Mushoku Tensei – Recensione

Uno dei migliori anime del 2021 è un isekai?

Se c’è un genere spesso abusato nel mondo dell’animazione nipponica, e sul quale è difficile vedere qualcosa di veramente nuovo o interessante, quello è il genere isekai. La storia trita e ritrita di un protagonista evocato, reincarnato o per chissà quale motivo finito in un universo parallelo (immergendosi nel più classico dei fantasy) nel quale sopravvivere. Abbiamo ovviamente delle sfumature, dall’anime più divertente a quello più tragico, passando per le libertà e velleità più da harem, se non il classico sentimentalismo, ma dopo nomi come Zero No Tsukaima o il famosissimo Sword Art Online il genere è dilagato con prodotti insipidi e uguali fra loro. Particolare sorpresa, quindi, era il riuscire a trovare un isekai del quale parlare positivamente, e per questo Mushoku Tensei si è rivelato una piacevole e sorprende parentesi sulla quale soffermarsi.

Come anticipato Mushoku Tensei è un isekai in tutto e per tutto, con una prima stagione suddivisa in due parti e 23 episodi che ci hanno accompagnato praticamente tra l’inizio e la fine dell’anno appena trascorso, coinvolgendoci in un’avventura finalmente curata e realistica. La storia parte con il più classico dei preludi per il genere di riferimento, ovvero con un neet trentaquattrenne, tipico emarginato della società moderna che muore in un tragico incidente stradale e si reincarna in un mondo fantasy. Un mondo dove abbiamo umani – suddivisi in più fazioni – demoni, magie e un misto di lore e leggende che accennano a divinità ed eventi dalla difficile interpretazione, un mondo che di puntata in puntata cresce e si arricchisce attraverso informazioni e nozioni captate tanto dal protagonista quanto dallo spettatore. Ciò avviene perché il nostro neet si reincarna nel corpo di un neonato, mantenendo la coscienza della sua precedente vita: infatti lo vedremo cercare di adattarsi e iniziare una nuova vita letteralmente un passetto per volta, con uno spiccato punto di vista sulle vicende.

La caratterizzazione psicologica dei vari comprimari è uno dei principali punti di forza.

Non parliamo di un protagonista che reincarnandosi diventa un perfetto eroe dagli incredibili poteri, ma come vantaggio detiene fin da piccolo un’incredibile quantità di energia magica, sulla quale lui stesso decide di concentrarsi con allenamenti per diventare più forte e cercare di sopravvivere. Il tutto in un modo tanto realistico quanto crudo e dove, al netto di una genuina bontà di fondo, i confini tra bene e male sono estremamente sottili: non mancheranno i momenti delicati pronti a mettere in crisi dal punto di vista psicologico tanto il protagonista quanto vari personaggi secondari. Proprio con il chara design principale abbiamo un buon numero di esempi su come andrebbero realizzati, con brevi e numerosi time skip che ci permettono di arco in arco di vedere il nostro personaggio crescere da neonato a bambino e al momento ragazzino di 12-13 anni, con relativi compagni di avventure che crescono e maturano in base all’esperienza. In primis il protagonista, reincarnato con il nome di Rudeus e figlio di due famosi eroi ritirati per vivere una vita tranquilla in campagna, ci è sembrato molto realistico e umano, riuscendo a mettere in primo piano le sfaccettature di una psiche per certi versi deviata e non sempre corretta nel compiere una scelta giusta. Tra i personaggi secondari, invece, senza cadere in pericolosi spoiler, ci sentiamo di premiare le evoluzioni caratteriali di Paul, il padre del protagonista, e la giovane e nobile Eris a lui affiancata per forze maggiori, attraverso dei cambi incredibili nelle personalità che ne mostrano a più riprese pregi e difetti incredibilmente verosimili. Non mancheranno le occasioni dove paragonerà le nuove esperienze e sensazioni alle difficoltà della vita passata, dove alcuni pesanti traumi sapranno riproporsi in momenti delicati talvolta per dargli la forza di reagire e talvolta per buttarlo nello sconforto più totale.

In Mushoku Tensei, infatti, il protagonista non ha tutto sotto controllo e non ha un percorso lineare da affrontare per superare le avversità. Così come non esistono scelte giuste e sbagliate, ma in modo realistico capisce fin da subito di essere stato catapultato in qualcosa di più grande nel quale adattarsi e sopravvivere con ogni mezzo. L’allenarsi con la magia per diventare un incredibile mago fin dalle prime puntate, e nonostante l’età di cinque anni con la quale inizia a destreggiarsi con gli incantesimi, non lo rende impenetrabile dal punto di vista fisico e psicologico proprio perché rimane un bambino o ragazzino agli inizi della fase adolescenziale. Una lenta, ma costante crescita riguarda anche il mondo stesso con un sorprendente world building ai quali non eravamo più abituati. E invece troviamo misteri, giochi di potere, intrighi, tradimenti e strani avvenimenti che coinvolgono tutti i personaggi con i quali Rudeus entra in contatto, e ai quali viene sempre dedicato uno spazio adeguato a far respirare e dar volume a ogni arco narrativo.

Lato tecnico, troviamo numerosi aspetti positivi, tra una CGI discreta e numerosi dettagli per paesaggi e ambientazioni, andando oltre le linee dei vari personaggi. Soprattutto le numerosissime ambientazioni rappresentano un altro punto focale di Mushoku Tensei perché ricche di inquadrature dedicate su più frame, soprattutto durante un’opening e una ending utilizzate spesso come incipit per la presentazione di sconfinati paesaggi che andranno ad essere esplorati. Lato combattimenti confermiamo anche un buon livello delle animazioni e soprattutto nella seconda parte abbiamo trovato alcuni episodi estremamente frenetici, capaci di tenere con il fiato sospeso lo spettatore per interi e interminabili minuti.

Le animazioni dei combattimenti sapranno regalare momenti altissimi in più frangenti.

La sensazione con la prima stagione di Mushoku Tensei è quella di aver solamente scalfito la superficie di qualcosa di veramente incredibile e tutte le community di appassionati sono in trepidante attesa di annunci legati alle successive stagioni, pronte a mostrare davvero le potenzialità di un racconto così realistico e sfaccettato. Non mancano comunque alcuni piccoli difetti, legati soprattutto alle perversioni del protagonista che in alcuni frangenti sembrano più forzati, ma con il proseguire delle puntate si viene completamente avvolti dal mood del viaggio e dell’esperienza immersiva tipica di una produzione di qualità. Il bello di Mushoku Tensei è nelle imperfezioni di tutti i personaggi e le loro evoluzioni/involuzioni, figlie di ciò che avviene di puntata in puntata. Il più realistico degli isekai? Assolutamente sì, o almeno quello più coinvolgente degli ultimi anni.

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