Temete gli artigli della Pantera!
Diciottesimo film nel grande affresco dell’universo filmico della Marvel, Black Panther prende luogo poco dopo “Capitan America 3: C’avevamo il miglior cattivo Marvel mai fatto Civil War”, ma il film fa un ottimo lavoro nello spiegarvi tutto quello che c’è da sapere. Ma proprio tutto.
Il regista della pellicola è Ryan Coogler (Creed), che ha scritto la sceneggiatura assieme a Joe Robert Cole (American Crime Story). La pellicola si basa sul personaggio creato da Stan “The Man” Lee e Jack “King” Kirby, nel 1962.
La trama del film, segue le avventure di T’Challa (Chadwick Boseman), figlio del re T’Chaka (John Kani da anziano, Atanda Kwani da giovane) che, dopo la morte del padre, si trova suo malgrado a prendere il comando del suo paese, il Wakanda, come sovrano e simbolo spirituale nella forma del sacerdote guerriero noto come Black Panther.
Il piccolo stato africano nasconde però non pochi segreti, come una montagna di Vibranio, un metallo alieno che rende il Wakanda il paese più avanzato sulla Terra, sebbene lo tenga nascosto per evitare di essere meta di colonialisti e conquistatori.

T’challa si troverà così con un grosso peso sulle spalle, dovendo capire che pesante è il capo di chi porta la corona, ma sarà spalleggiato da numerosi alleati come la madre Ramonda (Angela Bassett). la sorella geniale Shuri (Letitia Wright), il generale dell’esercito tutto al femminile Okoye (Danai Gurira), la spia ed ex amante Nakia (Lupita Nyong’o), il saggio Zuri (Forest Whitaker) e il capo dell’esercito sul confine del Wakanda,W’Kabi (Daniel Kaluuya). Sulla strada del re si metteranno però molti ostacoli, come il contrabbandiere Ulysses Klaue (Andy Serkins), l’agente dalla CIA Everett K. Ross (Martin Freeman), il rivale tribale M’Baku (Winston Duke), e il misterioso Eric Stephens (Micheal B. Jordan). Riuscirà T’Challa a portare il suo paese nel futuro? O resterà una nota a piè di pagina nella storia del mondo?
Da un lato prettamente tecnico, il film è una gioia per gli occhi. Un sapiente uso delle ombre, dei giochi di luce e soprattutto dei colori, danno al film un tono molto particolare, che riesce a dare una vera personalità anche alle ambientazioni, creando un Wakanda vivo e vibrante senza rompere mai la sospensione dell’incredulità rispetto al fatto che un posto simile, in un mondo così costruito, possa effettivamente esistere.
Se siete dei nerd, vi posso dire che ad oggi, questo è uno dei film più fedeli al materiale originale di sempre, e se non lo siete, vi giuro che fanno del loro meglio per spiegare tutto nel modo più semplice possibile.

Finalmente, finalmente ci sono più personaggi femminili in gamba, importanti e soprattutto ben sviluppati. Certo, c’è ancora da lavorare, alcuni hanno una nota di personalità sola, e devo dire che se Shuri avesse urlato ancora una volta “FRATELLO” sarei uscito dal cinema in lacrime, ma devo dire che l’impegno c’è, e questo va solo che applaudito, soprattutto il dialogo fra Nakia e Okoye, che ho trovato favoloso.
Il cattivo del film, è un’arma a doppio taglio. Se da un lato ha delle motivazioni interessanti, ed è davvero un personaggio pericoloso e che riflette l’eroe, dall’altro….be ne parlo più sotto.
Chadwick Boseman si dimostra un protagonista molto forte, con il quale è facile identificarsi, ma anche un nuovo tipo di eroe Marvel, quello il cui segreto e le cui responsabilità sono molto più amplificate. E,poi, datemi del sentimentale, ma finalmente molti più bambini potranno avere un personaggio con il quale dire “Ehi ma lui somiglia a me”.
Nota positiva anche per M’Baku, sul quale non avrei scommesso una lira, e invece funziona anche abbastanza bene.
E questa è la nota da nerd. Fan di Jungle Action di Don McGregor? Sarete al settimo cielo.

Dal lato più negativo della vicenda però, devo dire che una scelta di adattamento, è un clichè bello e buono, che mi riesce difficile sopportare, perchè poco redimibile da scelte di trama successive. Oltre al danno la beffa, il clichè si basa sul cattivo, che pur avendo una storia con il quale è facile empatizzare, nell’agire risulta invece piuttosto mediocre. Comprendo che forse fosse quella l’idea degli sceneggiatori, ma lo stesso, non sono convinto al 100%. I dialoghi sono a volte piuttosto piatti, con alcune punte di ottimo, ma alcuni bassi di pessimo che d’accordo, si possono controbilanciare, ma in alcuni casi sono davvero un po’ tanto pesanti.
Alcuni momenti nel climax del film, sono francamente superflui, e rendono una scena d’azione finale magistrale, un pelo pesante. E se l’azione ti annoia, allora stai facendo un grosso errore. Il film ha un paio di buchini nella trama, non troppo preponderanti, ma non sarebbe onesto far finta di niente.
In modo molto semplice, quando il buono supera il cattivo, allora abbiamo di fronte un bel prodotto. Black Panther, nel parere di chi scrive, non è solo un buon prodotto, ma un ottimo prodotto, uno dei film più belli dell’universo marvel filmico. Forse non proprio il più bello, ne quello che prende più rischi, ma sicuramente un film che ha una giusta misura.
Capirete bene che per un finto critico da internet, sia facile trovare simbolismi dove non ce ne sono, ma è emblematico come questo sia un film sull’equilibrio. L’equilibrio che deve trovare T’challa fra l’essere re ed un uomo buono, e l’equilibrio fra un film tutto sommato politico che è anche un pellicola da pop corn con i supereroi.
Sarebbe sciocco ignorare il forte messaggio sociale del film, e infatti non lo faremo dicendo: era ora cribbio.

Black Panther impara la lezione dai film precedenti al suo, e riesce spesso e volentieri a prendersi dei rischi che altre pellicole non potrebbero. Perchè Black Panther mette il piede sull’acceleratore del fumetto, non avendo paura di mostrarci per prima cosa Boseman con la maschera, cosa che spesso e volentieri non succede con altri personaggi, ma anche inquadrature ed idee tipiche di quel mondo bizzarro che è l’universo dei comics. Perle olografiche, macchine guidate a distanza, tute antiproiettile cambiacolore…Black Panther apre lo spettatore ad un mondo di possibilità infinite, che lasciano a bocca aperta, per creatività, ed in alcuni casi anche poesia, in un mix techno/tribale, che prende in pieno lo spirito del personaggio, e lo trasporta verso un audience sempre più grande.
Certo, in alcuni punti il film zoppica, anche a causa dei numerosissimi personaggi che introduce, che in alcuni casi sono gestiti magistralmente, mentre in altri sembrano messi lì solo per fare nome, o presenza, ma che spesso finiscono per intasare un po’ il ritmo del film.
Ma, se devo dire la mia, e se voi state leggendo questo articolo allora pensate che ascoltarmi sia una buona idea, io ho avuto un’esperienza molto particolare con questo film. Non mi capita spesso di commuovermi mentre vedo un film, specialmente un film di supereroi. Ma quando vedi la Pantera fare esattamente le stesse cose che faceva nel fumetto Jungle Action, quando vedi un uomo solo contro un esercito, che combatte come se stesse danzado, allora ci vedi un uomo. Un uomo che ha creato un mondo, e quel mondo è il tuo mondo, il mondo dei fumetti. In questo film, ci ho visto molto, molto Jack “King” Kirby, e le sue tavole dove un sol uomo ne ferma venti. E la sapete una cosa? Penso che questo film gli sarebbe piaciuto un sacco. Come è piaciuto un sacco anche a me.
Black Panther non è solo un passo in avanti per il suo ‘universo cinematografico. Ma è un balzo in avanti. Ovviamente, un balzo di Pantera.
- – Grandi personaggi femminili
- – Colonna sonora spettacolare e dinamica
- – Azione al fulmicotone
- – Scenografie mozzafiato
- – Un eroe Marvel un po’ diverso
- – Un cattivo Marvel finalmente non monodimensionale
- – Dialoghi non sempre brillanti
- – Qualche buco nella trama
- – Alcune parti francamante superflue

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