Batman: La Maschera del Fantasma-Recensione

Il miglior film di Batman di sempre!

Fra tutti i supereroi del mondo, Batman è fra quelli che conta più apparizioni sul grande schermo, in un mix di film con attori in carne ed ossa ed exploit animati.
Oggi parliamo proprio di uno di questi ultimi, avvenuto in un momento storico, dove il cavaliere oscuro stava avendo un vero e proprio rinascimento mediatico, figlio di una serie di grandi film in live action e di una serie animata considerata ancora oggi un capolavoro del genere.
Film del 1993, sceneggiato da Alan Burnett (con qualche aiutino da parte di Martin Pasko, Micheal Reaves e Paul Dini), su regia di Eric Radomski e Bruce Timm, La Maschera del Fantasma è il primo lungometraggio animato dedicato al cavaliere oscuro, che non dimentichiami essere stato creato da Bill Finger e Bob Kane nel 1939.
Il film, commissionato dopo il successo planetario della prima stagione della serie animata realizzata dal team creativo sopracitato, verrà prima considerato come un episodio “lungo” della serie, da rilasciare direttamente in home video, ma in seguito Warner Bros sceglierà di rischiare, portandolo direttamente al cinema, ad un anno di distanza dal film live action Batman: Returns.
Sebbene la trama sia effetivamente molto semplice, è di sicuro molto efficace: a Gotham City è arrivato un nuovo vigilante oscuro chiamato il Fantasma (Stacy Keach), che sembra ricordare Bruce Wayne/Batman (Kevin Controy), ma, al contrario dell’uomo pipistrello, questo uccide le sue vittime. La polizia si mette così sulle tracce dell’uomo pipistrello, che, aiutato dal fido maggiordomo Alfred (Efrem Zimbalist Jr), si trova però invischiato anche nel ritorno della sua vecchia fiamma, Andrea Beaumont (Dana Delaney). La nostra, figlia di un famoso criminale, si era allontana da Gotham, ma ora che il Fantasma sembra eliminare tutti i vecchi colleghi del padre, anche la nostra si trova nel mirino dei due vigilanti, uno che forse la vuole eliminare e l’altro che per lei prova qualcosa di più che una semplice amicizia. Nell’equazione poi subentra anche il Joker (Mark Hamill), che in passato era stato un piccolo criminale della gang inseguita dal Fantasma.

Che fine farà Bruce Wayne? Fermerà il criminale, o deciderà di crearsi una nuova vita con Andrea?
Il film si svolge su due piani temporali diversi, il passato, dove Bruce non è ancora Batman, e il presente dove il nostro lotta contro il Fantasma. La regia delle due epoche, e i parallelismi che si vengono a creare, sono un qualcosa di magistrale, che ci regalano un film che in grado di raccontare due storie estremamente diverse, ma legate a doppio filo tanto da sembrare uguali.
Tutto il film inoltre risulta essere un raffinato giochi di specchi, dove ogni singolo personaggio riesce a trovare una sua controparte in un altro, in un gioco di ironia amara che ben si sposa con l’idea stessa di Batman.
L’animazione è fluida, ma più solida rispetto a quella della serie animata “classica”, il che dà al tutto una certa gravitas, non presente in tutti gli episodi del cartone. Questa maggiore qualità lascia sorpresi, visto che in principio la pellicola non doveva essere portata al cinema. Oppure no, visto che la qualità della serie animata era davvero anni luce davanti a quasi tutto quello che passava in TV. Dipende da voi decidere.
Il personaggio “nuovo”, della Beaumont, sebbene prenda a mani basse da numerosi archetipi di “fidanzate” dell’eroe, se la cava molto bene, e risulta un ottimo inserimento anche perchè si tratta di una mossa organica, non di una carrambata messa lì tanto per fare, cosa che putroppo abbiamo visto sempre molto spesso nelle varie avventure del cavaliere oscuro.
L’uso del Joker, non come cattivo vero e proprio, ma come personaggio di supporto…e qui mi pentirò per sempre di averlo detto: funziona davvero. La voce di un critico è anche la sua costanza, e se io che non apprezzo il Joker quasi mai, vi dico che qui il personaggio è gestito davvero bene… forse questa volta è vero.

Mi è davvero dificile trovare del negativo nel parlare di questo film, ma se devo farlo (e devo), si può dire che il terzo atto risulta piuttosto debole, e che il colpo di scena del film è facilmente prevedibile.
È opinione comune che la parte più bella del personaggio Batman, siano i suoi nemici. È comprensibile dopotutto, perchè un personaggio viene spesso definito dalle sfide che affronta, ma ci si dimentica spesso e volentieri che il peggior nemico di Batman, non è certo Edward Nygma, o Harvey Dent, o Victor Fries. Il peggior nemico di Batman è il suo passato. Quel ricordo, quella paura che non smette mai di provare e che vuole evitare che altri provino. Le origini di Batman si raccontano letteralmente in una pagina, ma le implicazioni che queste ultime hanno… beh non si raccontano in una vita. Il giuramento che Bruce Wayne fa, dopo la morte dei suoi genitori, con la forza e la determinazione che solo un bambino di otto anni può avere, ha gli stessi limiti che ha un bambino di otto anni: il tempo.
La Maschera del Fantasma, è un film sul rapporto che abbiamo col nostro passato e su come le nostre scelte vengano influenzate dal nostro futuro e da cose che non ci saremmo mai aspettati.

Si dice che Batman sia figo perchè è un supereroe “umano”, beh, in “La maschera del Fantasma” il nostro lo dimostra, dimostra di saper fallire, di non sapere cosa fare, di essere semplicemente un uomo molto ricco, che però ha perso tutto quello che era importante per lui. E quando la felicità arriva a bussare alla sua porta…. non sa che fare. Una storia sì da soap opera, con alcune scelte narrative francamente esagerate nella loro convenienza, ma siamo lo stesso dentro un cartone animato, dentro un film a cartoni animati, che prova a fare qualcosa che nessuno aveva, o avrà ancora provato a fare: un film di Batman, dove il focus è Batman. Non il mondo attorno a lui, non i suoi nemici, non i grandi sistemi della vita. Certo, ci sono anche quelli, c’è l’azione, coreografata come poesia in movimento, c’è il pathos, puro come acqua di sorgente, ma c’è Batman. Non James Bond con la tutina, non il filosofo da terza liceo, ma Batman. Il bambino spaventato, il maestro di arti marziali, il picchiatello che tutti noi (o quasi) adoriamo.
Ho già parlato del gioco di specchi che si viene a creare in questo film, ma vale la pena ripeterlo, perchè porca miseria se è tutto sottile ma chiaro. Ed è un gioco di specchi pure questo, meta allo stato puro.
Il film è un gioco ad incastri, un mistero degno del più grande detective del mondo, dove gli indizi ci sono tutti per capire assieme a Batman tutte le implicazioni di questa storia, che è costruita per stupire, anche quando le cose sembrano ovvie. Ridendo e scherzano, la linea di giocattoli che uscì assieme al film fu fonte di uno spoiler clamoroso, che però, anche se capito, non toglie nulla alla potenza del film e ad alcune delle più belle scene non solo della storia della serie animata, ma proprio di Batman in generale.
Non si può non citare il momento in cui un giovane Bruce si scopre innamorato, e in lacrime si reca alla tomba dei suoi genitori urlando “Mi spiace, non so se riuscirò a portare alla fine il mio giuramento… io… non immaginavo di poter esser di nuovo felice”.
Non ci vogliono duemila parole per esprimere la tragica profondità di un personaggio così poliedrico, che finalmente si dimostra quello che tutti dicono che lui sia, ma che non era mai riuscito veramente a mostrare.
La Maschera del Fantasma fa una cosa ovvia, che paradossalmente non era mai stata fatta. Certo, ci sono stati molti altri film con Batman interessanti o belli. Ma film SU Batman… beh, quella è tutta un’altra storia. Se siete già pronti a vederlo, o rivederlo, fatemi spazio. A questo film non dico mai di no.

Pro
  • – Probabilmente il film che più cattura lo spirito di Batman
  • – Personaggi indimenticabili
  • – Una psicologia dei personaggi mai vista
  • – Un film per bambini, che rispetta l’intelligenza dei suoi spettatori
Contro
  • – Il colpo di scena più grosso, è abbastanza prevedibile

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