Quando talvolta credere nel cuore delle carte non basta
La prima apparizione televisiva di Yu-Gi-Oh! in Italia risale al 2001. Da quel momento in poi Konami iniziò ad immettere sul mercato le stesse carte viste nell’anime e tutti i ragazzi impazzirono, iniziando ad affollare le cartolerie per mimare le impese di Yugi e Kaiba. Da quel lontano momento sono passati ormai più di venti anni, ma il gioco non si è mai fermato, evolvendosi fino ai giorni nostri. La stessa Konami trasformò il gioco di carte collezionabili in videogioco partendo dalla PlayStation One con Yu-Gi-Oh! Forbidden Memories, passando anche per altri dispositivi successivi come il Nintendo Ds. Arriviamo ai giorni nostri, lo scorso 18 gennaio, e totalmente a sorpresa, viene rilasciato praticamente su ogni dispositivo il definitivo Yu-Gi-Oh! Master Duel. titolo di cui vi parlerò oggi.

Facciamo subito una grande premessa: io non sono un grandissimo esperto di Yu-Gi-Oh!. L’ho apprezzato moltissimo ai suoi albori, ma ad un certo punto l’ho perso di vista; riprenderlo in mano in questo momento, maturato ed evoluto, è stato un piccolo shock per la mole di nuovi contenuti inseriti. Presumendo che anche molti di voi si trovino nella mia stessa situazione, cominciamo facendo un po’ di ordine su come funziona questo card game. I tre pilastri di Yu-Gi-Oh! sono le tre fondamentali tipologie di carte presenti: mostri, magie e trappole. I primi ovviamente sono le nostre pedine da utilizzare come fonte di danno per sconfiggere l’avversario e se ne può evocare normalmente solo uno per turno. Presentano un punteggio d’attacco e uno di difesa, inoltre molto spesso sono accompagnate da un effetto speciale fondamentale per costruire un mazzo funzionale e vincere i duelli. Sostanzialmente i mostri senza effetto non sono più contemplati nel gioco. Le carte magia possono essere utilizzate istantaneamente in ogni momento della partita oppure possono essere posizionate coperte per utilizzarle in un secondo momento; ne esistono di tipologie differenti, dagli equipaggiamenti alle carte magie terreno, fino a quelle di effetto rapido. Le carte trappola invece possono essere utilizzate solo il turno successivo che sono state piazzate, oppure nel turno dell’avversario in risposta ad una sua mossa; anche qui ne esistono diverse e con i più disparati effetti in base alla situazione. Il terreno di gioco è rimasto quasi invariato da come ve lo ricordate, sono presenti 5 caselle per le carte magie e trappola, 1 casella per la carta magia terreno, 5 caselle dedicate ai mostri, mentre sono state aggiunti altre 2 caselle dedicate alle carte mostro, ma condivise per entrambi i giocatori. Ovviamente rimane sempre presente il cimitero dove finiranno i mostri sconfitti, oltre che le magie e trappole utilizzate, come rimane sempre possibile bandire alcune carte tramite vari effetti, quindi sostare dal cimitero ad un altro spazio dedicato. Come sempre il gioco si basa sul far terminare i life points dell’avversario, partendo da una base di 8000 ciascuno; il deck può contenere fino ad un massimo di 60 carte (ma mediamente si preferisce usarne 40), in aggiunta ogni giocatore può avere un extra deck di 15 carte ed è proprio qui che arrivano le maggiori novità per chi ha abbandonato Yu-Gi-Oh! ormai anni fa.

I più nostalgici ricorderanno le tanto ambite carte fusione facenti parte dell’extra deck, come il Drago Finale Occhi Blu. Sappiate che di carte così speciali ne sono ormai state aggiunte a bizzeffe. Andando in ordine cronologico partiamo dai mostri Synchro, dalla riconoscibile carta di colore bianco: queste creature possono essere evocate tramite l’utilizzo di mostri speciale chiamati tuner e la somma del costo dei mostri utilizzati per l’evocazione deve essere pari al costo del mostro Synchro che vogliamo evocare, il numero di stelline per intenderci. Con una meccanica simile, ma contrapposta abbiamo i mostri Xyz, con la loro carta di colore nero: questi si possono evocare pagando come tributo un numero di mostri indicati sulla carta dello stesso costo del mostro che vogliamo evocare, quindi per esempio due mostri con 4 stelline. I mostri Link invece hanno una caratteristica carte di colore blu e possono essere evocati solo seguendo le istruzioni presenti sulla carta, come per esempio usare 3 mostri con effetto. I mostri Link sono sprovvisti di punti difesa e solitamente vengono evocati in quelle caselle intermedie citate prima, ma non è obbligatorio. La loro grande particolarità è che sulla loro carta sono presenti alcune frecce: le caselle o i mostri indicati dalla freccia otterranno degli effetti bonus dati dal mostro Link. Ultimi i mostri Pendulum: questi sono di qualsiasi tipo, cioè possono essere anche carte Xyz o Synchro, ma la loro peculiarità è che possono essere utilizzati sia come mostri che come carte magia, ed una volta che occupano due posizioni estreme nelle caselle dedicate alle carte magia posso permettere evocazioni speciali ed assortite. Dopo avervi bombardato di così tante informazioni possiamo andare a parlare di com’è strutturato Yu-Gi-Oh! Master Duel.

Per molti versi si tratta del simulatore più completo mai visto di Yu-Gi-Oh! diversamente dal suo piccolo fratellino Yu-Gi-Oh! Duel Links che vedeva la possibilità di giocare solo con tre caselle per lato, perché ideato principalmente per girare su dispositivi mobile ed essere giocato verticalmente. Master Duel ci offre sia una modalità solitaria che competitiva, ma anche la possibilità di affrontare amici in amichevole. La parte single player si presenta più ampia e ben costruita di quanto mi aspettassi, sapendo anche accendere un sentore di sfida complessa tutt’altro che scontato. Sono presenti diversi “cancelli” e dentro ognuno sarà possibile disputare incontri tematizzati con i più famosi archetipi ed espansioni del gioco. Inoltre, dentro ad ogni capitolo saranno anche presenti piccoli filmati dedicati alla lore e alla storia dietro ad ogni tipologia di carta, fattore molto interessante che sicuramente farà piacere ai più appassionati e curiosi. Ogni sfida, inoltre, può essere affrontata sia con un mazzo in prestito che con un proprio mazzo personalizzato, avendo ovviamente a disposizioni ricompense differenti per ogni distinto successo. La modalità competitiva invece è strutturata nel più classico dei modi, con vari ranghi da scalare; vincendo si sale di rango e perdendo invece potremmo essere declassati. Unica differenza rispetto ai più classici giochi di carte online è che non è presente una modalità “standard” che limita l’utilizzo di carte ristretto alle espansioni più recenti, ma bensì sono ammesse tutte le carte disponibili nel gioco che, per intenderci sono circa 10.000.

Essendo Yu-Gi-Oh! Duel Master un gioco free to play è scontato l’inserimento di micro-transizioni e i pacchetti ve li dovrete acquistare tramite le gemme (valuta di gioco) e le stesse possono essere acquistate tramite soldi reali appunto. Nonostante all’inizio sia abbastanza facile accumulare gemme, c’è da dire che per comporre un mazzo competitivo sarà necessario “sbustare” un bel po’ di pacchetti, dato che come ho riferito prima, sono ammesse tutte le carte e di conseguenza i mazzi più performanti contengono per lo più carte ultra-rare. C’è anche da dire che le singole carte possono essere direttamente create utilizzando speciali punti forniti dalle carte doppie, ma questo di certo non rende più facile l’ottenimento delle carte da noi desiderate, per lo meno nel numero in cui ci servono. Un’altra particolarità di Master Duel è che il negozio offre solo alcuni pacchetti “generali” di carte, ma una volta trovata una figurina di un determinato set sbloccheremo automaticamente una Busta Segreta, ovvero il pacchetto dedicato esclusivamente all’archetipo della carta trovata; questa busta inoltre sarà disponibile solo per 24 ore e se la vorremo riottenere si dovrà ritrovare una figurina di quel dato set. Insomma, giocare Yu-Gi-Oh! in free to play a livello competitivo, senza spendere soldi veri, risulta abbastanza difficile, non impossibile, ma dovrete sicuramente armarvi di molta pazienza.

Tirando le somme, questo nuovo prodotto di Konami sembra essere in tutto e per tutto il simulatore di Yu-Gi-Oh! più completo mai visto. Il numero di carte è veramente esorbitante e se tornate solo ora ad approcciarvi al gioco dopo anni può risultare anche rintronante per tutte le novità aggiunte con il tempo e la sua evoluzione. Apprezziamo ovviamente il fatto che ci sia una modalità single player al suo interno, anche ben curata e che può intrattenere chi vuole magari imparare per la prima volta il gioco, oppure chi non ha alcun interesse nel giocare competitivamente. L’economia di gioco sembra anche essere ben bilanciata, anche se avere le Buste Segrete disponibili sono per un tempo limitato può risultare frustrante, oltre che eccessivamente “furbo” per invogliare a spendere denaro sonante. Allo stesso modo può essere problematico il fatto di non avere limiti nel competitivo e quindi essere quasi costretti a crearsi un mazzo con solo carte Ultra-Rare per stare al passo con i tempi. In sostanza, gli amanti dei card game non se lo dovrebbero lasciare scappare, chi è nostalgico dei vecchi tempi può sicuramente trovare vecchie conoscenze e chi si approccia per la prima volta può trovare un ambiente semi confortevole nella modalità single player; il resto sta a voi, come sta a voi credere sempre nel cuore delle carte.
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