Beastars Seconda Stagione – Recensione

Chi è il feroce assassino?

Beastars si rivelato un prodotto particolarissimo tra i media nipponici: dietro un mondo di animali antropomorfi, tipico di moltissime produzioni occidentali più ovattate e fiabesche, si nascondeva una profondità narrativa eccezionale e tematiche molto più adulte rispetto all’apparenza. Il manga, scritto e disegnato da Paru Itagaki, è terminato un anno fa, ma la sua trasposizione ad opera di Orange Animation è ancora in corso, con attualmente due stagioni uscite. Dopo la prima, senza dubbio entusiasmante, è il momento di raccontarvi come continua la storia di Legoshi.

La narrativa riprende esattamente da dove si era interrotta, ma con un incipit che va a parare esattamente dove molti volevano, ossia sull’assassino di Tem: chi è stato ad ucciderlo e divorarlo? E soprattutto, perché? A tali domande sarà Legoshi a cercare le risposte, incarico affidatogli dalla guardia della scuola. Ma l’assassino si rende conto che qualcuno gli sta dando la caccia, e per questo tenterà di aggredirlo ed eliminarlo. Ciò porterà il lupo grigio a sottoporsi ad un duro addestramento per riuscire ad affrontarlo. Intanto, la situazione dell’Istituto Cherryton risulta sempre più traballante: partendo dal popolare Louis, che decide lasciare gli studi per dedicarsi ad altre, sconvolgenti attività, fino a giungere ad uno spiacevole incidente in cui un carnivoro ferisce un altro studente, cosa che porterà la direzione scolastica a riconsiderare l’idea di separare erbivori e carnivori e nullificare i passati sforzi per rendere l’istituto quanto più inclusivo possibile per far coesistere ogni specie animale.

Se il primo arco narrativo si concentrava sulle conseguenze dell’omicidio tra gli studenti dell’istituto, questo secondo amplia il lato thriller della storia, senza rinunciare minimamente all’introspezione psicologica, già ottima nella prima stagione. Legoshi e Louis sono cardini di questo aspetto, con risvolti piuttosto inaspettati, e lo stesso assassino si dimostra un personaggio molto più profondo di quanto ci si possa aspettare. La geniale rappresentazione della società continua sempre con maggiore profondità, in un modo tanto interessante da riuscire a volte ad adombrare le stesse vicende. Inutile dire che il lato narrativo è il cuore pulsante di Beastars, proponendo una storia estremamente coinvolgente, da vedere tutta d’un fiato. L’unico problema sta negli avvenimenti secondari: la maggior parte delle volte essi fungono da chiave di lettura di quelli principali, pertanto seguire la serie in modo poco attento può comprometterne la comprensione.

Sul versante visivo, Orange Animation riconferma il buon lavoro già fatto con la prima stagione: la computer grafica che anima la storia è fatta piuttosto bene, offrendo molti dettagli sia per i personaggi che per i fondali. L’unico “neo” dell’animazione risiede nei personaggi secondari, anzi comparse, per cui si adopera un’animazione 2D che cozza nel complesso, ma per cui lo studio ha giocato con diverse colorazioni per nascondere lo stacco stilistico. Il comparto sonoro migliora quanto già fatto, e il doppiaggio italiano continua ad essere ottimo. Riconfermiamo, inoltre, il ritorno di tutte le voci originali giapponesi, che riescono a rendere i personaggi, se possibile, ancora più caratterizzati rispetto alla serie precedente.

Orange Animation continua con l’adattamento animato del manga di Paru Itagaki proponendo una serie che può solo ribadire l’ottimo lavoro della prima stagione. Al netto di un’animazione con piccoli difetti ed una complessità narrativa non indifferente, Beastars si rivela una serie profonda e matura, capace di tenerci incollati allo schermo fino alla fine, e dimostrando nuovamente quant l’apparenza possa ingannare. Nell’attesa della terza stagione, vi consigliamo caldamente di recuperarlo e seguirlo. Beastars si è rivelato ancora una volta non solo piuttosto atipico, ma anche più coinvolgente di quanto si potesse immaginare.

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