Mob Psycho 100 – Recensione

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Difficile quantificare e seguire regolarmente il numero di uscite nel campo dell’animazione giapponese, con le piattaforme di streaming che hanno agevolato un mercato in costante crescita in tutto il mondo. Gli anime del genere shonen sono tra quelli più seguiti in assoluto, e dedicare spazio ad uno in particolare significa che è riuscito ad emergere oltre i soliti paragoni qualitativi. Il tutto magari proponendo qualcosa di differente nel contesto di riferimento. Si tratta della condizione ideale per parlare di Mob Psycho 100, arrivato di recente alla conclusione della sua terza – e ultima – stagione in linea con i capitoli dello stesso manga di riferimento. Una serie che è riuscita a farci ridere, pensare, ma anche emozionare come poche altre volte è successo con il genere di riferimento.

L’ennesima parodia degli shonen?

L’autore di Mob Psycho 100 si firma con lo pseudonimo di “ONE”, ed è un personaggio eccentrico e irriverente dei vari forum e social – vi consigliamo di seguire i suoi commenti su Twitter dove interagisce con l’utenza – che adora farsi beffa del genere shonen. Lo aveva già fatto, in parte, con One-Punch Man, ma solo con Mob Psycho 100 ritroviamo tantissime sfaccettature, passando dallo stile comico tipico della serie apparentemente nata come semplice parodia, e poi evoluta in qualcosa di più.

La storia ci proietta nel moderno Giappone, dove il protagonista è un giovane studente soprannominato “Mob” per la sua incapacità di provare emozioni, o comunque comportarsi in modo adeguato con esse. Vivendo una vita abbastanza passiva, e nonostante abbia un incredibile potere psichico che solo in alcuni casi riesce a controllare per aiutare il prossimo. Una delle particolarità delle tre le stagioni dell’anime (di 12 puntate ciascuna e disponibili su Crunchyroll) è proprio il mostrare su schermo un numero percentuale. Questo indica la crescita delle emozioni di Mob, che raggiunto il 100% – vuoi nella scoperta della rabbia, della tristezza, o anche della gioia – sprigiona tutto il suo potere senza controllo.

Tolta questa breve descrizione di contesto per la serie, andiamo un po’ più nel dettaglio a capire le varie peculiarità. Come anticipato, in realtà il genere shonen viene qui schernito a più riprese, intrecciandosi con episodi più inclini allo stile dello slice of life tipico delle storie scolastiche tradizionali, dove si tirano in ballo i sentimenti, la prima cotta di Mob e il suo riuscire a costruire – a modo suo – delle solide amicizie sulle quali contare. Il climax, ovviamente, si raggiunge nei momenti dove sprigiona il suo potere senza controllo, e proprio chi gli sta vicino riesce a calmarlo nella maggior parte dei casi.

Quando le emozioni di Mob raggiungono il 100% iniziano i problemi

Una crescita caratteriale costante

Mob Psycho 100 è un anime che non si pone nemmeno limiti nel proporre combattimenti e scene action sorprendentemente curate. Dalle esplosioni, alle manifestazioni dei poteri di vari psichici buono o cattivi, bisogna registrare un lavoro certosino per quanto concerne le animazioni.

Ma ciò che più di tutto rimane impresso a fine visione è la crescita del protagonista e di alcuni comprimari che segnano l’evoluzione dei rapporti fino alla più sincera amicizia.

Lo si nota inesorabilmente negli atteggiamenti dello stesso Mob, che comincia una prima stagione spesso assente e goffo durante dialoghi, nella completa inadeguatezza nel leggere le situazioni. Poi acquisire sempre più consapevolezza delle proprie azioni e delle proprie parole. Senza dimenticare di menzionare una cotta dove riesce a vincere le proprie paure e timidezze, e che termina in modo sorprendentemente e realistico.

Gli insegnamenti del maestro Reigen sono un po’ folli, ma sempre a fin di bene

Comprimari di livello

Lo notano, e cambiano insieme allo stesso protagonista, i principali comprimari. Su tutti non possiamo che elogiare la caratterizzazione del suo maestro Reigen e dello spirito Fossette. Reigen è il primo vero amico di Mob, anche se inizialmente lo sfrutta solo per i suoi poteri e per scopi al limite della truffa. In seguito maturerà un sincero e reciproco supporto nel binomio allievo-maestro.

Fossette invece è uno spirito inizialmente malvagio, ma che progressivamente diventa una spalla incredibile sia nelle situazioni più serie sia in quelle più buffe. Il suo rapporto con Mob raggiunge l’apice emotivo e spettacolare nella prima metà dell’ultima stagione. Qui assisteremo ad un susseguirsi di eventi davvero da togliere il fiato, che ha l’unico difetto di essere più spettacolare dell’effettivo finale.

Non tutti i personaggi sono curati allo stesso modo, ma tanto basta per ottenere un bel mix

Commento finale

Mob Psycho 100 è un anime che raccoglie in tre stagioni tutto ciò che amiamo e odiamo nel genere shonen. Enfatizza e banalizza alcuni cliché del genere per poi lasciare spazio a una storia sorprendentemente matura, incentrata sulla traboccante emotività del protagonista. Una serie molto godibile in – quasi – ogni suo episodio, anche se non mancano alcuni necessari tempi morti.

Il fatto che il finale dell’anime rappresenti lo stesso proposto nella versione cartacea lo rende un valore aggiunto, pronto a gratificare lo spettatore senza il rischio di trovarsi qualcosa interrotto a metà – o peggio ancora – proprio sul più bello.

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