Xenoblade Chronicles 3 è uno dei fulmini a ciel sereno a cui ci ha abituato Nintendo in questi ultimi anni. La scelta di presentare dal nulla giochi che sono in dirittura d’arrivo ci piace un sacco, ma nessuno pensava si potesse tenere nascosto il nuovo capitolo di una serie così amata e apprezzata. Invece, non solo l’esistenza del gioco MonolithSoft è stata annunciata solo pochi mesi fa, ma è uno dei pochi progetti ad essere anche uscito in anticipo rispetto alla data fissata. Xenoblade Chronicles 3 sembra quindi un gioco speciale già da questi piccoli dettagli, ma dopo averlo giocato possiamo assicurarvi che questo è solo un piccolo indizio sulla sua grandezza.
Esplorazione + combattimento + avventura = Xenoblade Chronicles 3
L’avventura che vivrete in Xenoblade Chronicles 3 è assolutamente autonoma e non richiede di aver giocato Xenoblade Chronicles – Definitive Edition e Xenoblade Chronicles 2, entrambi disponibili in esclusiva per Nintendo Switch, esattamente come questo terzo episodio. Se però li avete giocati (e avete fatto benissimo), andando avanti scoprirete collegamenti che vi faranno felici in qualità di fan di vecchia data. Tutte e tre le storie sono comunque indipendenti e, volendo, potrete anche giocarle in ordine sparso.

La storia narrata in Xenoblade Chronicles 3 può essere considerata la più matura della trilogia in termine di vicende e filosofia di fondo: il mondo di Aionis è sconvolto dalla guerra tra i Keves e gli Agnus. Questa già terribile situazione è aggravata dal fatto che nessun soldato nasce normalmente, ma viene creato in laboratorio già adolescente e pronto per essere subito addestrato a combattere il nemico. Questo perché tramite l’eliminazione dei rivali si alimenta il potere della Cronofiamma, un’energia che va continuamente nutrita con la forza vitale dei nemici per avvantaggiarsi su di essi. Inoltre ogni soldato ha già la vita segnata: chi non muore combattendo, ha comunque un limite di 10 anni di vita, al termine dei quali, l’eroe che non è caduto sul campo riceve tutti gli onori con il rito del Ritorno, una celebrazione che lo vede svanire per unirsi al flusso dell’Etere.

Tante cutscene di qualità per Xenoblade Chronicles 3
In questa situazione apocalittica ci troveremo a fare la conoscenza di Noah, Lanz e Yunie, tre soldati Keves a cui sarà affidata una missione di recupero. Arrivati sul posto incontreranno anche Miyo, Sena e Taion, soldati Agnus con lo stesso identico obiettivo. Durante l’inevitabile scontro scopriranno informazioni che cambieranno per sempre il loro modo di vedere il mondo, spingendoli a collaborare ma diventando così ricercati dai loro stessi eserciti. L’obiettivo che condivideranno per cercare di cambiare le cose diventerà quello di raggiungere il Pian della Spada, un luogo remoto in cui una gigantesca spada trafigge il suolo. Per chi teme che abbia fornito spoiler, vi assicuro che queste sono solo le battute, molto sintetizzate, con cui termina il primissimo capitolo. C’è moltissimo altro da scoprire, ma se già questo vi ha incuriosito, state tranquilli che il resto non vi deluderà.

Prima di passare al gameplay, vorrei evidenziare il modo in cui la storia è raccontata, visto che, specie all’inizio, il gioco sembrerebbe avere la sindrome di “Metal Gear Solid”: nelle fasi iniziali si gioca poco e si assiste a moltissimi filmati (anche di 15 minuti l’uno) che presentano i personaggi e la situazione che stanno vivendo. Come in Metal Gear però, questi filmati sono creati con grande cura e offrono momenti molto alti che ricordano senza difficoltà opere d’animazione nipponica famosissime.
Il gioco tra l’altro ingrana molto presto con un bel tutorial mascherato da ritorno alla base, mettendoci poi, dopo altri filmati, ai comandi della squadra di Noah, in una vasta area da esplorare. Non abbiate fretta e godetevi questi momenti di intermezzo. Chi li apprezzerà sarà felice di sapere che potrà anche rivederli da una galleria presente dal menu principale.

Combattimenti intelligenti
Il gameplay di Xenoblade Chronicles 3 è davvero eccellente, mostrando come si possa creare un JRPG moderno, senza rinunciare ai momenti di attesa e alla gestione dei personaggi e senza puntare tutto sull’azione. Noah, Lanz e Yunie, così come Miyo, Sena e Taion sono personaggi ben caratterizzati, sia per quanto riguarda il loro ruolo nella storia, sempre in evoluzione, sia nel modo in cui combattono. Quando guideremo solo il gruppo di Keves scopriremo che Noah usa una spada e agisce come attaccante, Lanz brandisce un gigantesco spadone che fa anche da scudo, prendendo il ruolo del difensore e Yunie gestisce il ruolo di supporto grazie ad un bastone magico che fa anche da fucile.
Dall’altra parte abbiamo Miyo che è un difensore che agisce con due lame a forma di cerchio, Sena che attacca con un martellone e Taion che offre supporto con oggetti volanti apparentemente fatti come origami. Quando le due squadre si uniranno, ci offriranno uno dei party contemporanei più ricchi di sempre, con sei personaggi che si muovono sul campo insieme. In battaglia poi agiscono in modo molto convincente, seguendo i loro ruoli e usando le tecniche nel modo corretto, attaccando di lato per sfiancare, e colpendo subito dopo per atterrare e stordire.

Tecniche cambi di classe e personalizzazione
Agire direttamente sui pulsanti frontali per eseguire le tecniche quando sono pronte, è più veloce rispetto alla selezione delle stesse come avveniva nei precedenti episodi. Gli auto attacchi si attivano solo quando si sta fermi sul posto ma è richiesto un minimo di tempismo perché eseguire una tecnica subito dopo un auto attacco, carica anche la tecnica più potente assegnata al tasto A. Dopo un po’ di combattimenti con Noah però, viene voglia di cambiare lo stile del personaggio e se prima potremo passare da un eroe all’altro, anche in battaglia, in seguito potremo anche cambiare la classe degli stessi protagonisti, invertendo per esempio i ruoli tra Noah e Miyo.
Che senso avrebbe però cambiare la classe quando uno è già esperto in quello che fa? Il senso lo si trova quando si scopre che l’eroe può portare una tecnica della classe che ha padroneggiato, in quella nuova che ha scelto di usare, potendo anche fondere due mosse di classi diverse in una unica che si rivela quindi molto potenziata. Cambiare classe, raggiungere il livello massimo per potenziare le abilità e poi passare ad un’altra, permette di avere più possibilità di scelta in attacco e personaggi ancora più versatili.

Ovviamente le classi non si limitano alle sei inizialmente a disposizione dei protagonisti, ma aumentano in vari modi. Uno di questi è completare le missioni eroe, insieme ad un settimo personaggi che si unirà momentaneamente al party. Alla fine, uno dei protagonisti sbloccherà una classe nuova che poi potrà essere sbloccata dagli altri man mano che lo vedranno combattere in quel modo.
La personalizzazione non si ferma alla già citata enorme meccanica delle classi, ma prosegue con accessori, gemme da creare ed equipaggiare, tecniche da sbloccare e il potenziamento degli Uroboros. Questi sono il risultato della fusione tra due protagonisti, dotati di attacchi molto potenti ma aventi un tempo limitato in campo. Il bello è che questa funzione avviene anche tra i personaggi che in quel momento non sono sotto il nostro controllo diretto, aumentando la spettacolarizzazione di scontri che hanno sempre molto da dire in termini di effetti scenici.

Xenoblade Chronicles 3 e il suo vastissimo mondo da esplorare
I combattimenti sono sempre divertenti, ma riescono a risultare tali anche grazie ai mostri presenti e alle ambientazioni che dovremo percorrere. La saga ci ha sempre abituato a mappe vastissime, magari non sempre dense di attività, ma comunque spronanti verso il giocatore che vuole esplorare. In Xenoblade Chronicles 3 tutto concorre per farci visitare un mondo nuovo che riserva sempre sorprese.
A volte c’è un contenitore da aprire, altre volte un soldato caduto da far trapassare, altre ancora dei dispositivi da sbloccare in qualche modo. Poi ci sono i nemici standard, seguiti da quelli elite che offrono più guadagno dalla loro sconfitta e infine i nemici unici, che hanno il nome e che non vanno presi sottogamba, anche se hanno un livello pari a quello della squadra.
Ciò farà divertire per molte ore il giocatore che vuole vedere ogni area del gioco, offrendo comunque una migliorata navigabilità della mappa anche grazie ad un indicatore che mostra la strada più breve per raggiungere l’inizio di missioni principali e secondarie. Nonostante la grandezza delle mappe, come sempre ci saranno punti per viaggi rapidi a velocizzare gli spostamenti in luoghi già visitati. Inoltre è bene segnalare che, oltre al salvataggio automatico, il gioco dispone sia di un salvataggio manuale, sia di uno veloce che si attiva aprendo il menu con X e premendo poi Y. Tutti e tre i salvataggi sono su slot separati per evitare di sovrascrivere erroneamente qualcosa.

Arte batte poligoni
L’unico vero difetto che si può imputare a Xenoblade Chronicles 3 riguarda il lato tecnico e più precisamente quello grafico. Ci sono fasi, specie all’inizio, in cui le texture appaiono poco definite e certe strutture risultano un po’ grezze. Dopo i problemi di frame rate del secondo episodio è probabile che MonolithSoft abbia preferito giocare sul sicuro senza affaticare troppo l’hardware di Nintendo Switch. La scelta, se non si è fanatici della conta poligonale e se si superano alcune ambientazioni iniziali, ha sicuramente pagato. Il gioco scorre fluido a 30 fps sia sulla TV, sia in portabilità, anche durante le cutscene più esplosive e durante i combattimenti più accesi, quando colpi speciali, Uroboros e tecniche agiscono sui mostri.
Le ambientazioni poi sono davvero enormi ed evocative, con paesaggi memorabili da attraversare ed esplorare. I mostri più lontani si muovono alla metà dei frame, ma per un gioco del genere è un ottimo compromesso. Nulla da dire sul lato artistico, che si lascia alle spalle il fan service del secondo capitolo e mette in scena personaggi credibili, anche quando hanno i capelli in fiamme come Sena. Bellissime le musiche, con un forte predilezione dei flauti, strumento usato da Noah e Miyo per trapassare i soldati che non ce l’hanno fatta. Si passa agilmente da melodie più esplorative e rilassanti, fino a temi molto action come quelli contro i mostri unici o quando si attiva l’Assalto di gruppo. Valido il doppiaggio, presente sia in inglese che in giapponese, così come la traduzione in italiano che si dimostra ancora una volta eccellente.

Commento Finale
Xenoblade Chronicles 3 è uno degli JRPG più solidi usciti in questi anni. Migliore dei suoi predecessori per quanto riguardo il sistema di combattimento e la gestione delle attività sulle mappe, si dimostra uno di quei titoli che chi non possiede Nintendo Switch invidierà. La storia tocca temi importanti, come vita, morte, amicizia, rispetto e uguaglianza senza mai risultare stucchevole, ma anzi arricchendo gli eventi con colpi di scena e filmati davvero ben realizzati. Obbligatorio per chi mangia pane e JRPG a colazione, ma anche capace di far appassionare chi non si è mai avvicinato a questo genere, Xenoblade Chronicles 3 è sicuramente uno dei titoli più forti (se non il più forte) rilasciati quest’anno per la console Nintendo. Lasciarlo sullo scaffale significa privarsi di grandi emozioni.
- – Storia appassionante
- – Personaggi ben delineati e in evoluzione
- – Mappe giganti con tante attività
- – Combat System ricchissimo
- – Alta personalizzazione dei personaggi
- – Aiuti tramite salvataggi multipli, viaggi rapidi e indicatori
- – Artisticamente notevole
- – L’hardware di Switch non fa miracoli e il comparto tecnico soffre un po’

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