World War Z – Recensione

Il mondo invaso dagli zombi non è più una novità, così come non può esserlo un tie in che arriva sul mercato in ritardo di sei anni dal film a cui si ispira. World War Z non è però una riproduzione più o meno accurata delle gesta di Brad Pitt nel film del 2013, né tanto meno si ispira al libro di Max Brooks da cui tutto ha avuto inizio: la sua fonte di ispirazione principale è infatti quel Left 4 Dead tanto amato dai videogiocatori di 10 anni fa e da cui ha preso molto più di un’idea. Così, ricordandoci la modalità Zombie di Call of Duty e un’avventura cooperativa survival con più giocatori, ci troviamo a vivere quattro fughe da quattro diverse città in un titolo venduto a prezzo budget che punta a farci combattere come forsennati contro orde di zombie inferociti, rapidissimi e organizzati.

Pur con lo stesso nome del film e mettendo bene in mostra il logo della Paramount all’avvio, gli sviluppatori Saber Interactive hanno creato quattro storie inedite che raccontano tutte una specifica fuga di quattro elementi attraverso strade e aree nelle città di New York, Gerusalemme, Mosca e Tokyo. Con undici livelli in totale (che a detta degli sviluppatori dovrebbero ampliarsi in futuro fino a raggiungere le venti unità), avremo altrettanti percorsi che ci chiederanno di andare dal punto A al punto B, cercando di preservare la nostra salute e quella dei nostri compagni, affrontando i tanti zombie che ci troveremo davanti.

All’interno di questi livelli ci saranno fasi in cui saremo in movimento verso l’obiettivo ed altre in cui saremo costretti a fermarci per organizzarci e affrontare orde fameliche in arrivo. Queste situazioni sono studiate per creare qualche grattacapo ai giocatori, ma non mancano postazioni fisse da raccogliere e piazzare o potenti armi nei dintorni in grado di fermare con efficacia la minaccia. Spesso infatti, i giocatori si trovano in posizione sopraelevata rispetto agli zombi, obbligandoli a creare la piramide umana vista nel film che permette loro di raggiungere postazioni sopraelevate ma lasciandoli alla mercè delle potenti armi che probabilmente avrete raccolto lì intorno.

Si arriva così in fretta al primo problema di World War Z, ossia una semplicità abbastanza marcata che permette di completare tutte e quattro le storie principali in cinque ore, con una media di 25 minuti a livello. Questa situazione non migliora nemmeno selezionando i livelli di difficoltà più alti (si va da un minimo di 1 ad un massimo di cinque), poiché in quei casi è consigliabile avere un personaggio con un livello di esperienza più elevato, pena la frustrazione di imbattersi in nemici artificialmente troppo forti e non effettivamente migliori per capacità o per via di situazioni diverse e più complesse. Come potete notare la durata non è delle migliori, ma a questo si aggiunge una qualità della trama che potremmo definire eterea: i dialoghi in inglesi, sottotitolati in italiano lasciano il tempo che trovano in ogni situazione, apparendo più come scambi di battute tra i protagonisti che come un modo per approfondire la vicenda. C’è chi vuole solo scappare, chi salvare alcuni sopravvissuti e chi purificare la propria città con un levale gas, ma in generale, si procede di obiettivo in obiettivo senza differenze concrete.

Il gameplay di World War Z si basa quindi su sparatorie continue, con armi di varia qualità ed efficacia da trovare e fare proprie. Il feeling è molto arcade, ma la fisica dei colpi, seppur tutt’altro che precisa, si comporta egregiamente, con zombi che vengono spinti all’indietro, in aria o semplicemente perdono pezzi. Il loro modo di attaccare è quello di dirigersi a tutta velocità contro i giocatori senza alcuna strategia (sono zombie dopotutto) ma diventano una minaccia grazie alle loro tipologie speciali e agli assalti in massa. Le tipologie non inventano nulla che non si sia già visto nel classico Left 4 Dead, con colossi corazzati, nemici che saltano e altri che emettono gas velenosi; è però interessante notare che queste tipologie continuano a funzionare benissimo tutt’oggi rendendo le esplorazioni in solitaria molto ma molto pericolose. Per quanto riguardo la massa di zombie invece ci troviamo davanti una messa in scena estremamente spettacolare, con sciami di creature che spuntano fuori dal nulle e invadono lo schermo con la loro presenza. Essere accerchiati significa fare una brutta fine ma, come dicevo, se si sfruttano le armi, i momenti in cui si arrampicano e si collabora all’unisono, non si hanno grossi problemi (livelli di difficoltà più alti permettendo).

Vista la brevità delle quattro avventure, la rigiocabilità di World War Z è data dal voler tentare la sorte a difficoltà più alte e dal voler potenziare tanto le armi quanto le sei classi a disposizione. Facendo fuori zombi con un’arma acquisirete punti esperienza per quell’arma, utili per sbloccare le sue variabili più potenti e che troverete quindi durante i livelli. Un sistema che invoglia a provarle tutte e che offre delle frequenti ricompense. Le classi salgono anch’esse di livello e a ogni level up sbloccano u talento extra che andrà poi acquistato con la valuta in game (la stessa con cui si sbloccano le varianti delle armi). Sia che vogliate stare nelle retrovie a curare i feriti, sia che vogliate supportare la squadra con munizioni o con assalti all’arma bianca, avrete modo di divertirvi, potenziando una classe che poi potrà essere applicata a ciascuno dei sedici protagonisti delle storie, aventi unicamente il ruolo di skin. Chi però non si accontenta di collaborare, può scegliere di affrontare anche la modalità multi giocatore competitiva, con una serie di modalità abbastanza tipiche per uno sparatutto in terza persona, corredate però dalla presenza degli zombie. Qui le classi aumentano di numero e seguono un level up tutto loro che permette comunque di allungare la longevità del titolo, oltre a fornire valuta in game da spendere anche nella cooperativa.

Pur senza essere una grande produzione, World War Z se la cava discretamente bene anche sul versante tecnico. Non mancano compenetrazioni poligonali, così come zombi che spariscono una volta uccisi per evitare di pesare sul motore del gioco, ma in linea di massimo il titolo sa accompagnarci in un giro del mondo sanguinolento ma riuscito. Le città e le aree in cui ci muoveremo si differenziano tutte tra loro e questo aumenta il senso di scoperta in un gioco comunque sempre guidato da indicatori che ci dicono dove andare e cosa fare. Molto valido anche il sonoro, non tanto per il doppiaggio comunque discreto o le musiche, quanto per il suo modo di gestire i rumori ambientali, offrendoci la possibilità di individuare le minacce nascoste tendendo bene le orecchie. Infine vi segnalo che il gioco dà il suo meglio online, con giocatori che, seppur sconosciuti, si sono sempre dimostrati affidabili. Per la cronaca è possibile giocare anche offline, ma in questo caso i BOT che vi accompagneranno saranno principalmente delle guardie del corpo, lasciando a voi qualsiasi compito che vada oltre al seguirvi ed eliminare gli zombi a portata. Il bello è che se si gioca online, non sarete obbligati ad iniziare una missione con un gruppo al completo, ma potrete iniziare con i BOT e, se qualche giocatore si collegherà alla vostra partita, lo vedrete prendere il comando di una delle intelligenze artificiali alleate.

World War Z sa regalare dei bei momenti a chi cerca un’avventura zombie in cooperativa, figlia del mai troppo lodato Left 4 Dead. Le missioni per ora sono solo undici e non particolarmente lunghe, i livelli di difficoltà più alti sono un po’ artificiali e la minaccia zombie non è sempre adeguata, però chi vuole staccare la spina e sparare a tutto quello che vede, qui può trovare una buona soluzione, anche grazie a dinamiche semplici e ad un comparto online davvero valido e ben riuscito che non dimentica nemmeno la parte competitiva. Il prezzo budget di 40 euro è sicuramente equo e, se non siete giocatori che si accontentano di una sola run, ma vogliono potenziare armi e classi, avrete il vostro bel da fare. Se poi avete alcuni amici con cui divertirvi, avete trovato un gioco che saprà farvi collaborare come non succedeva da un po’. L’importante è che non cerchiate una qualche storia e soprattutto originalità.

Pro
  • – Cooperativa ben sfruttata
  • – Una marea di zombie
  • – Miglioramento di classi e armi
  • – Matchmaking ottimo
  • – Buon comparto grafico e sonoro
  • – Prezzo Budget
Contro
  • – Undici missioni sono poche
  • – Storia praticamente assente
  • – Poco originale
  • – IA basilare

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