Uscito due anni fa su PS Vita e l’anno scorso su PlayStation 4, arriva anche su Nintendo Switch uno dei action RPG che, senza tanto trambusto mediatico, sa come trasportarci in un mondo magico per farci vivere un’avventura dall’inconfondibile stile nipponico, tra divertimento e meccaniche azzeccate. Sto parlando di Ys VIII: Lacrimosa of Dana, ottavo capitolo di una serie poco conosciuta qui nel Vecchio Continente ma non per questo meno meritevole della nostra e vostra attenzione.
Ammetto di essere stato per anni uno di quei giocatori che ignoravano l’esistenza di questa serie, ma dopo aver affrontato l’avventura di Adol Christin sull’isola di Seiren, la voglia di scoprire il suo passato videoludico si è fatta molto forte. Eppure, conoscere le passate gesta del nostro protagonista non è affatto necessario per godersi questo capitolo numero otto, con una storia che può essere apprezzata senza alcuna difficoltà anche da chi, come me, arriva solo ora a questa saga. Imbarcato insieme al suo compagno di avventure Dogi sulla nave Lombardia, ci troveremo vittime di un naufragio che ha coinvolto tutte le persone a bordo. Approdati sulla misteriosa isola di Seiren, dovremo aiutare Adol a radunarsi con gli altri superstiti, esplorando una vastissima mappa di gioco che nasconderà più di un segreto.

Per chi desidera una storia che parte subito in quarta, Ys VIII: Lacrimosa of Dana potrebbe sembrare inizialmente lento. Per una decina di ore circa infatti non assisterete a particolari colpi di scena o momenti chiave che non siano il ritrovamento di un superstite o il combattimento contro uno dei tanti boss. Eppure un sogno ricorrente verrà a disturbare il sonno di Adol, creando un mistero che si risolverà solo più avanti, ma lasciandoci comunque soddisfatti. La ricerca di superstiti e l’esplorazione dell’isola non devono però essere considerati come momenti noiosi o poco ispirati, poiché mentre si prosegue si assiste costantemente ad un’evoluzione ben congeniata, sia nell’approfondimento dei notevoli personaggi, sia nelle meccaniche di gameplay che si sbloccheranno.

Il gioco creato da Falcom è un RPG con statistiche, oggetti consumabili, forzieri da trovare e nemici da sconfiggere per salire di livello, ma tutto quello che farete in combattimento (a parte usare oggetti dal menu che attiva la pausa) è in tempo reale. I combattimenti si svolgono con sequenze di colpi che richiamano alla mente Bayonetta, con rotolate evasive e parate che, se effettuate con un ottimo tempismo, rallentano anche il tempo e trasformano in critici tutti gli attacchi sferrati in quel breve frangente. Inoltre, tramite il dorsale destro potrete richiamare e utilizzare fino a quattro diverse abilità in stile Diablo, consumando una barra che si ricaricherà invece attraverso i colpi standard.
A loro volta questi colpi speciali riempiranno una seconda barra che permetterà invece di scatenare un super colpo fortissimo che solitamente riesce a mettere in difficoltà anche i mostri deputati alle boss fight. Se ancora non vi basta c’è un’ulteriore dinamica, che si concentra sulla natura del vostro personaggio. Poco dopo l’introduzione, Adol si unirà ad altri due personaggi che comporranno il party iniziale. Ognuno di loro ha un’arma che viene classificata come da taglio (la spada di Adol), da perforazione (il fioretto di Laxia) e contundente (l’ancora di Sahad) e che è indicata contro specifiche creature. Per fruttare questo vantaggio arriva in soccorso il tasto Y, deputato a cambiare al volo il vostro personaggio, facendovi passare dall’uno all’altro senza soluzione di continuità, potendo sfruttare i loro punti di forza e ovviamente le loro tante e differenziate abilità speciali.

Il combattimento è fluido e divertente, con un meccanismo di recupero automatico dell’energia quando si esplora l’isola, ma che viene meno quando invece si affrontano zone pericolose come i dungeon. Eppure il fare a botte con i mostri funziona anche perché coesiste insieme ad un’intelligente level design che spinge costantemente all’esplorazione. La mappa di gioco vi ricorda sempre quali aree avete visitato e in che percentuale le avete esplorate, comprendendo punti di raccolta e forzieri più o meno raggiunti, ma è la liberta concessa che rende davvero bello andare in giro per Seiren.
Intanto i cristalli per il teletrasporto vi evitano lunghe e inutili scarpinate tra un’area e l’altra, ma il loro sblocco è spesso legato a meccaniche che ricordano i metroidvania: aprire un passaggio spostando il masso che impedisce l’accesso richiede un numero di superstiti rintracciati che potreste non avere. Se è così la strada da intraprendere sarà sicuramente un’altra. Dei grandi nidi di vespe vi sbarrano la strada? Probabilmente dovrete proseguire con la storia per ottenere qualcosa che li possa distruggere. Allo stesso modo poi ci sono veri e propri oggetti quali talismani che illuminano le caverne o guanti per scalare specifici rampicanti, che svolgono il ruolo di item fondamentali per esplorare tutto quello che Seiren può offrire. Se vedete qualcosa che vi insospettisce poi, la mappa molto probabilmente ne prenderà nota, così che possiate ritornare sui vostri passi e ricordarvi di rifarvi vivi quando avrete ottenuto una nuova abilità.

Prima parlavo di evoluzione del gioco: questa avviene con i personaggi che salgono di livello, con la mappa che lentamente si svela davanti ai nostri occhi, ma anche attraverso il villaggio che creerete recuperando i vari membri della Lombardia. Alcuni di loro, seppur caratterizzati adeguatamente, servono solo per fare numero, permettendovi di sbloccare ostacoli sempre più grandi, ma molti altri invece sbloccano vere e proprie funzioni aggiuntive come un negozio dove fabbricare accessori, un fabbro per forgiare nuove armature e potenziare le armi e un medico che ci permette di creare pozioni della salute con materie prime semplici. Tutti hanno poi una serie di sidequest che possono migliorare il loro rapporto con voi (da questo dipende anche quale dei tre finali visualizzerete alla fine!) e delle abilità speciali che tornano utili davanti ad alcune sezioni in stile tower defence, in cui dovrete difendere il villaggio dall’attacco dei mostri. Anche qui potrete migliorare le difese, creando catapulte, esche più resistenti e in generale difese maggiormente solide contro quella che a tutti gli effetti potremmo definire come un’orda su più round e con tanto di voto finale che ci porterà una specifica ricompensa.

Di cose da fare su Seiren ce ne sono davvero tante e se vi farete prendere dal ritmo di gioco, macinerete ore e ore senza nemmeno accorgervi del tempo che passa. Due sono però le caratteristiche che potrebbero mettervi i bastoni tra le ruote: il comparto tecnico non entusiasmante e la mancata traduzione in italiano del titolo. Su quest’ultima c’è poco da fare o da dire, se non che l’inglese utilizzato per i dialoghi è piuttosto semplice e non dovrebbe creare problemi a chi ha un’infarinatura anche solo sufficiente. I testi inoltre avanzano solo quando premete un tasto, quindi si ha il tempo di cercare una parola eventualmente sconosciuta. Per quanto riguarda il lato più tecnico invece bisogna ricordare la natura PS Vita della produzione, con passaggi da un’area all’altra intervallati da caricamenti che però in questa versione Switch non durano mai più di due secondi, rendendo addirittura difficoltoso leggere i suggerimenti presenti nella schermata di caricamento.
Le texture sono semplici e talvolta un po’ slavate, ma nulla può togliere merito alla direzione artistica che invece si dimostra valida sia per i personaggi, sia per i mostri, sia per l’isola stessa. La fluidità è garantita in ogni circostanza e il gioco rimane comunque piacevole da guardare anche sul proprio schermo del salotto. In portabilità la pulizia guadagna diversi punti grazie alla riduzione delle dimensioni dei difetti delle texture, ma in generale è un piacere giocarlo sia seduti sul divano, sia sdraiati a letto con la console tra le mani. Noto di merito invece per la colonna sonora, davvero avvincente fin dalla primissima traccia ma che poi esploderà non appena metterete piede su Seiren. Se non ci credete e volete un assaggio, potete iniziare ad ascoltarla dal canale ufficiale Youtube Falcom Music Channel

Ys VIII: Lacrimosa of Dana non è sufficientemente famoso da reggere il paragone mediatico con alcuni dei JRPG più famosi, eppure ha un carisma innato che aspetta solo di essere scoperto da chiunque sia così curioso da farlo proprio. Se lo approcciate come un action adventure con connotati da RPG (e lo giocate in modalità difficile) potreste trovarvi davanti ad una sfida avvincente, capace di scalare rapidamente la vostra classifica personale. In questa versione Switch poi potrete giocarlo dove vorrete, salvando in ogni momento grazie ad un comodissimo quicksave che si affianca al salvataggio automatico. Meccaniche intelligenti, un combat system immediato ma sufficientemente profondo, tanti segreti da scoprire su un’isola ben caratterizzata e popolata da personaggi ironici e divertenti sono solo alcuni degli ingredienti di un ottimo Action RPG.
La partenza sulla Lombardia è un po’ lenta, ve lo concedo, ma non appena metterete piede su Seiren vi troverete a vivere un’avventura strutturata alla perfezione. E se siete come me e preferite un gameplay solido ad una grafica scintillante, non farete nemmeno troppo caso alle imprecisioni tecniche derivate da un gioco nato su una console portatile con qualche anno sulle spalle. Se avete un Nintendo Switch e avete apprezzato l’immenso Zelda o Xenoblade Chronicles 2, dategli una possibilità e scommetto che non ve ne pentirete. Se invece avete una PlayStation 4… fatelo vostro lo stesso perché alla pari di Tales of Berseria, quello che perde in grafica lo guadagna tutto in giocabilità stellare.
- – Esplorazione ottima
- – Combat System ricco di varietà e dinamico
- – La storia prende pian piano ma non molla mai
- – Tante meccaniche di gameplay, tutte azzeccate
- – Colonna sonora grandiosa
- – Comparto grafico ripulito ma derivante da PS Vita
- – Sottotitoli solo in inglese
