L’incontro con Carlos Grangel a Lucca Comics 2022 – Speciale

Ore 15.00 del 30 Ottobre 2022, Carlos Grangel arriva in sala stampa a Lucca. Grangel si dimostra subito cortesissimo salutando praticamente ogni giornalista di persona, e procedendo a fare la conferenza in italiano, cambiando lingua velocemente in un mix di spagnolo/italiano/Inglese, condito da un carisma quasi palpabile.

Grangel Tra Del Toro e Burton

Si inizia parlando di registi: si parla del lavoro con Guillermo del Toro per Pinocchio, un lavoro durato quasi sei anni, ma che a Grangel è piaciuto moltissimo, poiché si parlava di un film molto più dark del solito, più simile alla storia originale. Carlos ci rivela infatti che lui è un grande fan dell’esoterico, del mistico, non necessariamente del gotico, ma di tutto quello che è sovrannaturale, un po’ horror, che è forse il genere con cui si diverte di più.

Si è poi parlato della sua collaborazione con Tim Burton, e abbiamo discusso a lungo de “La Sposa Cadavere”. Fra il regista e Grangel si è instaurato subito un bel rapporto, culminato nel fatto che in anni di lavoro come designer, nessuno avesse chiesto a Grangel di scegliere fra le sue proposte. Burton infatti fu il primo a chiedere a Carlos “Sì, ma di queste proposte, qual è quella che piace a te?”.
Secondo Carlos, Burton è molto bravo, ma anche un po’ pigro, quindi delega. Delega però agli artisti, e li capisce, in un’ottica un po’ lontana dal modo di Hollywood, ed è per questo che ha per lui un rispetto assoluto.
Abbiamo poi virato sulla sua collaborazione con Gendy Tartakowsky, altro pioniere dell’animazione 2D, e del loro lavoro su Hotel Transylvania, aprendo le porte ad un discorso molto lungo, ma ipnotico nella sua completa schiettezza.

Alla ricerca della perfezione

Grangel ci ha raccontato come ormai gli studios grossi vivano di processi creativi che a lui non piacciono: in Hotel Transylvania c’erano un sacco di creativi diversi, e non ci si poteva mettere d’accorso. Secondo Carlos, l’ideale sarebbe avere dei team più compatti, e più ricchi di persone che vogliono fare un lavoro di qualità. Lui lavora 14 ore al giorno, e finché le cose non sono perfette non smette. Non ha nulla contro chi lavora meno ore, ma non ama chi lavora controvoglia e senza il fuoco dell’arte. Il cinema americano d’animazione ormai, ci dice, è fatto di tecnici, non di artisti.


Inoltre abbiamo parlato del voler fare un film all’anno (impossibile, si perde la qualità del lavoro duro) e della moda del fare i sequel. Qui Grangel ci ha gelato con una frase potentissima: “la vita è troppo breve per fare sempre le stesse cose, preferisco fare solo cose originali”. Un’originalità che si è persa sia con l’arrivo delle intelligenze artificiali (che Grangel manda a quel paese in modo colorito, dicendo che la mano umano è insostituibile) e con il semimonopolio Disney, che ha un po’ appiattito lo stile narrativo, rendendo tutto meno potente.

L’importanza di studiare per Grangel

Dopo questa lunga chiacchierata, siamo tornati a parlare di stile e di ispirazione. Avendo lavorato a molti film con ambientazioni a lui sconosciute, Carlos ci ha detto che l’importante è che l’artista si documenti. L’arte antica non si può reinventare, si può solo studiare (e lancia un’altra frecciatina dicendo che ad Hollywood non frega nulla dell’arte). L’antico è molto importante per Grangel, che ci racconta anche del suo amore per la stop-motion, e tutto il tipo di arte che si può fare con la mani, l’arte, a suo dire, più pura in assoluto.
Abbiamo poi concluso con qualche domanda tecnica, parlando del nuovo film Sony “Into the Spider-Verse” che a Grangel è piaciuto molto, perchè ai suoi occhi fatto con tutti i crismi del lavoro vero, la pazienza e la voglia di innovare (tanto che lo votò all’Academy) parlando del fatto se si ispiri agli attori che daranno al voce ai suoi personaggi animati, ricevendo risposta affermativa, ed una classica domanda su quali siano stati i suoi lavori migliori.

Il Cavallo o la porta

Grangel ci dice di essere stato molto contento di aver lavorato a Balto, Il Principe d’Egitto, La Sposa Cadavere e Spirit Cavallo Selvaggio, del quale ci ha rivelato alcuni aneddoti gustosissimi.
In verità, prima di Spirit, proposero a Carlos di lavorare a Shrek, ma a lui non piaceva l’idea, e così la Dreamworks gli disse “O il Cavallo, o la porta”, e il nostro scelse ovviamente il cavallo, sebbene imparare a disegnarlo fu difficilissimo (ed in effetti, essendo il cavallo un animale anatomicamente perfetto, la sua è una pena molto diffusa fra gli artisti).


Infine, anche noi di Gamesailors abbiamo fatto una domandina, chiedendo a Grangel se nella sua esperienza partita dal fumetto di animali Disney, passando per tanti altri film, come riesca a rendere le forme non umane così umane, e ci è stato detto che forse è solo uno spirito innato, o forse siamo noi popoli mediterranei che amiamo fare caricature.
Inoltre, prima di salutarci, Grangel ci ha ringraziato e ha ringraziato Lucca. Partecipare alla fiera era un suo sogno quando faceva il fumettista, ed ora il sogno si è avverato, e noi siamo grati della partecipazione di in gigante così umano, alla manifestazione.

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