In cosa consistono le Remaster dei Persona?

Siamo arrivati anche quest’anno in quel magico periodo poco prima dell’estate, in cui le compagnie annunciano nuovi giochi e contenuti per l’anno a venire. Nonostante si vociferasse della mancanza dell’Electronic Entertainment Expo 2022 (E3), c’è stato comunque modo per gli sviluppatori di tirare fuori nuovi annunci, seppur non proprio stellari o per cui urlare al miracolo. Uno degli annunci più interessanti è, senza ombra di dubbio, avvenuto lo scorso 12 Giugno, durante la conferenza Microsoft, poco prima della presentazione di StarField.
Un trionfante Phil Spencer ha annunciato al volo l’uscita di non uno, non due, ma ben tre titoli ATLUS su Xbox e PC (con il doveroso, quanto essenziale, annuncio successivo alla conferenza dell’uscita dei titoli anche su Playstation).

Stiamo parlando dell’affermata serie di Persona, JRPG che fino alla sua ultima iterazione nel 2016 non ha mai avuto modo di brillare come avrebbe dovuto. Persona 5 ha reso tutto questo possibile, permettendo addirittura di poter godere di queste tre uscite totalmente in lingua italiana, lasciando al giocatore la libertà di scegliere comodamente la console su cui giocarle.
E fin qui tutto bene, c’è da dire. Ma adesso, anche sapendo che Persona 3, 4 e 5 usciranno su console attuali, sappiamo in cosa consistono?

Persona 3 Portable (Uscita originale 2011)

Prima di parlare del primo dei tre titoli in questione è necessario specificare che la versione in uscita su console odierne di Persona 3 era, ai suoi tempi, uscita su PSP, da qui il nome “Portable”.
P3P, lo chiameremo così per comodità, è stata la terza versione di Persona 3 rilasciata al pubblico, uscita due anni dopo rispetto alla versione già rivisitata dell’originale Persona 3, che ai tempi prese il sottotitolo di “FES”, abbreviazione di “Festival”.

Persona 3 ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta per la serie spin-off di Shin Megami Tensei. Partendo dal fatto che la serie radicava la sua struttura di gameplay sul puro dungeon crawling, P3 semplificava alcune delle meccaniche più complicate di Persona 1 e 2, sostituendole con un ciclo giorno-notte in cui il giocatore poteva interagire con diversi personaggi, sia primari che secondari, per ricevere boost aggiuntivi durante la notte, nell’esplorazione di una misteriosa torre chiamata Tartarus, esistente solo durante la venticinquesima ora del giorno, nascosta alle persone comuni e vissuta solo da coloro che possono evocare i Persona, veri e propri demoni interiori che rispecchiano la personalità del personaggio che li utilizza per combattere e difendersi dalle Ombre, nemici che gironzolano durante quest’ora nascosta.
Nonostante i numerosi punti in comune con i capitoli successivi della serie, Persona 3 resta comunque radicato alla sua struttura di Dungeon Crawler, portando il giocatore a dover scalare ben 264 piani di torre, macinando boss e scoprendo i segreti della venticinquesima ora.
Di sicuro è il gioco forse più strano (primi due capitoli esclusi) della serie. Fa appello a tematiche importanti, di carattere esistenziale, senza avere paura di suscitare emozioni specifiche nel giocatore.
La sua versione Portable, P3P, comporta una serie di migliorie rispetto a FES, primo tra tutti la possibilità di controllare l’intero party, oltre che di avere una rosa di Social Links molto più ampia. Dove va a perdere, ahinoi, è dal lato tecnico: essendo un gioco originariamente per PSP, P3P ci fa approcciare al gioco come se fosse una Visual Novel, concentrandosi sul semplice punta e clicka nelle mappe (rendendo il mondo più comprensibile da navigare, dato che in FES può risultare ostico capire dove andare) e sulle interazioni coi più disparati dei personaggi.
Altra grossa perdita è dal punto di vista narrativo: P3P non include il capitolo aggiuntivo di FES chiamato “The Answer”. Meglio, oseremmo dire, dato che nullifica la poesia del finale originale.
L’esperienza ruolistica, invece, è rimasta intatta, se non addirittura migliorata: i personaggi sono tutti controllabili in combattimento (in FES era possibile usare solo il protagonista) e la sua natura relativamente ripetitiva del genere di appartenenza lo rende un titolo perfetto per sessioni brevi di gioco.
L’uscita tardiva di FES su PS3 nel 2012 non ha saziato gli animi dei fan, per questo motivo l’uscita su Xbox e Playstation è più importante che mai. Il punto di forza migliore di P3 sta proprio nella storia, perciò garantire ai nuovi giocatori di poterla vivere nella versione più accessibile del gioco è molto importante. Anche senza la continuazione di FES resta comunque godibilissimo.

Persona 4 Golden (Uscita originale 2012 PSVita, 2020 PC)

Prima dell’uscita di Persona 5, Persona 4 era la stella di ATLUS: Spin-off a manetta e porting vari del gioco hanno accolto un’enorme quantità di giocatori nel brand. La versione originale per Playstation 2 è oggi piuttosto obsoleta, dato che Persona 4 Golden (uscito nel 2012 su Playstation Vita e successivamente nel 2020 su PC) include tutti i contenuti dell’originale e un nuovo epilogo, che aggiunge un sacco di dettagli su tutti i personaggi, sia primari che secondari, oseremmo dire, anche in maniera più rispettosa e sensata del capitolo conclusivo “The Answer” di Persona 3 FES.

La storia di Persona 4 è in netto controtempo rispetto a quella del suo predecessore: i discorsi esistenziali sulla morte e sul senso della vita sono sostituiti da una storia che preferisce concentrarsi sulle persone e su ciò che vogliono davvero, utilizzando le Ombre e i Persona come figmenti della personalità di ognuno, capaci di muoversi liberamente in un mondo parallelo all’interno delle Televisioni. Il dungeon crawling di Persona 3 è stato sostituito da un insieme di dungeon autoconclusivi, rappresentativi delle situazioni della storia che si sviluppano man mano nel gioco. Per questo motivo, Persona 4 Golden risulta a tratti più rilassato del suo predecessore, dato che non sorge l’eventuale affaticamento di scalare una torre mastodontica, ma si limita a zone molto più piccole, esteticamente più varie. Una chicca carina della versione PSVita del gioco era la guida canali, che permetteva di navigare tra diverse clip salvate nella cartuccia per guardare video musicali, seguire lezioni di psicologia radicate nel concetto dei Persona (le maschere di Jung) e vedere il Canale di Mezzanotte, punto di trama essenziale dell’intera storia. Ma solo a mezzanotte, ovviamente!
Altro fatto interessante è che Persona 4 ha, insieme ai suoi seguiti e predecessori, diversi spin-off che ampliano ulteriormente la storia. Si parte dai più scontati, i rhythm game usciti nel 2018 nel bundle Endless Night Collection, fino ai picchiaduro di Arc System Works (Si, gli stessi di Guilty Gear e Dragon Ball FighterZ!) P4 Arena e P4 Ultimax Arena. Persona 4 Golden è già più accessibile rispetto a Persona 3, sia parlando delle tematiche che delle console su cui è uscito, pertanto l’urgenza di giocarlo non è minore, ma solo in secondo piano, rispetto al suo predecessore. Le vicende à la “Scooby Doo” in cui ci imbatteremo riusciranno comunque a catturarci e guidarci in una storia che ricorda un giallo ed è piena di colpi di scena. Resta un gioco dalla morale salda davvero divertente e ben sviluppato, con una storia a tratti più leggera degli altri titoli, ma di sicuro non più scontata.

Persona 5 Royal (Uscita Originale 2019)

Pensiamo che ormai Persona 5 non abbia più bisogno di presentazioni: la sua uscita nel 2016 su PS3 e 4 ha rubato i cuori di milioni di giocatori, letteralmente (qui la recensione della versione Royal)! Offrire anche ai giocatori PC e Xbox la possibilità di vivere le esperienze dei Ladri Fantasma è un sogno che diventa realtà, specie se la versione giocabile è la ripulita, tradotta e apprezzatissima Royal!

Rispetto a Persona 3 e 4, Persona 5 si ritrova tematicamente nel mezzo dei due titoli: ci si concentra sempre sulle persone, su ciò che pensano, ma stavolta ragionando più sulla gente come “massa”, piuttosto dividerla in singoli individui. Il commentario sociale di Persona 5 ricorda, a tratti, quello di Persona 2 Innocent Sin, in cui il fulcro riguardava i rumor e le leggende metropolitane. La caratteristica di P5, però, è che si applica lo stesso concetto nel mondo più attuale, immerso nella costante e incessante comunicazione tra ognuno di noi, che si rispecchia sia negli elaborati palazzi da esplorare, che rappresentano il cuore di ognuno, ma anche la mente collettiva, che prende il luogo di Mementos, che rispetto alla Tartarus di Persona 3 ha ben 202 piani in meno, per un totale di 66.
Tra i tre titoli che abbiamo avuto modo di guardare oggi, Persona 5 Royal è sicuramente il più completo e interessante da giocare, specie per chi non conosce il brand, ma ne ha sentito solo parlare. Il suo stile unico, che ha influenzato perfino Super Smash Bros. Ultimate, è rappresentativo di come sia importante la presentazione di un videogioco, anche se rispetto a un Final Fantasy dello stesso periodo ha un budget decisamente più basso.

Tutti e tre i Persona in uscita meritano di essere giocati anche oggi, nel 2022. Appartengono a epoche videoludiche vastamente diverse, ed è proprio per questo che ognuno di essi saprà catturare la mente e il cuore dei giocatori con delle strutture di gioco sensibilmente più strategiche e ponderate rispetto ai giochi di ruolo della stessa generazione.
Abbiamo preferito non specificare quasi nulla della storia né delle meccaniche principali, dato che crediamo che le intro siano sufficientemente rappresentative dello stile dei giochi e di quale sia la mentalità adeguata per immedesimarsi e vivere la storia sulla propria pelle, senza farsela raccontare da altri. Persona è oggi finalmente diventato sinonimo di “qualità”, e le Remaster in uscita sapranno spiegarvi il perché senza usare le parole.
Il 21 Ottobre non è mai stato così lontano. Non ci resta che aspettare!

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