Chiunque abbia il coraggio di fare la cosa giusta ad ogni costo è un eroe
A pensarci non sembra quasi vero, ma sono passati ormai 10 anni dalla prima apparizione sul grande schermo di Clint Barton, Occhi di Falco, o se lo vogliamo chiamare all’inglese Hawkeye. Jeremy Renner fece il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe nel 2011 come cameo all’interno del primo film su Thor; da quel momento l’abbiamo visto comparire in diverse opere dedicate agli Avengers, ma non ha mai avuto un suo film o progetto dedicato. Questo fino a quando Marvel non ha annunciato la produzione di serie esclusive su Disney+ e il nome dell’arciere è spuntato tra queste. La cosa mi ha genuinamente sorpreso, dato che ho adorato la sua “trasformazione” in Avengers: End Game. La serie sceneggiata da Katrina Mathewson e Tanner Bean ha rilascaito i suoi primi episodi lo scorso 24 novembre, pubblicando l’ultimo il 22 dicembre, giusto in tempo per chi se la volesse godere in queste giornate natalizie.
Hawkeye è un prodotto ben riuscito, da vedere assieme ai propri cari in questi giorni di festa!

Durante l’incipit veniamo catapultati nel 2012, per la precisione a New York, durante gli avvenimenti del primo film dedicato gli Avengers. Qui facciamo la conoscenza di una bambina, Kate Bishop (Hailee Steinfeld) e la sua famiglia, che si trova sfortunatamente a vivere in prima persona l’attacco dei Chitauri nella Grande Mela, tanto che un’intera parete della casa crolla di fronte agli occhi della piccola Kate. Proprio in questo momento la bimba riesce a scorgere in lontananza Occhi di Falco (Jeremy Renner) mentre lotta contro gli invasori alieni utilizzando le sue immancabili frecce e nient’altro se non la sua abilità in combattimento. Durante questo evento Kate perde il padre e trovandosi sola con la propria madre, Eleanor Bishop (Vera Farmiga), sfrutta il passare del tempo impegnandosi molto nel tiro con l’arco e nelle arti marziali, seguendo l’esempio del suo idolo Clint. Questo fino ad arrivare ai giorni attuali, successivi agli eventi di End Game, dove Kate ormai è una studentessa universitaria leggermente ribelle che non si tira mai indietro davanti ad una sfida, finendo ovviamente nei guai. Dall’altra parte vediamo invece il nostro Clint Barton godersi il periodo natalizio con i propri figli a New York, in mezzo ad abbondanti cene, corse ai regali, disparati passanti che non perdono l’occasione per ringraziarlo ed un (sinceramente parlando) atroce musical di Broadway dedicato alla prima apparizione degli Avengers in città. Ci troviamo però di fronte ad un Hawkeye visibilmente stanco di fare il super eroe e abbastanza acciaccato, dato che ci viene mostrato come Clint ora indossi un apparecchio acustico ed abbia parzialmente perso l’udito. Sembra ormai tutto pronto per celebrare serene e tranquille feste in famiglia, quando inaspettatamente il passato bussa alla porta del nostro protagonista: qualcuno si aggira per le strade di New York indossando il costume di Ronin (la sua identità vendicativa vista inizialmente in Endgame). Clint non può permetterlo e sembra giunto in momento di mettere una pietra sopra a questa storia. È inevitabile dirvi che i destini di Kate e Clint si intrecceranno, ma il come, quando e perché lo lascio scoprire a voi episodio dopo episodio.

Il personaggio di Hawkeye ormai lo conosciamo bene, anzi l’abbiamo visto evolversi notevolmente durante gli anni, arrivando ad un picco di maturità notevole durante End Game. In questo momento Occhi di Falco è stremato, ha perso molto e vuole solamente godersi il “pensionamento” con la sua famiglia. In tutto questo Jeremy Renner sa sorprendere ancora una volta nella sua duttilità e cambiamento di interpretazione. Avevamo lasciato un Clint Barton evidentemente arrabbiato con il mondo, duro e severo durante l’ultimo film sugli Avengers; qui lo ritroviamo più sereno, ma al contempo cinico e maturato, come sempre responsabile nelle sue azioni, ma che ancora una volta sottolineo, stremato dal lavoro di super eroe. Gli eventi a cui ho assistito mi sono parsi dovuti ed azzeccatissimi, inoltre, non me ne vogliamo i fan più sfegatati, ho trovato certi passaggi decisamente più “veri” e sentiti rispetto a quello accaduto in The Falcon & Winter Soldier. L’accoppiata Kate Bishop – Clint Barton ha funzionato fin dal primo momento e questa transizione graduale mi è apparsa più che naturale, concentrando in sei puntate un legame allieva – maestro che pare essere durato anni. Merito di tutto questo va dato anche a Hailee Steinfeld, magistrale nella sua interpretazione che paradossalmente ha saputo dare un carattere più riconoscibile, giovane e dinamico alla figura dell’arciere in confronto al personaggio di Clint. Un’ulteriore menzione interpretativa va data a Tony Dalton nei panni di Jack Duquesne, patrigno di Kate, per un personaggio che è rimasto molto caratteristico e ben impresso in questa serie, rispetto per esempio al personaggio di Maya Lopez, interpretato da Alaqua Cox che vedrà addirittura una sua serie del mondo Marvel, ma che a conti fatti non ha saputo spiccare più di tanto rispetto appunto ad altri personaggi che in sostanza rimarranno solamente secondari.

Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte comunque ad un prodotto del Marvel Cinematic Universe, di conseguenza la cura nella sua produzione c’è, ma talvolta si scroge qualche alto e basso. Le dinamiche dei combattimenti non sempre risultano studiate alla perfezione, in particolare nei momenti di scontro corpo a corpo, piuttosto che in frangenti dove è l’arco a farla da padrone. Altre scelte registiche invece le ho trovate davvero impeccabili e sorprendenti, prima tra tutte la scena dell’inseguimento in macchina nella terza puntata. La scelta di utilizzare colonne sonore Natalizie d’altronde è quella ciliegina sulla torta che rende Hawkeye un prodotto speciale e perfetto per le feste, rompendo la famosa quarta parete ed entrando ancora di più in contatto con parte del pubblico che mi auguro si potrà godere la serie accanto al proprio albero di Natale ed insieme ai propri cari.

Tirando le somme, Hawkeye sicuramente si merita un punteggio alto, sapendo scoccare le proprie frecce molto vicino al centro del bersaglio, ma non tutte hanno seguito questa traiettoria. Certamente la giovane Kate Bishop si è già guadagnata il nostro apprezzamento con un personaggio di spicco e ben caratterizzato che potrà essere ancora più protagonista rispetto ad un Clint Barton che è parso sfaccettato e interessante solo negli ultimi tempi. Nonostante questo, non ho apprezzato la scelta di inserire altri personaggi, decisamente importanti nel mondo dei fumetti Marvel, in un modo alquanto vago, senza troppe spiegazioni e con una finestra di apparizione molto limitata rispetto a quella che si sarebbero meritati. Tolto questo, Hawkeye rimane un prodotto decisamente gradevole, migliore di altre serie targate Marvel, ma non la migliore in assoluto, ritagliandosi una discreta posizione centrale che rende tutti contenti. Se non vi siete ancora goduti questa nuova storia dedicata all’arciere più famoso della Marvel e della sua figlioccia, questo è il momento di farlo, indossate il vostro maglione Natalizio, accendete le lucine e prendete un vostro caro con voi, il clima di festa non marcherà di certo.
- – Un’accoppiata Clint Barton & Kate Bishop veramente fuzionale
- – Fantastiche musiche Natalizie
- – Una fantastica Hailee Steinfeld
- – Non la migliore delle serie Marvel viste fino ad ora
- – Poco spazio per alcuni personaggi secondari, ma dall’importante ruolo
