Harry Potter e i suoi tie-in su console – Speciale

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Le ultime due generazioni di console sono state, poco sorprendentemente, prive di giochi tie-in della serie di Harry Potter. Vuoi perché la serie ha trovato la sua conclusione ufficiale nel 2011, vuoi perché i film della serie Animali Fantastici non è riuscita a giustificare l’uscita di giochi tie-in, ci ritroviamo nel 2023 con solo un titolo del brand degno di nota: Hogwarts Legacy.

La copertina di Harry Potter e la Pietra Filosofale su Playstation 1.

Ed è proprio grazie a Hogwarts Legacy che abbiamo colto la palla al balzo per scrivere questo Speciale, in cui affonderemo nel passato di Harry Potter come icona videoludica. Dalle sue origini sulla prima Playstation fino alla celebre dualogia dei Doni della Morte uscita su Playstation 3 e Xbox 360. Vediamo insieme cosa ha saputo fare Electronic Arts con i tie-in di questo brand, anno per anno.

Harry Potter e la Pietra Filosofale (2001 – 2003)

Il primo film e libro di Harry Potter non si dimenticano mai, specie qui in Italia. Provate a chiedere a chiunque della generazione anni ‘90 se ha mai giocato ad un gioco di Harry Potter e, molto probabilmente, vi risponderà dicendo che ha giocato moltissimo al primo o al secondo per la Playstation Originale.
Il tie-in di Harry Potter e la Pietra Filosofale, così come quelli di tutti gli altri film, è stato rilasciato come titolo multipiattaforma. Nel 2001 è uscito su Playstation, Gameboy Color e Gameboy Advance, nel 2002 su PC, mentre nel 2003 è stato portato su Playsation 2/Gamecube/Xbox, un anno dopo il suo seguito. La versione Playstation della Pietra Filosofale può essere riassunta in uno strano Zelda-like con gli incantesimi, piena zeppa di tempi limite e minigiochi di ritmo con numerose scelte stilistiche che dimostrano un brand ancora acerbo nel suo stile.

Harry Potter tie-in
Uno dei momenti più iconici de La Pietra Filosofale PS1: i Crackers per Maghi!

Specie le musiche, in questo periodo molto lontane da quelle cinematografiche, riescono a catturare lo stesso stile senza che il suo compositore avesse mai sentito quelle ufficiali.
Dall’altra parte, invece, se la versione Playstation 2 segue grossomodo la stessa strada dell’edizione PS1, quella Gameboy Color adotta l’approccio del Gioco di Ruolo, con incantesimi e dungeon degni dei più blasonati Final Fantasy.
La versione Gameboy Advance era molto più semplice, concentrata soprattutto su un gameplay action adventure con visuale dall’alto. La versione PC è stata più vicina a un Action Adventure TPS (sì, sappiamo che è strano), che tracciava le stesse vicende degli altri giochi con uno stile di gioco completamente diverso e in un certo senso profetico per l’intero brand.

Harry Potter e la Camera dei Segreti (2002)

La Camera dei Segreti è stato sviluppato più o meno secondo le stesse formule di gameplay: le versioni per console da casa seguivano le tracce di Zelda, le portatili erano concentrate sull’Action Adventure o sul GDR e la versione PC era concentrata sul TPS, raffinando le tecniche adottate nel suo predecessore. Si potrebbe definire come un more of the same, seppur questo gioco sia quasi senza ombra di dubbio meglio sviluppato della Pietra Filosofale, e a giusta ragione.

Harry Potter tie-in
Uno screenshot dello spin-off “La Coppa del Mondo di Quidditch”.

Il 2003 fu, invece, l’anno de La Coppa del Mondo di Quidditch e dell’edizione multipiattaforma PS2/Gamecube/Xbox della Pietra Filosofale. Non c’è molto da dire sul primo dei due titoli: La Coppa del Mondo di Quidditch è una commercializzazione bella e buona del famoso sport per maghi e streghe, che adotta l’esperienza di EA con i giochi sportivi per creare una versione del calcio in salsa Harry Potter di tutto rispetto.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (2004)

Gli anni passavano veloci: solo versioni console Current Gen (di allora), Gameboy Advance e PC furono pensate per il successore della Camera dei Segreti. Electronic Arts decise gradualmente di diminuire le versioni ed edizioni disponibili per rendere le esperienze più raffinate e divertenti.
A nostro avviso fece benissimo, dato che il Prigioniero di Azkaban è forse il titolo del brand più raffinato come gameplay. Tutti i titoli seguirono strade di gameplay simili ai due predecessori, con la sostanziosa aggiunta, però, di poter comandare anche Ron e Hermione, cambiando a piacimento i personaggi per avere più opzioni e abilità diversificate.

Il Calice di Fuoco (2005)

Qui le cose sono cambiate un bel po’. Electronic Arts, forse un po’ stufa di pubblicare lo stesso gioco con stili leggermente diversi, decise di rispecchiare la crescita esponenziale del brand di Harry Potter stravolgendone lo stile e uniformando tutte le versioni a percorrere la stessa identica strada: quella del beat’em up in salsa magica.
Da questo momento in poi quasi tutte le versioni dei giochi non fanno quasi differenza. Si nota anche una certa mancanza di fantasia nello sviluppare i livelli e il gameplay, dato che il Calice di Fuoco può riassumersi in un button masher bello e buono, privo di qualsivoglia livello di strategia. Certo, si possono anche qui comandare Harry, Ron ed Hermione, ma purtroppo il trio è completamente sbilanciato a favore del protagonista, rendendo le partite in single e multiplayer poco interessanti e ripetitive.

L’Ordine della Fenice (2007)

L’Ordine della Fenice è tornato più vicino alla formula originale del brand: abbandonando la divisione in livelli e la crescita fittizia dei personaggi, è tornato ad essere un’esperienza più lineare dedicata a costruire un mondo più credibile. È risaputo, difatti, che l’Ordine della Fenice abbia forse la versione migliore del castello di Hogwarts mai vista fino a quel momento.
L’immersività era alle stelle, specie grazie alle versioni Wii e PS3, che permettevano tramite i sensori di movimento di poter controllare liberamente la bacchetta di Harry per compiere tra le più disparate magie. Spariscono feature come il multiplayer e i molteplici personaggi giocabili, certo, ma pensiamo che sia stato meglio così.

Il Principe Mezzosangue (2009)

Seguendo la falsariga dell’Ordine della Fenice, il tie-in de Harry Potter e il Principe Mezzosangue si rivela essere un perfetto ibrido tra il suo predecessore e i primi, ben più fantasiosi, titoli della serie. La Hogwarts di un paio di anni prima tornava prepotentemente con molte più stanze e segreti, così come venivano raffinati i duelli tra maghi e tornavano le lezioni da seguire. Stavolta, però, le uniche lezioni disponibili erano di Pozioni, e avevano un senso narrativo, più che di gameplay.
La versione Nintendo DS era più vicina a un’Avventura Narrativa Punta e Clicca piena zeppa di minigiochi, e la versione PSP seguiva all’incirca lo stesso stile. È evidente che queste due edizioni fungessero più da tappabuchi che altro.

I Doni della Morte (2010 – 2011)

I tie-in di Harry Potter e i Doni della Morte hanno rappresentato forse il punto più basso dell’intera saga di tie-in. Usciti dilazionati in due parti su console fisse sotto forma di “TPS svogliati” e su DS/PSP come Action Adventure in visuale isometrica, ogni versione risulta essere irrimediabilmente corta e a tratti ripetitiva, rivaleggiando in durata perfino le loro controparti cinematografiche.
Comprensibile, dato che l’epilogo della storia originale è pressoché un insieme di battaglie e chiusure di vicende precedentemente aperte. Non c’è molto altro da dire su questi giochi, purtroppo. Electronic Arts si è trovata a concludere la saga di Harry Potter cercando di mantenere intatto quel senso di fantasia che ha duramente cercato di far sopravvivere negli anni, ma questi ultimi due titoli non glielo hanno permesso.

Riponiamo le nostre speranze nel futuro!

Sostanzialmente è tutto qui. Da un inizio di tutto rispetto nello stile distintivo di EA dei primi del 2000 (la stessa EA del primo The Sims, per intenderci) si è lentamente caduti nel baratro del tie-in nudo e crudo, con l’unico interesse ed obiettivo di vendere e far guadagnare quanto basta per giustificare i tempi di sviluppo. Harry Potter è dal 2011 che si può considerare quasi del tutto dormiente (ludicamente parlando), ma Hogwarts Legacy e Avalanche Software sono intenzionati a farci ricredere.

Pronti a sfoderare le bacchette?

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