Fenomeno odierno, ma cosa sono davvero?
Sapete, spesso si verificano diverse polemiche legate al mondo dei videogiochi che vanno a spaccare in vari modi giocatori e non. Un esempio è il caso delle Loot Boxes (Casse Premio), accusate principalmente di essere classificabili come gioco d’azzardo, miccia accesa da Star Wars Battlefront 2 ed andata avanti con molti altri giochi che le prevedevano. Oggi però è il caso di parlare di un altro di questi sistemi di monetizzazione, meno noto, meno controverso, ma comunque degno di nota: i Battle Pass (Pass Battaglia).

I Battle Pass sono ormai una caratteristica piuttosto comune nei videogiochi del giorno d’oggi, in particolare nei videogiochi multiplayer e specialmente nei free to play. Sebbene siano diventati molto famosi recentemente, con Fortnite, con gli ultimi Call of Duty o Dauntless, questo sistema nasce nel 2013 con Dota 2, con una meccanica che si ispirava ai Season Pass (Pass Stagionali) dei DLC. Soffermiamoci un attimo su questi ultimi per poter fare un confronto: come molti sapranno, i DLC sono contenuti aggiuntivi, gratuiti o a pagamento, che si possono scaricare per ampliare la propria esperienza di gioco, mentre i Season Pass sono gruppi di DLC acquistabili ad un prezzo inferiore rispetto alla somma dei prezzi dei singoli contenuti, che li aggiungono man mano che questi vengono rilasciati. I Battle Pass, nonostante qualche somiglianza con i Season Pass, hanno una funzione differente: sono sempre contenuti che il giocatore può comprare con un singolo acquisto, ma, invece di averne accesso subito, dovrà guadagnarseli progressivamente. Infatti, completando missioni per guadagnare punti esperienza, potrà salire di livello e ottenere le varie ricompense, nella stragrande maggioranza dei casi skin ed altri elementi cosmetici, emote e, spesso e volentieri, un po’ di valuta di gioco.

Alcuni giochi, come Dauntless e Fortnite, mettono a disposizione un Pass completamente gratuito, che condivide i livelli con quello da pagare ma che però ha ricompense meno frequenti e certamente meno accattivanti. C’è pero da specificare che i Battle Pass hanno una durata limitata, di solito mensile ma anche annuale, e, una volta scaduta, il livello si azzera ed il Pass viene sostituito con un altro (pensiamo ad esempio alle varie stagioni di Fortnite). La cosa ha il suo peso poiché, ipotizzando che la fantastica skin che tanto desidero si sblocca al livello 95, potrei andarci molto vicino, arrivando ad esempio al livello 93, ma potrei perderla a causa della scadenza temporale, se non avessi a disposizione il tempo materiale per riuscire a completare abbastanza missioni e a raggiungere il livello 95. Ovviamente questo problema è più comune nei Battle Pass mensili, in quelli annuali il periodo è già più sufficiente per ottenere le ricompense più desiderate, ma comunque il tutto si riduce ad una sorta di scommessa, dove solo chi sarà riuscito ad ottenere ciò che voleva potrà considerarsi soddisfatto di aver speso la cifra per acquistare il Pass. Considerando proprio i più recenti Fortnite e Apex Legends, la formula funziona a gonfie vele perchè, oltre a essere gratuiti alla base, hanno sviluppato con il passare del tempo un identità sempre maggiore con il proprio pubblico di riferimento, aumentando il fattore fidelizzazione. Scelta in parte utilizzata anche da Call of Duty: Modern Warfare, dopo un primo Season Pass abbastanza anonimo (considerando già il prezzo pieno del titolo) e che fatica a valorizzarne i contenuti agli occhi del pubblico, ecco arrivare nuovi contenuti stagionali e il buon vecchio Ghost da poter impersonare online e far leva su tutti i giocatori più nostalgici.

Insomma, il Battle Pass sono questo: dei DLC dove non basta pagarne il prezzo per avere la disponibilità immediata di tutti i contenuti, ma è anche necessario sbloccarli in un determinato lasso di tempo, e non riuscire a sbloccare le ricompense volute significa perderle definitivamente nella maggior parte dei casi. Un importante problema è come questi vengono percepiti dagli utenti, poiché trovare le skin e le emote più interessanti nei negozi è molto difficile, nonostante il costo possa essere inferiore, e questo fa vedere i Battle Pass come una ghiotta opportunità per ottenerle. Personalmente fatico ad amare questa formula, poiché gioco davvero poco a videogiochi che lo prevedono in ambito multiplayer (e tendenzialmente competitive) e facendo parte di quella schiera di utenti a cui non interessano questo genere di ricompense ottenibilii. Per questo sconsiglio fortemente l’acquisto dei Battle Pass a chi non si dedica con convinzione ai giochi multiplayer online, perchè potrebbe non giocare abbastanza per sbloccare le ricompense volute, trovandosi ad aver comprato qualcosa che poi scadrà e non sarà più disponibile. Tuttavia, possono andare bene a chi gioca principalmente online, in particolare a chi ama collezionare skin ed emote, il quale sarà contento di aver completato varie missioni per sbloccarle, essenziali a dare una parziale sterzata nella diversificazione all’approccio turno dopo turno e livello dopo livello.
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