Xenoblade Chronicles 2 – Recensione

JRPG e Nintendo Switch non potrebbero intendersela meglio. Avere un gioco lunghissimo da decine e decine di ore che può essere portato con noi, rompe quella barriera che da sempre ci ha obbligato ad accamparci davanti alla TV, consentendoci di inframmezzare quel tempo con partite più brevi che magari non serviranno per mandare avanti la storia, ma ci faranno accumulare esperienza che di certo non sarà sprecata. Oltre a questa caratteristica che lo rende speciale attraverso l’hardware su cui funziona, Xenoblade Chronicles 2 è un gran gioco anche per meriti propri che confermano la sua grande importanza e qualità all’interno di un genere che in questi anni non ha sempre colpito nel segno.

Se non avete mai giocato ad uno Xenoblade Chronicles, vi starete chiedendo se ha senso iniziare da questo capitolo numero 2. Come con i Final Fantasy, la serie di MonolithSoft  racconta sempre storie inedite che si concedono solo qualche cenno al passato. Non avere incontrato Shulk o non aver mai messo piede sul pianeta Mira (qui la nostra recensione della Definitive Edition), non compromette una storia che riporta in campo il concetto dei Titani, ma lo modifica in vari modi. Il protagonista della storia è Rex, un giovane che vive sulla schiena di un “piccolo” Titano che chiama amichevolmente Nonnetto e che sta lentamente e misteriosamente morendo insieme ai suoi simili. Il mare di nuvole in cui viaggiano dà da vivere a Rex grazie al suo lavoro di Recuperatore, mestiere che lo porta ad esplorare quello che c’è sotto le nuvole, come se fosse una vera e propria distesa d’acqua. Per questa sua capacità, Rex verrà chiamato a compiere un recupero insieme ad alcuni loschi individui, con la promessa di una lauta ricompensa. L’obiettivo di questa missione si dimostrerà più interessante e pericolosa del solito per via del rinvenimento di Pyra, una Gladius estremamente potente che finirà per unirsi a Rex, salvandogli la vita, trasformandolo in Ductor e chiedendogli di accompagnarla all’Elysium, una sorta di paradiso terrestre in cui gli umani potranno trovare la salvezza senza più preoccuparsi della morte dei Titani su cui vivono.

Se la storia vi sembra complessa è perché effettivamente lo è. Lo è però in modo sano e attraente, con concetti filosofici e anche religiosi non banali e con emozioni che scaturiscono da protagonisti che si dimostrano un ottimo collante con quanto viene narrato. Non mancano momenti leggeri e divertenti che hanno il compito di alleviare la tensione, facendola poi risaltare quando il momento topico lo richiede. L’equilibrio in questo caso è eccellente, con una vicenda principale ricca di mistero che verrà svelata tramite sequenze spettacolari che richiamano alcuni dei migliori anime sul mercato. Gli stessi protagonisti hanno una valida caratterizzazione, partendo come classici stereotipi ma rivelandosi pian piano molto più profondi di quanto si creda. Il mondo di gioco è davvero vasto, con panorami notevoli che permettono di gettare lo sguardo fino alla testa del titano su cui vi state muovendo. La sua esplorazione richiama in più di un’occasione le Pianure di Gaur nel primo episodio, però ora la complessità è ancora maggiore. La libertà esplorativa è accuratamente limitata dal livello dei nemici che popolano certe zone e da alcuni ostacoli che potranno essere abbattuti dai Gladius che hanno caratteristiche specifiche. Questa meccanica non è riuscitissima, ma siccome basta avvicinarsi all’ostacolo per scoprire se possiamo superarlo, non ci farete troppo caso. Infine è importante segnalarvi la presenza di una gran numero di missioni secondarie che avranno proprio il compito di farvi muovere in zone della mappa non toccate dalla trama principale. Queste attività, utili per potenziarsi più rapidamente, hanno subìto un’evoluzione rispetto a quelle piuttosto anonime dei due predecessori. Anche qui vi capiteranno oggetti da trovare o persone con cui parlare, ma in molti casi potrete scegliere se pagare con il vil denaro quello che vi serve, oppure barattare con oggetti specifici, magari bottini dei vostri recuperi in fondo al mare delle nuvole. Inoltre la soluzione di una subquest si limita raramente ad una sola attività, dando luogo ad altre missioni extra che allungano e variano l’obiettivo iniziale. Senza raggiungere neanche minimamente la complessità di certe attività del solito The Witcher 3, la giocabilità generale guadagna molti punti rispetto a prima.

E già che si parla di giocabilità, conviene iniziare a introdurre le tantissime meccaniche che il gioco ci svela man mano che si prosegue. Il tutorial ci accompagna fin dall’inizio dell’avventura per riproporsi in vari momenti, quando effettivamente si attivano certe funzioni o semplicemente si arricchiscono le nostre possibilità. Si parla di una guida che ci segue per tutto il viaggio e che continua ad introdurre elementi anche quando ormai pensiamo di aver visto di tutto e di più. La cosa positiva è che queste introduzioni graduali lasciano il tempo di assimilare quanto appreso, migliorando di fatto il coinvolgimento.  Appena avviato il gioco, tutto quello che vi ho appena detto potrebbe sembrarvi lontano anni luce, visto che il nostro Rex avrà bisogno di voi giusto per avviare il combattimento. Durante la lotta in tempo reale, i mostri – ben visibili sulla mappa – saranno infatti abbattuti con il solo auto attacco standard, una serie di colpi in sequenza che verranno eseguiti senza che voi dobbiate premere un solo pulsante. Questi fendenti automatici riempiranno però tre diverse abilità relative ai tasti X, Y e B e si renderanno disponibili quando finalmente piene. Attacchi alle spalle, di lato, o l’ottenimento di pozioni che si usano istantaneamente raccogliendole sul campo, saranno l’inizio di un combat system profondissimo che tirerà in ballo anche il vostro tempismo nell’attivazione di certe abilità. Con l’arrivo dei Gladius la cosa si fa molto più soddisfacente poiché, oltre a dotarvi di armi più potenti ed elementali, permettono mosse speciali che possono essere combinate insieme a quelle di altri membri del party. I nostri compagni, tra l’altro, sono dotati di un’ottima intelligenza artificiale, attaccando con criterio e riempiendo le mosse speciali che poi potrete richiamare con i grilletti per creare spettacolari e utilissime combo.

Mentre vi parlavo della trama di Xenoblade Chronicles 2 ho menzionato Ductor e Gladius ma se non avete chiaro cosa siano cerco di rimediare immediatamente. I Ductor come Rex e Nia sono quelli che controllando i Gladius come Pyra, entità che vivono nei cristalli nucleici e che donano i loro poteri ai Ductor stessi. Questa simbiosi viene sfruttata adeguatamente per raccontare la storia tra i due protagonisti, ma è usata in modo molto marcato anche in termini videoludici. Dopo qualche ora infatti potrete equipaggiare più di un Gladius per ogni Ductor, ottenendo nuove entità che potranno darvi armi differenti da impugnare, diverse tecniche da usare e diverse mosse speciali legate ad elementi come fuoco, vento o terra. Il passaggio da un Gladius all’altro durante lo scontro permette di variare le proprie tattiche in modo efficace e amplifica le possibilità in battaglia. Inoltre la loro stessa natura può essere più o meno potente in base alla vostra fortuna durante l’apertura di un cristallo e ad alcuni parametri che saranno lasciati nelle vostre mani. Non è affatto come le casse casuali di certi titoli online, ma idealmente ci si avvicina, il tutto però senza traccia di microtransazioni o simili. Esistono comunque anche modi per ottenere Gladius specifici ma non voglio rovinarvi la sorpresa. E poi comunque potrete personalizzare ogni vostra conquista in vari modi, tra frammenti nucleici che ne aumentano la potenza e una serie di abilità passive disposte su una raggiera che si sbloccando eseguendo richieste speciali molto chiare. Il miglioramento dei personaggi invece avviene diversamente, con tre diverse tipologie di punti, per tre diversi scopi. I punti esperienza vi faranno salire di livello, quelli potenza potranno essere investiti per potenziare le mosse legate alle varie armi e quelli abilità forniranno dei bonus passivi in una raggiera simile a quella dei Gladius ma con abilità da comprare. Complicato? All’inizio può sembrarlo, ma se avete un minimo di esperienza con il genere, senza accorgervene vi troverete a gestire ogni cosa senza alcuna difficoltà, godendovi un gioco tra i più profondi mai usciti in questi anni.

Ci sarebbe ancora un milione di cose da raccontare su Xenoblade Chronicles 2 ma rischierei inevitabilmente di nominarle alla rinfusa, scavalcando l’equilibrio che invece il gioco centellina così saggiamente. Conviene concentrarsi invece sul comparto tecnico, un settore in cui Nintendo Switch non fa miracoli ma che sa come stupire. Intanto il design dei personaggi potrebbe sembrare troppo semplice in alcuni casi, così come in altri potrebbe ricordare protagonisti visti in altri JRPG. Che ci siano delle ispirazioni è incredibilmente probabile, ma l’insieme funziona facendovi affezionare a loro per un motivo o per l’altro. Per quanto riguarda il mondo da esplorare invece ci sono due momenti discordanti: gli interni di alcune aeronavi così come in posti più angusti sembrano arrivare da un gioco della generazione scorsa, ma quando il mondo di Alrest si spalanca davanti agli occhi si vede tutto il gran lavoro svolto. I nemici sono tanti e vari e il ciclo giorno/notte, che comprende anche il tempo atmosferico responsabile della presenza di specifici nemici, è davvero convincente. Con l’altezza della marea poi scoprirete anche che certi posti saranno – o non saranno – raggiungibili dai nostri eroi, potenziando l’esplorazione globale. Anche i combattimenti fanno la loro figura, vuoi per la presenza di sei personaggi contemporaneamente a schermo (tre ductor e tre Gladius) più i nemici, vuoi per la baraonda che si crea quando entrano in scena effetti speciali, mosse combinate e colpi finali devastanti da potenziare tramite rapidi e veloci QTE. Tutto questo è poi visibile alla perfezione anche sullo schermo della console in versione portatile, con menu e sottotitoli perfetti per essere letti anche in questa configurazione. La risoluzione subisce un calo che non sfuggirà all’occhio più allenato, però si può passare oltre senza difficoltà vista la qualità e l’unicità dell’esperienza. Sul versante audio ci sono solo buone notizie: la soundtrack è ricchissima di tracce, compresi diversi temi per una stessa località, che variano in base all’ora della giornata o alla pericolosità del nemico che state affrontando. Ci saranno sonorità più bucoliche e altre molto più rock e aggressive, ma tutte saranno perfettamente inserite al momento giusto. Molto valido poi il doppiaggio standard in inglese, a cui si può aggiungere gratuitamente il pack giapponese che risulta ancora più coinvolgente e fa dimenticare alcuni fuori sincrono del doppiaggio anglofono. Tutto sarà comunque sottotitolato da perfetti sottotitoli in italiano.

A voler dire tutto su Xenoblade Chronicles 2 si finisce per non dire quasi nulla. Anche senza voler nominare la storia per evitare spoiler, approfondire i combattimenti o anche solo le infinite possibilità che il gioco propone, non porterebbe da nessuna parte. Perché l’ultima fatica di MonolithSoft è un gioco che si presenta in modo incredibilmente umile e poi tira fuori lentamente caratteristiche su caratteristiche che molti esponenti del genere possono solo sognare. Proprio questa sua profondità, potrebbe creare confusione per quei giocatori che hanno comprato Nintendo Switch sulla scia di Mario, facendo apparire Xenoblade Chronicles 2 troppo complesso e impedendo loro di scoprire il vero potenziale di questa gemma. Per tutti gli altri che apprezzano i JRPG invece, c’è un titolo spettacolare che non fa altro che arricchire la line up già incredibile di una console che, grazie alla sua portabilità, renderà più semplice ritagliarsi sessioni anche da pochi minuti grazie ad un salvataggio comodo, rapidissimo e da eseguire quando si vuole.

Pro
  • – JRPG immenso e profondo
  • – Tanti personaggi e tantissimi Gladius
  • – Gameplay in crescendo continuo
  • – Lungo e appassionante (100 ore circa)
  • – Alrest è visivamente splendida
  • – Soundtrack suggestiva e memorabile
  • – Tutto questo è anche portatile!
Contro
  • – Complesso per i giocatori alle prime armi
  • – Design dei personaggi non sempre impeccabile
  • – La risoluzione soffre un po’ in portabilità

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