Siamo in una galassia di guai
Film del 2017, scritto e diretto da James Gunn, già autore del primo episodio della saga, Guardiani della Galassia Vol 2, è il lungometraggio numero 15 di Marvel’s Studios e, come quelli precedenti, prende vita nello stesso universo narrativo condiviso. La pellicola, si basa sul team di Guardiani messo insieme da Dan Abnett e Andy Lanning, ma creati da Steve Englehart e Steve Gan (Star-Lord e con Don Heck, Mantis), Jim Starlin (Gamora e con Mike Friederich anche Drax), Bill Mantlo e Ketih Giffen (Rocket), John Buscema e Roger Stern (Nebula), Stan Lee Larry Lieber e Jack “King” Kirby (Groot).

La trama, prende piede dopo gli eventi del primo film. I Guardiani della Galassia composti dal procione Rocket (interpretato fisicamente da Sean Gunn, ma doppiato da Bradley Cooper), il muscoloso Drax (Dave Bautista), la pericolosa Gamora (Zoe Saldana), il piccolo Groot (Vin Diesel) e il leggendario Star-Lord (Chris Pratt) vengono assoldati dagli alieni Sovereign, guidati dalla sacerdotessa Ayesha (Elizabeth Debicki), per difendere delle preziose batterie, in cambio della vita della sorella di Gamora, la malvagia Nebula (Karen Gillian). Quando Rocket decide che forse potrebbe fare due soldi con quello che stavano proteggendo, il gruppo viene inseguito dai Sovereign e dai Ravagers, il gruppo di mercenari guidati da Yondu (Michael Rooker), che aveva tolto Star-Lord al suo vero padre.
Padre che si rivelerà il potentissimo essere cosmico noto come Ego (Kurt Russel), che con la sua attendente Mantis (Pom Kliementiff) deciderà di tornare nella vita del suo ragazzo. Riusciranno i guardiani a sopravvivere ad un intero pianeta che li vuole morti? E che segreti nasconde il padre di Star-Lord?

Il film migliora su quelli che erano i suoi difetti maggiori nel capitolo precedente, ovverosia un cattivo risibile (forse il peggiore della storia del film Marvel), che in questo capitolo diventa invece uno dei più interessanti. Certo, la concorrenza non è spietata, ma il film riesce a gestire molto bene le varie sfaccettature degli antagonisti, dando loro una personalità bene definita e anche una buona dose di carisma. La mossa lanciata da Capitan America Civil War, ovverosia quella di prendere attori già rodati, dà di nuovi i suoi frutti, e Kurt Rusell è una gioia da vedere sullo schermo. I personaggi femminili sono probabilmente i più belli del film, in una storia dove finalmente alle signore viene dato un sacco di spazio, e di importanza.
Pur restando chiassoso e di puro intrattenimento, la sceneggiatura ha alcuni momenti di intelligenza sottile, e a tratti anche commovente. Una battuta in particolare, verso la fine del film, è forse una delle cose più Marvel e più belle viste in questo universo narrativo. E’ abbastanza possibile però, che non passino due minuti buoni, senza una battuta o una gag visiva. E se questi siparietti sono da sempre benvenuti in un prodotto Marvel, dove questo genere di cose esistono fin dal 1962, va ricordato che la forza di una buona battuta sta nell’esplodere al momento giusto.

Non tutti i tempi comici colpiscono, e anzi alcuni risultano anche noiosi quando portati avanti troppo per le lunghe. Al contempo, quando il film vuole essere serio, è serio ai limiti del possibile, con delle frasi prese direttamente da un romanzo Harmony, che perdono ulteriore valore se pronunciate da certi personaggi. Eppure sono lì, belle e pronte per dimostrare il valore di un attore che deve urlare come si sente per farlo. A livello di effetti speciali, sebbene alcune scene siano sicuramente d’effetto, ne ho trovato altre estremamente finte, con parti di scenario che sembravano poco “pulite”.
Come ogni sequel che si rispetti, Guardiani della Galassia 2,ha purtroppo quel gran macigno sulle spalle, di doversi confrontare con il film che lo ha preceduto. Il che non sarebbe un problema, se non fosse che per molti quel film era una cosa inaudita.
Ed è un problema che non si pongono soltanto critica e pubblica, ma anche il film stesso; così tanto che spesso e volentieri più che sembrare un nuovo film, sembra del girato in più del primo.
Intendiamoci, l’azione è buona e la pellicola ha fatto molti passi avanti, specialmente su alcuni personaggi e sul cattivo, ma ne ha fatti anche molti indietro.

C’è sempre un feticistico riferimento alle scene belle del primo film, con personaggi sono cristallizzati nel loro essere sempre e solo quello che era stato mostrato in precedenza. Nessuno è andato avanti veramente. La cosa può irritare perchè, quando vuole, Guardiani 2 sa essere un film quasi poetico (quasi perchè è un blockbuster coi supereroi, non certo un film di Fellini), con un attenzione ai dettagli, ai piccoli gesti e alle emozioni quasi maniacale. Purtroppo però si perde un po’ in scene comiche forzate, con un Dave Bautista che oggettivamente è migliorato in modo assurdo e s’impegna moltissimo, ma su un materiale che non permette grandi spazi. Il tutto si perde in messaggi di fondo che dovrebbero essere, appunto, di fondo e che invece vengono sbandierati a quattro venti, mettendo sul fuoco un sacco di materiale per poi cuocere solo l’essenziale. Anche a livello di colonna sonora, pur mantenendo quel feel anni 80, le musiche prendono, ma lo stesso sembra che il famoso “Awesome mix” su cassetta del nostro eroe, sia sempre superiore al suo “volume 2”. Non fraintendetemi, non è un film noioso, o un brutto film. Ma se Guardiani 1 aveva conquistato pubblico e critica con il suo gusto nuovo, Guardiani 2 sa di già visto, e il suo charme brllia in modo alterno tra occhiate al cielo e momenti di grande immaginazione. Ho visto il film con un’amica a cui i supertizi non piacciono, ed è rimasta sorpresa, anzi affascinata da molti concetti del film, da quella scienza, unita alla fantasia (chissà se ha un nome questo concetto…) che anima tutto il film, spiegandosi da sola alcune soluzioni del film e discutendone con me altre. Perchè la Galassia è grande, grandissima. E questo senso di grandezza il film lo possiede ma allo stesso tempo lo teme,finendo per ancorarsi a terra. Purtroppo nel farlo, a volte va troppo in profondità e raggiunto il fondo scava. Non me la sento di non dare la sufficienza a questo film, ma ci metto anche un meno, perchè James Gunn ha copiato un po’ troppo il se stesso di due anni fa.

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