Rent a Girlfriend – Recensione

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Nel variegato mondo delle serie di animazione giapponese più romantiche è ormai difficilissimo sorprendere lo spettatore. Bombardati da serie più e meno forti, tra pure love-commedy o serie più inclini al genere ecchi al limite della censura, si rischia quasi sempre di rimanere sotto ai riflettori al massimo per un paio di mesi. Tanti sforzi, in sostanza, per poi finire nel baratro del dimenticatoio davanti all’ennesima proposta su schermo. La serie di Rent a Girlfriend qui esaminata (disponibile tramite piattaforma Crunchyroll) rappresenta un caso abbastanza unico per il genere appena menzionato. La terza stagione è terminata da poco ma è destinata a continuare a lungo, nonostante una qualità generale altalenante e con pochi spunti veramente interessanti. Ma andiamo con ordine.

Fidanzate a noleggio

La serie di Rent a Girlfriend, per i perfezionisti della lingua giapponese riconoscibile dal titolo originale Kanojo, Okarishimasu, segue le (dis)avventure di un 21enne di nome Kazuya. Il nostro è abbastanza sfortunato in amore ed è appena stato mollato dall’unica ragazza che lo abbia mai preso in considerazione dopo appena tre mesi di frequentazione.

Il giovane universitario, in preda ai rimorsi e alla disperazione, decide di affidarsi ad un comodo – e apparentemente normale – servizio di noleggio per fidanzate chiamato Diamond. Il suo scopo è potersi vantare con gli amici di sempre, di essere riuscito a superare il periodo grazie ad una nuova fiamma. Da questo momento è facile desumere come, fin dai primi episodi di Rent a Girlfriend, ci sia una provocazione legata alle quantità di follie ed esagerazioni che possono accadere con l’esistenza di un servizio del genere, facilmente utilizzabile da qualsiasi giovane disposto a pagare come per un qualsiasi servizio esistente nel mondo moderno via app.

Una coppia ideale… un po’ banale.

Ovviamente si rimane nel campo delle commedie romantiche a sfondo scolastico al 100%, con quel velo di ecchi considerabile accettabile perchè non cade mai nell’esagerazione tipica degli hentai. Dove il protagonista conosce sempre più ragazze – legate a questo servizio e non – per i più disparati motivi, ma rimane sempre più legato alla prima ragazza conosciuta via app per una serie di (s)fortunati eventi che non vogliamo spoilerarvi.

Questa ragazza, di nome Chizuru Mizuhara, è a tutti gli effetti la co-protagonista di Rent a Girlfriend e sul rapporto con Kazuya, tra equivoci e momenti di pura spensieratezza con amici e famigliari, si snoda l’intera opera proponendo tutta una serie di avvenimenti piuttosto classici per il genere romantico a sfondo scolastico.

Sumi è tanto timida quanto tenera.

Il difetto peggiore di Rent a Girlfriend, almeno analizzando queste prime tre stagioni disponibili, è che parte con un ritmo sostenuto e incalzante, supportato da molteplici personaggi dal carattere sorprendentemente sfaccettato, per poi rallentare e quasi abbandonare il contesto originale, rischiando di sprofondare nel baratro del “già visto” in molteplici occasioni.

Non aiuta in questo caso nemmeno il carattere del protagonista, impostato dall’autore obbligatoriamente per farsi odiare dal pubblico per la caratteristica mancanza di spina dorsale o difficoltà nel leggere le situazioni e capire come comportarsi. Tutti tratti e atteggiamenti mostrati a più riprese, e che sfociano in fastidiosi piagnistei che inibiscono il rapporto con Chizuru, quasi mai portato su piani emotivi più saldi e coinvolgenti.

La sensazione, a ben pensarci, è che si voglia diluire l’avventura il più possibile, cercando di dare spazio ad altre ragazze che – per un motivo o per un altro – iniziano ad affezionarsi al nostro protagonista e provano a metterne in discussione i sentimenti. Una scelta che, almeno sulla carta, riesce ad evidenziare proprio i tratti caratteriali di altri personaggi secondari più raffinati. Le ragazze a noleggio Ruka e Sumi, ne sono un fulgido esempio. Una più spavalda e l’altra più timida rispetto al normale, sono pronte a portare un po’ di brio nelle varie puntate.

Alcuni personaggi sorprendono sul piano caratteriale.

Il personaggio migliore, però, rimane quello dell’ex fidanzata del protagonista, una ragazza apparentemente timida. In realtà si dimostrava subito subdola e manipolatrice a livelli inaspettati, e ancora oggi continua a giocare con i sentimenti di Kazuya. Il suo metodo, tra l’altro, ha una schematicità sorprendentemente realistica per la portata di Rent a Girlfriend. Nelle scene che la vedono coinvolta in prima persona, si ha spesso la sensazione di vedere un altro anime più serio e psicologico, quasi in netta contrapposizione con lo stile più frivolo e spavaldo tipico della maggior parte delle commedie romantiche in cui rientra anche questa serie.
A maggior ragione, rimane inspiegabile la sua quasi totale assenza in questa terza stagione, per concentrarsi sui legami famigliari tra i due protagonisti. Momenti che, nonostante un certo potenziale, non riescono mai davvero a trasmettere un vero senso di pathos su schermo.

Non mancano i momenti più comici.

Commento finale

L’anime di Rent a Girlfriend si conferma come una discreta serie romantica dall’incredibile potenziale – al momento – sprecato. Rischia infatti di allontanarsi sempre di più da quegli espedienti narrativi abbastanza unici che ci hanno attirato durante la visione della prima stagione.
Durante le sue 36 puntate riesce a strappare qualche risata genuina, e confermarsi almeno con una sufficienza, anche se risicata. La speranza è che con le prossime stagioni possa tornare sui propri passi e focalizzarsi su tematiche meno inflazionate.

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