Demon Slayer stagione 2 – Recensione

Demon Slayer è stata una delle più incredibili sorprese tra i manga degli ultimi anni, e in parallelo non potevamo che aspettarci risultati positivi e incoraggianti anche per la controparte animata. Sotto la mano di Ufotable la prima stagione nel 2019 è stata acclamata all’unisono da critica e pubblico e le aspettative erano altissime per la seconda stagione. Vedendo quest’ultima produzione siamo rimasti stregati dalle qualità di un’opera che visivamente e artisticamente si presenta come una delle più piacevoli conferme in ambito shonen.

La seconda stagione di Demon Slayer getta nuovi standard qualitativi per gli amanti dei combattimenti spettacolarizzati su schermo

Quando si parla della seconda stagione di Demon Slayer, in realtà, è necessario una piccola premessa. Dopo l’uscita del film che si occupava della trasposizione dei nefasti eventi sul treno Mugen e del Pilastro delle Fiamme Rengoku il team ha deciso di riproporre gli stessi sotto forma di 7 episodi, con qualche piccola aggiunta tecnica, e solo in seguito concentrarsi sull’effettivo nuovo arco narrativo. Nello specifico parliamo dei capitoli dedicati al Quartiere a Luci Rosse, proposti su 11 episodi qualitativamente di spessore e ricchi di materiale per far gioire ogni appassionato. Un concentrato di adrenalina ed emozioni che solo nelle prime puntate si prende qualche pausa narrativa dal ritmo più blando, per poi lasciare ai combattimenti le luci del palcoscenico. 

Nello specifico, Tanjiro e compagni si ritrovano a seguire il Pilastro del Suono nel quartiere a luci rosse, alla ricerca delle mogli inviate come spie nei giorni precedenti per indagare su oscure sparizioni legati alla presenza di un demone di alto rango. Ovviamente non mancano alcuni momenti più leggeri e divertenti, soprattutto legati al solito comportamento no sense di Inosuke, ma i combattimenti rimango il fulcro di tutta la stagione, riprendendo e alzando la già elevata qualitatà delle precedenti produzioni. Più che in passato si vede la mano di Ufotable nel riprendere ed evolvere tecniche dalla serie Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works, tra movimenti e attacchi speciali che si alternando a un ritmo incessante di colpi per interi episodi, graditi capovolgimenti di fronte e lame che danzano su schermo tenendo sempre alta l’attenzione dello spettatore. Merito anche di un discreto lavoro fatto sulla caratterizzazione dei nuovi personaggi presenti; non solo il Pilastro del Suono Tenzen riesce (in parte) a farci dimenticare la sofferenza per la dipartita di un precedente personaggio, ma anche sul Demone della sesta sesta luna crescente – ricordiamo essere l’élite dei demoni dal punto di vista gerarchico per potenza e influenza – troviamo un buon lavoro e alcune sorprese che non vogliamo minimamente spoilerarvi.

Finalmente con la seconda stagione di Demon Slayer Tanjiro scopre qualcosa in più sul suo passato e sulle origini dei suoi poteri. Niente però che conferisca power up a caso o mal introdotti nella narrazione, se non una costante e trasparente consapevolezza dei rapporti di forza tra le fazioni in gioco che viene sempre ribadita, oppure scalfita tramite apposite spiegazioni che non intaccano il ritmo delle vicende in continua evoluzione. La sensazione rimane quella di una piacevolissima stagione “ponte” per vicende che possono scatenare un interessante effetto domino per il futuro della serie, magari capace di coinvolgere più gruppi di personaggi su scontri massivi in qualche guerra come visto in produzioni analoghe.

In conclusione

La seconda stagione di Demon Slayer si conferma come una delle più piacevoli e riuscite produzioni degli ultimi anni in ambito shonen e non solo. Dopo un primo arco narrativo più corposo, queste 11 puntate concentrano tutta la frenesia degli scontri in un crescendo emotivo che non presenta quasi mai dei tempi morti, e che esplode come fuochi d’artificio nelle ultime due puntate. Rimane qualche dubbio sulla scelta di dedicare alcune puntate sulla riproposizione delle vicende del Treno Mugen in scala 1:1 rispetto al film, magari questioni e logiche produttive legate alla pandemia che hanno in parte danneggiato l’uscita al cinema, così come avremmo preferito alcuni tempi più dilatati e simili a quanto visto sulla controparte cartaceo per l’introduzione al quartiere a luci rosse, ma si tratta davvero di minuzie rispetto alla qualità corale dell’opera. Avete apprezzato la prima stagione e il film di Demon Slayer? Allora amerete anche questo seguito senza remore.

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