft oppure alla modalità classica. Questa versione è a tutti gli effetti la prima rilasciata nell’ormai lontano 2004 da parte di Blizzard, per essere precisi quella con la seconda patch di aggiustamenti al gioco, la grafica è la stessa, la modalità di gioco è la stessa, tutto è identico a quindici anni fa; per questo il titolo non è disponibile in italiano e le varie voci del menù hanno un’impostazione che possiamo definire tranquillamente “vintage” rispetto ad oggi.

Per tutti quelli che in questi anni non si sono mai avvicinati a questo mondo dovete sapere che World of Warcraft è un MMORPG, ovvero una tipologia di gioco incentrata solo ed esclusivamente alla crescita e miglioramento del nostro avatar, è presente una narrativa di fondo, una delle più belle e vaste nel mondo videoludico, ma lo scopo del titolo e dei vari giocatori che partecipano a World of Warcraf è quello di migliorarsi sempre di più ottenendo oggetti e ricompense dal valore sempre più elevato, per creare un proprio alter ego imbattibile. Nella creazione del proprio personaggio prima di tutto dovremo scegliere la fazione a cui appartenere tra Orda e Alleanza, all’interno di queste sono presenti delle razze uniche e sotto ad ogni razza si può scegliere una classe esclusiva che ne determinerà le abilità e tipologia di combattimento; per fare qualche esempio nell’Alleanza si può interpretare un elfo della notte ladro, mentre dalla parte dell’Orda un non morto guerriero. A seconda delle caratteristiche scelte per il nostro personaggio la nostra avventura inizierà in una determinata parte del regno di Azeroth, sotto il comando di una delle autorità di rilievo nel conflitto che si sta svolgendo; sempre per citare qualche esempio, gli elfi della notte sono sotto la guida di Malfurion mentre i non morti sotto il comando del Re dei Lich. Iniziare a raccontare la lore del mondo di World of Warcraft non basterebbero dieci articoli, per questo i più curiosi possono consultare, oltre ai giochi, vari libri e fumetti sempre targati Blizzard, moltissimi siti dedicati e sparsi nel web.

Il gameplay, nonostante si tratti ormai di un gioco datato, è invecchiato nel migliore dei modi, senza nulla da invidiare alle più attuali uscite del genere. Ci muoviamo con WASD, intercettiamo un nemico con il tasto sinistro del mouse e interagiamo tramite il tasto destro, inoltre il nostro avatar ha delle abilità speciali eseguibili tramite i tasti numerati: queste all’inizio della nostra avventura saranno limitate, ma con l’avanzare dei livelli diventeranno sempre più numerosa e la loro potenza aumenterà notevolmente. L’esecuzione di queste abilità è limitata dal nostro livello di energia (barra presenta sotto quella dei punti vita), la quale si ricaricherà col tempo durante lo scontro. Altra cosa fondamentale per il nostro personaggio sono gli equipaggiamenti: ogni personaggio inizierà con degli oggetti base e ne potrà ricevere di migliori completando le moltissime missioni fornite dai vari NPC del mondo di gioco, oppure nei combattimenti, dove ogni nemico una volta sconfitto lascerà cadere qualche piccola ricompensa. Proseguendo di questo passo il nostro livello crescerà, con esso il nostro equipaggiamento e anche la difficoltà delle quest proposte. Il livello massimo di perfezione del personaggio dipende solo da voi, ricordando sempre che è possibile creare più avatar e quindi avere diverse esperienze di gioco provando differenti classi.

Sembra essere tutto rose e fiori, ma c’è anche una nota dolente in questo World of Warcraf: Classic e sono i server. Come ho detto in precedenza questo titolo è stato un vero e proprio evento e forse neanche Blizzard si aspettava un afflusso così massiccio nell’Azeroth del 2004. Nei primi giorni trovare un server con un posto libero per iniziare a giocare non è stato così facile, con code di attesa anche di 45 minuti, con il rischio di essere disconnessi per i troppi giocatori collegati. Una volta entrati ci si è trovati in una situazione dove tutti erano impegnati nello svolgimento delle stesse missioni e la cosa ha avuto ripercussioni non piacevoli, con gare a chi uccide prima il lupo di turno e con conseguenti e ulteriori attese per completare una della prime quest richieste. Per ovviare il problema è sempre possibile creare un party dove gli obiettivi sono condivisi (e quindi i tempi vengono notevolmente ridotti), ma se una persona vuole godere di un’esperienza singola la situazione può anche risultare frustrante. Avanzando poi con il gioco questo fatto è andato un po’ scemando, ma non più di tanto, i server sono ancora piuttosto intasati, e per i nuovi giocatori in particolare, non è un fattore piacevole. Sarebbe quindi utile da parte di Blizzard aumentare il numero di server per avere una distribuzione più equilibrata dei giocatori che oggigiorno sono triplicati se non di più rispetto al primo, originale rilascio di World of Warcraft.

Per quanto riguarda il comparto tecnico e sonoro, stiamo parlando di un gioco datato e tutto è rimasto tale e quale ai tempi passati. Si tratta quindi di un ottimo retro-game per i più nostalgici e una buona esperienza per chi non ha mai provato il titolo originale. Un altro punto a favore di queste caratteristiche è che le specifiche minime per poter giocare sono veramente tra le più comuni quindi qualsiasi persona che possiede un computer di fascia media, ma direi anche medio bassa, può giocare ed entrare in questo magico portale temporale. Come detto all’inizio però, il gioco non possiede la traduzione in lingua italiana; quindi, è necessaria una minima conoscenza dell’inglese per apprezzare al meglio il titolo, non è da escludere però il fatto che Blizzard possa rilasciare qualche piccolo aggiornamento per ovviare queste piccola accortezza, visto che comunque è già tutto pronto e basterebbe tirare fuori l’update dove inserirono la lingua italiana ed applicarlo a questa versione. Nonostante ciò, vivere il gioco in lingua originale ha sempre il suo fascino, come le musiche che donano epicità al titolo come in passato.

Concludendo, World of Warcraft: Classic è sicuramente un ottimo prodotto che ha reso entusiasti i fan della serie ed è un’ottima idea per avvicinare quei giocatori che al tempo non hanno potuto giocare il titolo originale per i più disparati motivi. C’è comunque da dire che queste due tipologie di giocatori hanno recepito il titolo il due modi differenti: i più affezionati sicuramente hanno sorvolato sui tempi di attesa al day one e sull’affollamento dei server, mentre gli altri potrebbero essere rimasti infastiditi da questi fatti. Oggettivamente però ci troviamo di fronte ad uno degli MMORPG che hanno fatto la storia del genere, da cui molti altri successivamente hanno preso spunto per la creazione del loro prodotto; quindi, poter ritornare a quel tempo è anche da considerarsi un privilegio ed un’esperienza da non sottovalutare. Blizzard senza dubbio avrà già recepito i feedback della community e starà lavorando per accontentare tutti, ma per ora farsi un mese di villeggiatura nell’Azeroth del 2004 non ha un costo così proibitivo. Per questo, al netto di alcune meccaniche e interfacce decisamente vintage e migliorate con i successivi update, vi consiglio di farvi un giro in questo mondo, se non altro per vivere una lezione di storia del mondo dei videogiochi.
- – Gioco praticamente infinito
- – Fattore nostalgia sempre presente
- – Alla portata di qualsisi PC
- – Un’ottima opportunità per chi non ha potuto giocare l’originale
- – Assenza della lingua italina
- – Server affollati

Ti potrebbero interessare anche...:





