Kill la Kill – Recensione

La creatività dell’assurdo

Girando qualche mese fa nel catalogo Netflix mi sono imbattuto in una serie anime di cui avevo sentito parlare varie volte, ossia Kill la Kill. Fino a quel momento pensavo che fosse una produzione minore fatta di poca trama e molto fan service, ma mi sono ricreduto solo dopo il primo episodio: l’opera di Studio Trigger è un concentrato di adrenalina e assurdità nipponiche unito ad una creatività senza limiti, una serie divertentissima che merita di essere vista da tutti i fan dell’animazione giapponese, e ora vi spiego perché.

Se non apprezzate molto le scuole, cambierete idea dopo aver conosciuto l’Istituto Honnoji: situata sulla baia di Tokyo, questa scuola è una vera e propria dittatura governata dalla temibile Satsuki Kiryuin e dai Quattro Deva che regolano le attività dei club dell’istituto. Una particolarità importante sono le Ultra Uniformi, composte da uno speciale materiale, le biofibre da guerra, che donano abilità sovraumane a chi le indossa. La nostra storia inizierà quando Ryuko Matoi, una ragazza che possiede una Lama Forbice che riesce a distruggere le Ultra Uniformi, si trasferisce nell’istituto per indagare sull’assassinio di suo padre, mettendosi immediatamente contro Satsuki. Costretta a fuggire, Ryuko troverà Senketsu, una veste divina, cioè formata interamente da biofibre da guerra, vivente e simile ad un’uniforme alla marinara che la rende così forte da poter affrontare tutto il consiglio studentesco dell’Istituto Honnoji. Mi fermo qui con la premessa narrativa per evitare di farvi troppi spoiler, ma vi posso dire che la storia di Kill la Kill mi ha lasciato senza parole, essendo piena di clichè ma riuscendo ad amalgamarli sapientemente ai molti esempi di creatività – come il fatto che i personaggi si potenziano tramite vestiti – e per tutte le assurdità miste ad un’enorme dose di adrenalina, soprattutto durante i combattimenti.

L’adrenalina però non finisce con la velocità dell’azione, perché ci pensano gli ottimi temi musicali e l’ottimo adattamento italiano pieno di grida ad accrescere la sensazione. Ogni scena è veramente appagante, per certi versi superano di gran lunga quelle di produzioni più blasonate, grazie anche all’eccellente lavoro artistico di uno Studio Trigger che è ormai una garanzia. Le uniche “pieghe” sono ovviamente i vincoli di budget, riscontrabili su diversi personaggi secondari che forse potremmo considerare addirittura comparse, e dalle animazioni di trasformazione (perché non potevano assolutamente mancare, siamo in un anime) abbastanza simili tra loro. L’esilarante storia di Ryuko e Satsuki si lascia guardare egregiamente dall’inizio alla fine senza sbavature narrative, per quanto abusi estremamente di clichè che vi daranno un forte senso di già visto ma che, considerando tutta l’atmosfera in cui siamo immersi, hanno un feeling diverso e per certi versi inedito.

Mi accorgo solo ora di non avervi ancora parlato del fan service, che si trova in ogni fotogramma di questa serie. Per certi versi, Kill la Kill ha letteralmente “salvato” gli anime che ne sono pieni fino all’orlo. Basta vedere solo le scene di trasformazione di Ryuko e Satsuki per capire con cosa abbiamo a che fare. E sapete, dopo le assurdità di una scuola dittatura e di potenziamenti con vestiti, aggiungiamocene un’altra a questa trama tessuta da Studio Trigger: il fan service trova in un certo senso una giustificazione all’interno della lore di Kill la Kill. Non vi dico di che si tratta perché sarebbe uno spoiler bello grosso, ma sappiate che è assurda come tutto il resto.

Non parliamo di un anime popolarissimo, ma il meritato successo l’ha ottenuto, tant’è che ha ricevuto un adattamento manga ed una trasposizione videoludica, Kill la Kill The Game IF, un bel picchiaduro arena con una storia completamente inedita che poggia le basi sulla trama originale. Se decideste di dargli una meritata possibilità però non vi consiglio di giocarlo prima di aver visto la serie per evitare enormi spoiler, dato che si rivolge specificatamente a chi già la conosce.

In difenitiva, cos’è Kill la Kill? Un semplice riepilogo un po’ parodistico di tutte le caratteristiche degli anime oppure un’opera creativa e interessante? La risposta è entrambe le cose. La serie di Studio Trigger sa veramente stupire nel suo essere una grande miscela di ciò che gli anime sono e ciò che dovranno ancora essere, tutto condito da tanta adrenalina e moltissima assurdità made in Japan. Forse è proprio per questo motivo che potrebbe risultare meno appetibile a chi è abituato a storie complesse e profonde, ma diciamo che è davvero una serie particolare che merita di essere guardata, anche solo per prendersi una pausa e staccarsi, o meglio scucirsi, dagli anime più seri.

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