Il tema dell’ansia sociale è molto delicato da portare su schermo. Quando un’opera decide di tratteggiarne i confini deve, in modo più o meno marcato, veicolare un messaggio positivo importante. Inoltre deve riuscire a non appesantire la trama senza però rischiare di banalizzarla. Proprio per questo motivo abbiamo approcciato l’anime di recente pubblicazione Bocchi the Rock! con una certa curiosità e ammettiamo di esserne rimasti ammaliati. Come si può supporre fin dai primi istanti, la serie tratta l’ansia sociale in modo leggero solo all’apparenza. Lo fa per rendere le puntate fruibili a tutti, ma senza banalizzare il problema, diffondendo un’incredibile empatia per ciò che succede su schermo.
Chitarrista per passione
La storia nata dalla penna di Aki Hamaji – disponibile tramite Crunchyroll in 12 puntate – ci presenta la giovane Hitori Gotou, una ragazza timida e introversa che soffre di ansia sociale. Ciò le procura una grande difficoltà nel riuscire a instaurare rapporti di amicizia con eventuali compagni di scuola.
Iniziando a suonare la chitarra del padre, e attraverso tantissimo allenamento da autodidatta, decide di fare il possibile per entrare in una band e sentirsi in qualche modo accettata dal prossimo.
Da questo istante iniziano una serie di avventure e peripezie che la portano a fondare una band assieme ad alcune compagne di liceo. Una sfida costante con se stessa, resa ancora più complessa da numerosi ostali: dal semplice parlare con gli altri, al cercare di far trasparire le proprio emozioni senza sopprimerle davanti ad ogni richiesta, fino al tentare di mettere in mostra le proprie abilità musicali davanti a un pubblico.
Il genere di Bocchi the Rock! abbraccia il mondo delle commedie musicali tipiche degli “slice of life”. Qui lo spettatore vive la quotidianità dei protagonisti con leggerezza e trasparenza, tra piccole e grandi sfide incentrate proprio sulle difficoltà di socializzazione che caratterizzano la stessa Aki.

Superare le proprie paure
Come anticipato, il punto di forza dell’anime di Bocchi The Rock! è la capacità di portare su schermo tutte le difficoltà che contraddistinguono nel quotidiano l’ansia sociale della protagonista. Un calderone di situazioni grottesche che riescono in egual misura a far pensare e strappare un sorriso, rimanendo sempre sui piacevoli toni leggere che caratterizzano l’intera opera.
L’anime tratta con incredibile spontaneità e immediatezza difficoltà molto comuni nei giovani. C’è il senso di completa inadeguatezza che logora alla minima occasione, così come l’incapacità di mettersi in gioco per accettare – nel bene e nel male – critiche e giudizi su qualsiasi cosa.
Non abbiamo la stessa qualità di Your Lie in April” – che va più a fondo su queste tematiche – , ma il risultato in Bocchi the Rock! rimane a modo suo di spessore. Su tutti, i momenti più riusciti e piacevoli da vivere su schermo sono proprio i monologhi che inondano la testa della giovane protagonista, con pensieri funesti sui presagi più oscuri ogni qualvolta cerchi di pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Situazioni che si traducono in pensieri malsani ed esagerati in negativo, mostrati su schermo con un taglio visivo nettamente differente rispetto al classico stile utilizzato negli episodi, proprio in netta contrapposizione tra finzione e realtà, strappando più di un sorriso.
Ciò che è davvero piacevole da seguire di puntata in puntata è proprio vedere come Hitori affronta, o almeno prova ad affrontare, tutte queste situazioni nel quotidiano. Si ritroverà a socializzare con il mondo che la circonda esponendola sempre a nuove difficoltà, in un ciclo continuo che però lascia sempre messaggi positivi di crescita con facilità inaudita.

Commento finale
Bocchi the Rock! si è rivelata una piacevolissima sorpresa nel recente panorama degli Slice of Life a sfondo musicale. In grado di trattare tematiche importanti e delicate quanto basta sotto differenti e nuove angolazioni, in un susseguirsi di vicende qualitativamente riuscite. Un giusto mix di risate e momenti spensierati per una storia mai banalizzata, dove di puntata in puntata non si potrà che creare un’incredibile empatia con le difficoltà affrontate della protagonista e fare il tifo per lei.
