Ecco quali sono gli aspetti più e meno apprezzati da noi di queste produzioni
I tie-in sono diventati molto comuni in questi tempi, tentando di estendere un brand con più pubblico possibile. Ormai abbandonati quelli che riguardano i film di Hollywood, buona parte di essi arrivano dal Giappone, essendo legati principalmente a manga ed anime, e per gli appassionati è sempre un piacere vedere come la propria serie preferita riceva un videogioco ad essa dedicato. La maggior parte delle produzioni, data la maggioranza di battle shonen di successo, sono picchiaduro, soprattutto Picchiaduro Arena 3D. E molti giocatori, fan dell’opera in questione, guardano queste uscite con molto interesse. Dobbiamo però dirlo: non tutte le ciambelle vengono con il buco, ed è per questo che vogliamo parlarvi di quelli che sono gli aspetti di questi giochi che più ci piacciono e quelli meno.

Uno dei più apprezzati è ovviamente la possibilità di giocare con i nostri personaggi preferiti, quelli che abbiamo conosciuto ed apprezzato nella lettura del manga o nella visione della serie anime. L’esaltazione aumenta di molto soprattutto quando i loro poteri vengono riprodotti fedelmente e spesso e volentieri quando si aggiungono le voci dei doppiatori originali, dando proprio l’impressione di essere davanti ad una puntata. Ed è proprio questo che riesce a soddisfare molti fan perché offre loro tutta la libertà di sbizzarrirsi nel creare battaglie, magari in uno scontro tra personaggi che non si sono mai affrontati per vedere chi è il più forte oppure per ricreare la battaglia finale tra protagonista ed antagonista ma con un diverso esito dove è il cattivo a vincere con conseguente bad ending. Da giocatore principalmente Switch e fan accanito di Le Bizzarre Avventure di JoJo, continuo ad attendere che questa console possa ospitare un picchiaduro di questa serie (per ora esclusiva di PlayStation) così da poter affrontare e battere tutti con Giorno Giovanna, mio personaggio preferito in assoluto.

Aggiungiamoci anche come viene adattato il materiale del manga/anime. Tra le arene e i personaggi con i loro poteri, è sempre un piacere poter avere una visione completa e interattiva di tutte le peculiarità delle serie che noi tanto amiamo completamente a nostra disposizione. Mi viene in mente ad esempio l’Arena del Battagliottaggio di Kill la Kill The Game IF, praticamente uno dei momenti più adrenalinici dell’anime di Studio Trigger, e giocare in quello scenario ricreando le battaglie avvenute, anche cambiando il punto di vista, è stato veramente piacevole.

Un’altra caratteristica è la storia. Solitamente è solo una modalità di gioco fatta di scontri intervallati da cutscene narrative, usata principalmente per far conoscere al giocatore l’opera originale in questione, per permettergli di acquisire dimestichezza con il gameplay del titolo e dargli la possibilità di sbloccare contenuti altrimenti non accessibili. Sebbene possa apparire come qualcosa di banale a chi non è fan del manga o anime, per chi invece lo è risulta molto appagante, poiché è una modalità che ci consente di ripercorrere gli episodi e rivivere le epiche battaglie quando si tratta di un adattamento della trama originale, ad esempio quella di My Hero’s One Justice, oppure che vuole stupirci raccontandone una completamente inedita partendo dalle stesse premesse, tipo la storia di Kill la Kill The Game IF. Inoltre è anche un buon modo per avvicinarci ad una serie che non conosciamo molto ma che ha spesso destato il nostro interesse.
Tutto questo può essere riassunto come “fedeltà all’opera originale”, ed è certamente ciò che i fan più sfegatati chiedono con maggiore entusiasmo per avere quello che desiderano, ed anch’io, insieme a tutti i ragazzi della nostra Redazione, faccio parte di questa cerchia di giocatori che attende con un sincero hype che il suo manga/anime preferito diventi un picchiaduro per poter vedere tutti i suoi elementi interattivi.

Purtroppo ora bisogna anche parlare di quello che non ci piace, caratteristiche su cui spesso il fan cerca di soprassedere, ma che indispettiscano continuamente quella parte che ha aspettative differenti.
In primo luogo abbiamo un gameplay che spesso e volentieri può risultare fin troppo semplice, e a tratti superficiale. Sia chiaro, non c’è nessuno che chiede un videogioco molto tecnico degno dell’EVO e capace di competere con produzioni come Tekken o Super Smash Bros, ma solo meccaniche divertenti e ben strutturate. E poi è davvero un peccato vedere come ci siano produzioni molto ispirate (Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4, Dragonball Xenoverse) ed altre più raffazzonate, perché finisce per livellare l’opinione comune su queste produzioni rendendole “For fans only” quando invece certe uscite sarebbero ottimi anche senza un nome famoso in copertina.

Ad affiancarsi ai problemi del gameplay ci sono poi quelli relativi al roster. Escludiamo il fatto di quando un determinato personaggio, solitamente secondario, non è presente visto che è quasi impossibile accontentare tutti in opere che ne contengono a decine. Parliamo più che altro di quando i personaggi sono troppo simili tra loro e quando il problema generale è il bilanciamento. Nel primo caso, l’eccessiva somiglianza tra i personaggi per mosse e stile di combattimento, come succede con molti combattenti di Jump Force, da un lato ammorbidisce la difficoltà di chi non se la cava benissimo con i picchiaduro e vuole solo giocare con i propri beniamini, ma dall’altra rischia di ridurre la voglia di provare altri lottatori, fosilizzandosi sempre sugli stessi sui quali si è costruita una buona strategia. Nel secondo caso i personaggi vengono divisi tra quelli davvero utili e quelli meno forti e più complessi da utilizzare, spesso e volentieri costringendo molto giocatori a rinunciare a giocare con un personaggio tanto apprezzato perché troppo debole e in svantaggio rispetto ad un altro più immediato e potente.
Quello che più ci dispiace riguardo molti Picchiaduro Arena dedicati ad anime e manga è che il proposito di creare un buon gioco viene adombrato per aggiungere qualche personaggio in più e qualche altro elemento che accontenti il lato del fan, ma che poi non funziona per il giocatore che cerca anche un buon videogioco di combattimento. Tutte queste produzioni sono sempre riuscite a divertirmi, sia le più ispirate che le meno, e non smetterò mai di consigliarle, ma purtroppo una possibile delusione è sempre dietro l’angolo e spesso si palesa solo dopo una prova approfondita, esaltandoci con i video rilasciati e poi dimostrandosi un po’ troppo blandi e poco ispirati. Se volete evitare questi scivoloni, vi consiglio di recuperare titoli come la serie Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm, i due Dragonball Xenoverse, i due My Hero’s One Justice o Kill la Kill The Game IF, che riescono certamente a spiccare in questo panorama sia come buoni Picchiaduro sia come titoli adatti ai fan.
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