Belle – Recensione

L’ultima perla di Mamoru Hosoda

Belle, in originale Ryū to Sobakasu no Hime (letteralmente Il Drago e la Principessa Lentigginosa), l’ultimo film del celebre regista Mamoru Hosoda, è uscito recentemente nelle sale italiane. Considerando il curriculum dell’autore, che comprende opere del calibro di Mirai e The Boy and the Beast, c’era da aspettarsi una storia emozionante dal sapore onirico… ma ce l’ha fatta anche questa volta? In poche parole, si: Belle è un film indimenticabile e imperdibile, ed ora vi spiegheremo il perché.

La Bella e il Drago

Bell nel social U

U è un particolare social network dove chiunque può iniziare una nuova vita, con un avatar, chiamato AS, che tende a rispecchiare le caratteristiche fisiche dell’utente. Suzu (letteralmente “campana” in giapponese) è una ragazza orfana di madre che, con l’aiuto dell’amica Hiro, entra in U con lo pseudonimo Bell, così da dedicarsi alla sua più grande passione: il canto. In poco tempo, Bell diventa una cantante popolarissima sul social, venendo chiamata Belle (“Bella” in francese), ma la sua popolarità darà inizio ad un evento sconvolgente: durante un concerto in diretta irrompe “Il Drago”, un avatar dall’aspetto mostruoso, con caratteristiche ferite lungo la schiena, e dal carattere violento. Nonostante la reputazione di quest’ultimo non proprio positiva, Suzu sente che c’è qualcosa di insolito in lui e inizierà a cercarlo, soprattutto per capire chi si cela dietro questo avatar.

Sia esteticamente che caratterialmente, il Drago è il personaggio più interessante

Se per caso avete sentito l’eco della classica fiaba La Bella e la Bestia, che conoscerete molto probabilmente per il film Disney tratto da essa, vi assicuro che l’ispirazione va ben oltre, con delle scene in particolare che sono un richiamo al classico Disney allo stato puro. Nel contesto di U viene affrontata la tematica del conoscere solo una maschera di una persona, cosa che nei social è estremamente accentuata, portando momenti emozionanti semplicemente indimenticabili. In realtà, le tematiche sono molteplici, alcune introdotte anche nel mezzo del film, ma il ritmo di questo viaggio onirico non viene minimamente intaccato, anzi, la progressione risulta molto ben congegnata.

Animazioni e canzoni… virtuali

La resa grafica di U è ottima, un bello schiaffo morale al pregiudizio contro la CGI

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Belle alterna momenti in classica animazione 2D per mostrare il mondo reale, ad altri in computer grafica 3D, nella realtà virtuale di U, e in entrambi i casi l’animazione si regge in piedi dignitosamente. I design sono tutti ottimi, soprattutto quelli degli AS, bizzarri e carismatici, con Bell e il Drago che difficilmente si staccano dalla mente. La colonna sonora è forse l’apice raggiunto dal film, con non solo ottime tracce d’atmosfera, ma anche canzoni in giapponese (il più delle volte cantate da Kaho Nakamura che è l’originale voce di Suzu) semplicemente magnifiche. Il doppiaggio italiano risulta piuttosto buono, con doppiatori come Lucrezia Marricchi (Suzu/Bell) e Manuel Meli (Drago).

Commento finale

Mamoru Hosoda e Studio Chizu hanno colpito ancora con un film semplicemente imperdibile. Belle è a mani basse un’opera straordinaria, capace di immergerci in una classica storia sotto una differente luce, più moderna. Suzu/Bell e il Drago sono personaggi che non si possono dimenticare, a cui si aggiungono una stupenda colonna sonora e un’ottima animazione. Siamo davanti ad una perla da vedere almeno una volta nella vita.

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