Quando l’istinto innesca la ragione
Qualche mese fa Netflix ha pubblicato sulla sua piattaforma una serie anime molto apprezzata e divenuta piuttosto popolare, che però ha rischiato di rimanere un po’ nascosta. Sto parlando di Beastars, serie tratta dall’omonimo manga di Paru Itagaki pubblicato nel 2016. Nonostante un po’ di diffidenza iniziale per le ambientazioni e le tematiche che lo rendevano la versione giapponese di Zootropolis, questa ormai si può considerare completamente superata. Sia la serie cartacea che la trasposizione animata prodotta da Orange Animation si sono infatti distinte nel panorama mediatico attuale ed hanno dimostrato di saper brillare di luce propria riuscendo a stupire molti appassionati, me incluso.

Ambientato in una società moderna popolata da animali antropomorfi dove si è formata una forte armonia tra erbivori e carnivori, le vicende della storia prendono luogo nell’Istituto Cherryton, dove uno studente, un alpaca di nome Tem, viene brutalmente ucciso e divorato. La notizia sconvolge tutti, innescando il pregiudizio nei confronti dei carnivori. Chi ne rimane maggiormente colpito è Legoshi, un imponente e solitario lupo grigio molto amico della vittima, membro del club di teatro come tecnico alle luci. Tuttavia la sua situazione cambia drasticamente quando, nel fare da palo di una prova irregolare di notte, scorge la presenza di Haru, una coniglietta nana, e, sopraffatto dai suoi istinti da predatore, l’aggredisce. Riprenderà coscienza quando verrà chiamato da un altro studente. Nel comprendere chi sia veramente la coniglietta, nota nella scuola come una ragazza facile, Legoshi inizierà ad interrogarsi se sia davvero attratto da lei o se la vede solamente come una preda; anche la stessa Haru, che sente che sia stato Legoshi a ferirla, si chiederà quale sia la vera indole del lupo. Non esiste però triangolo amoroso senza un terzo vertice, rappresentato da Louis, un popolare cervo rosso che ha avuto una relazione con Haru e per la quale sente di provare sentimenti.

Meglio che mi fermi qui con la parte narrativa, ma sappiate che la storia che Beastars ci racconta è molto più matura e seria di quel che può sembrare ad una prima occhiata, non solo per quanto riguarda l’introspezione psicologica sulla mentalità adolescenziale, tipica di molti media nipponici, ma anche per come viene rappresentata la società che fa da sfondo alla trama, molto simile ad una società moderna, in tutte le sue facciate. Giusto per non fare un esempio senza eccessivi spoiler, basti pensare all’esistenza di un sistema, assolutamente illegale, necessario ai carnivori per appagare e controllare i loro istinti da cacciatori, che continuano a condizionarli, ossia un mercato nero dove viene venduta la carne. Riguardo le due specie che popolano questo mondo, molto intelligentemente nessuna delle due viene bollata come quella positiva e quella negativa, ma ci sono posizioni condivisibili da entrambe le parti, cosa che tende a diventare più evidente man mano che si va avanti.

Sul versante visivo, sebbene la scelta della computer grafica, mai troppo apprezzata, abbia inizialmente fatto un po’ storcere il naso, l’animazione si è rivelata veramente ben riuscita, non solo a livello estetico, ricalcando le tipiche animazioni in 2D, ma anche espressivo: i personaggi hanno movenze molto credibili ed anche piuttosto realistiche, e sempre in maniera coerente con il ritmo della scena. Sono proprio pochi i difetti grafici, tanto da passare quasi sempre inosservati. Parlando invece dell’audio, i tema musicali sono tutti ispirati e sempre perfettamente adattati alle scene, creando atmosfere eccellenti. Il lavoro di adattamento e doppiaggio in italiano è impeccabile, e personalmente mi ha anche riserbato una piccola sorpresa: il doppiatore di Louis è lo stesso di Light Yagami di Death Note, serie che ho apprezzato tantissimo, e sentire la sua voce in questa serie era l’ultima delle mie aspettative.

Orange Animation è riuscita a dare a Beastars una dignitosa trasposizione animata che merita assolutamente di essere guardata ed apprezzata. Una serie capace veramente di stupire, che si dimostra molto matura e profonda dietro la patina poco seria che ad un primo sguardo potrebbe mostrare. La perfetta dimostrazione che manga e anime non sono solo rappresentazioni complesse ma esilaranti allo stesso tempo, oltre che azione ai massimi livelli, come comunemente vengono descritti. Mentre tantissimi fan, me compreso, attendono l’arrivo della seconda stagione, fareste bene a recuperare la visione della prima, passando oltre a tutti i pregiudizi che potrebbe generare l’aver visto il trailer, come l’ambientazione o l’utilizzo della CGI, e che rischiano di farvi perdere questa grande perla nell’attuale panorama degli anime.
